giovedì 31 gennaio 2008

Ospedale di Siena

Leggo (oggi):

"Grande successo per il policlinico senese capace di farsi spazio fra le più sofisticate tecnologie della medicina.
L'equipe della Neuroradiologia del policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena ha eseguito un'operazione innovativa su un paziente in condizioni critiche con ictus acuto da trombo-embolismo cerebrale. L'intervento, ad oggi eseguito con successo solo a Milano e a Siena, è stato effettuato grazie ad un sofisticato strumento." La fonte.

Commento: molto bene!
Mi è successo (iermattina):

Iermattina ho dovuto fare un prelievo di sangue, sempre all'ospedale di cui sopra. Le attività di prelievo iniziano alle 7:30 con distribuzione di numeri di acceso sino alle 9:30.
Sono arrivato alle 7:55 e sono stato sottoposto a prelievo alle 10:14 (due ore e diciannove di attesa). Solo due le persone addette all'attività; centinaia le persone in fila.

Commento: oltre alle eccellenze, si potrebbe fare qualcosa anche per la routine?

mercoledì 30 gennaio 2008

Carlo I d'Inghilterra

Il 30 Gennaio del 1649 fu decapitato re Carlo I d'Inghilterra.
La data ed il personaggio li ricordo per motivi tutt'altro che storici e mi sono tornati in mente sere fa mentre scrivevo il post sul corsivo.
Se avete per caso letto Davide Copperfield di Dickens, probabilmente vi ricorderete del personaggio del Signor Dick; il Signor Dick, in realtà il signor Richard Babley, è un ometto curioso, un po' svanito, fanatico calligrafo intento alla stesura di un lungo Memoriale. Questa sua attività viene continuamente frustrata dall'ossessione della decapitazione di Carlo I, che si insinua nella sua mente e cerca di introdursi anche nei suoi scritti: "Perché, se la cosa è avvenuta tanto tempo fa, come ha fatto, la gente che gli era intorno, a commetter l'errore di travasare i crucci che erano nella sua testa, dopo avergliela tagliata, nella mia?"
In Inghilterra c'è il modo di dire "la testa di re Carlo" per indicare un argomento a cui una persona ritorna continuamente senza un'apparente motivazione.

In verità il signor Dick lo ricordo soprattutto per l'interpretazione che ne dava Sergio Tofano nello sceneggiato TV tratto dal romanzo (1964).
Sergio Tofano ha sempre destato la mia ammirazione: lo ricordo in un altro sceneggiato, L'affare Picpus, della serie Maigret, nel 1965 e in alcune rappresentazioni teatrali ('Pensaci, Giacomino' di Pirandello).
Non parliamo poi delle storie del suo personaggio il signor Bonaventura (il buffo omino con la palandra rossa) che leggevo nei fumetti del Corriere dei Piccoli, e che Tofano sceneggiò e interpretò per il teatro prima ("La regina in berlina") e per Carosello in seguito (qui l'antagonista era il cattivo Barbariccia). Da vero artista poliedrico, sono famose le sue creazioni di grafica in stile liberty (cartelloni pubblicitari, copertine di libri,...), e le sue strofette quasi 'nonsense' che non si possono non amare.

martedì 29 gennaio 2008

Le bestie

Commemoriamo, commemoriamo, ma quanto a far qualcosa, che so, per il Kenia?

dio fece la bestia

lunedì 28 gennaio 2008

Da Computer a Computer

Verso la fine degli anni ottanta, appena sposati, fummo costretti a trasferirci a Firenze e andammo ad abitare in casa dei miei suoceri.
La decisione fu improvvisa: abbandonai il lavoro di consulente che stavo facendo da anni e, in una 'piazza nuova', mi cercai un lavoro da dipendente. Un po' per fortuna, un po' per le mie competenze, dopo venti giorni avevo il nuovo posto di lavoro in una società di informatica.
I clienti che avevo lasciato in Maremma si trovavano in situazioni ormai stabili, per cui i miei interventi tecnici erano rari; in un caso, però, la mia presenza veniva richiesta molto spesso: si trattava di un concessionario di una grande marca di prodotti surgelati, che operava a Grosseto, che era soggetto a continue integrazioni al proprio software di gestione del magazzino e degli ordini per le frequenti e più disparate richieste che continuava a fargli l'azienda italiana proprietaria del marchio e controllata da una multinazionale americana.
Nell'azienda dove lavoravo avevo visto usare i primi programmi di teleassistenza e probabilmente li avrò usati io stesso: proposi all'azienda grossetana di dotarci di due modem e due software Carbon Copy per poter fare gli interventi, almeno quelli più urgenti, di notte e direttamente da Firenze.
A Grosseto accettarono di buon grado la soluzione: acquistarono quanto ci era necessario, facemmo qualche prova di messa a punto poi cominciai a realizzare le modifiche che mi venivano richieste e che apportavo, di solito dopo cena, dalla camera (attrezzata a studio) che avevo in casa dei suoceri. Costi telefonici aggiuntivi non ce ne erano, perché avevo attivato un sistema di richiamata.
I modem che utilizzavamo avevano una velocità di trasmissione di ben 2400 bps (erano modelli appena usciti, in azienda c'erano ancora i 1200 bps !); le linee telefoniche al tempo erano molto 'pulite' e quindi la trasmissione dati si svolgeva senza il minimo problema, oltretutto eravamo ancora nel mondo del DOS!
A me, naturalmente, questo tipo di attività sembrava la cosa più normale del mondo: lavoravo nel settore da alcuni anni e anche mia moglie ormai si era abituata a vedermi fare cose 'strane' e a sentirmi parlare in 'informatichese'.

Una sera, però, mi resi conto che qualcuno aveva su di me idee non proprio chiare.
Mi ero chiuso in camera subito dopo cena: dovevo apportare un aggiornamento molto urgente; in casa c'era il solito va e vieni, lo sparecchiamento della tavola, i piatti da fare, la TV.
Ad un certo punto, dal corridoio, sentii la voce di mia suocera che parlava con mio suocero, a voce abbastanza alta che la potei sentire distintamente. "Mah, è di là in camera .... dice che parla con un computer...." E il tono, incredulo e molto preoccupato, era quello di chi si chiede "Ma a quale pazzo scatenato abbiamo fatto sposare nostra figlia?"
Mio suocero borbottò una risposta, che non afferrai, accompagnata di certo da uno scuotimento di testa di disapprovazione nei miei riguardi.
Poi le voci passarono, dal salotto prese il sopravvento la TV e io continuai, tranquillo, a parlare con un computer che, nel cuore della notte maremmana, stava rispondendo puntualmente a tutte le mie chiacchiere fiorentine.

venerdì 25 gennaio 2008

Citando Nietzsche

Non ho mai conosciuto una persona con convinzioni che non suscitasse la mia ironia.

(Dai frammenti postumi)

giovedì 24 gennaio 2008

L'Italico

La maggior parte di noi, usando un qualunque programma, sa che può utilizzare una combinazione di tasti (keyboard shortcut) per eseguire rapidamente un comando di uso frequente. In ambiente di word-processing, ad esempio, la combinazione di tasti Ctrl+C effettua una copia di un oggetto selezionato, Ctrl+G mette in grassetto il testo evidenziato, Ctrl+S attiva la sottolineatura, ....
Ma perché per fare il corsivo si deve usare l'apparentemente poco mnemonico Ctrl+I ?
Dato che la combinazione Ctrl+C è già utilizzata, si fa ricorso alla combinazione originale americana, che però non è stata scelta a caso: I sta per Italics, che, nel mondo anglofono, è sinonimo di corsivo, e lo è da molto tempo prima che esistessero i PC.
L'umanista, editore e stampatore Aldo Manuzio, cercando di creare un carattere che somigliasse alla scrittura manuale, realizzò, con l'incisore Francesco Griffi (o Griffo) di Bologna, un corsivo inclinato molto elegante, l'aldino.
Il carattere, disegnato e inciso apposta, servì alla stampa, nel 1501, di un Virgilio in 8° piccolo (circa 9 x 15 centimetri), che divenne il prototipo del libro moderno. Dopo il Virgilio, che uscì in aprile, saranno pubblicati Orazio a maggio, Petrarca in luglio, Giovenale e Persio in agosto, Marziale in dicembre.
Il font piacque agli stampatori e fu copiato, a Firenze e, soprattutto, a Lione. Manuzio se ne lamentò pubblicamente, per scritto, facendo notare anche i difetti che aveva il carattere che i tipografi lionesi gli avevano malamente copiato; i contraffattori prontamente ne approfittarono per correggere gli errori: chiamarono poi il loro carattere italico.
Tale fu il successo ed il gradimento dei lettori per il carattere creato da Aldo Manuzio e copiato da altri tipografi, che 'italics' divenne da allora il sinonimo di un qualsiasi carattere corsivo.

mercoledì 23 gennaio 2008

martedì 22 gennaio 2008

Altruismo

E se proprio non puoi, adottalo a distanza. Con pochi euro al mese assicurerai a un sacchetto un termovalorizzatore sicuro.

lunedì 21 gennaio 2008

Scherzi di Carnevale

"Manca ancora qualche giorno a Carnevale" diceva ierisera, al TG1 delle 20, la conduttrice prima di lanciare un servizio.
Diavolo di una redazione, una volta erano tutti DC, si diceva, e allora lo sapevano che il carnevale inizia il giorno dopo l'Epifania!

sabato 19 gennaio 2008

La moglie di Cesare

La mia maestra, alle elementari, ci raccontava che a Roma, un giorno, si era sparsa la voce che Calpurnia, la moglie di Giulio Cesare, tradisse il marito.
Quando la cosa, assolutamente falsa, giunse alle orecchie di Cesare, il condottiero romano ripudiò immediatamente la moglie. "Sulla moglie di Cesare - sembra dicesse - non ci devono essere neppure dei sospetti".
I cesari di una volta non erano certo clementi.

venerdì 18 gennaio 2008

Fuori, il deserto

Eravamo saliti insieme per le scale che dal piano del Centro di Calcolo portano al piano terra dell'azienda.
A., il capocentro, doveva andare nel suo ufficio, al piano superiore; io mi accingevo ad uscire, per tornare alla mia sede; avevamo appena finito di pianificare l'intervento del successivo sabato mattina, nel quale avremmo dovuto sostituire diversi hard disk in un rack di un server.
Il discorso che facevamo adesso era partito dalla sua insofferenza nel fare un lavoro in cui più che la tecnologia aveva importanza la politica locale: l'attività che svolgeva non lo gratificava più. Da parte mia, meno sensibile ai vincoli di una 'mission' aziendale, ero rimasto malissimo quando, dopo avergli detto quale era il mio stipendio, avevo ricevuto il suo commento sorpreso e amaro: "Ma ti dovrebbero dare almeno il doppio!".
E così eravamo rimasti, lui un piede sul primo gradino della rampa di scale che portava al piano del suo ufficio, io sull'ultimo della rampa che dal Centro conduceva al corridoio d'uscita, a lamentarci del nostro presente, incapaci di andarcene.
"Mi sembra di essere il tenente Drogo", aveva bisbigliato A., la testa bassa, rivolto verso di me che ero un mezzo metro sotto, ma quasi parlando con se stesso. "Già " gli risposi io facendo un ampio gesto con un braccio "questa è la fortezza Bastiani e fuori, forse, ci sono i Tartari".
Ci fu un attimo di silenzio, lui si era stupito che gli avessi risposto a tono, io che avesse citato il Deserto dei Tartari. Ci sorridemmo, complici: dunque al mondo c'era addirittura chi leggeva Buzzati e, dopo decenni, lo ricordava ancora. Ci stringemmo la mano, nel salutarci, più calorosamente del solito: chi lo avrebbe detto, pensavo mentre uscivo, che un "informatico" fosse un appassionato lettore. Lui, risalendo, avrà pensato senz'altro la stessa cosa.

mercoledì 16 gennaio 2008

Jan Palach

Qualche anno fa dovevo fare una installazione di software presso la sede di un nuovo cliente; non sapevo dove si trovava il suo ufficio, così gli telefonai.
Era in una frazione a qualche decina di chilometri dalla mia sede che era in città.
"Mi dà l'indirizzo preciso?"
"Si, via Palach, xx".
"Jan Palach?" feci io.
"Sì - ribatté lui - c'è già stato?"
"No, ma so chi è", allusi.
"Io no, non l'ho mai sentito".

Ero adolescente in quel gennaio del 1969 quando Jan Palach si dette fuoco e morì per protestare contro l'invasione armata dell'URSS in Cecoslovacchia; come potrò dimenticarlo mai?

martedì 15 gennaio 2008

Itaca sul muro

Qualche mese fa, come risposta ad un collega che aveva attaccato un poster della Fiorentina sulla grande parete bianca e disadorna del nostro open-space, Francesco ed io abbiamo appeso un poster della ISS (la International Space Station).
Per avere un'immagine di grandezza adeguata, ho usato Posteriza, un software che permette di fare delle stampe suddividendole in rettangoli di dimensioni più piccole (in questo caso, in formato A4), per poi ricomporle attaccando i singoli pezzi uno accanto all'altro.
Abbiamo quindi incollato i sei fogli di formato A4 sul retro di un poster pubblicitario e così ci siamo fatti la nostra mega-foto.


I colleghi ci hanno guardato come si guardano dei poveri squilibrati, come quando con Francesco mi avventuro a ricordare, che so, un lancio di una navicella Apollo, e lui parte a snocciolare i nomi di tutti i componenti della ciurma, tutte le missioni che ciascuno di loro ha effettuato, prima e dopo quella in oggetto, i fatti eclatanti accaduti durante il volo etc.
Francesco potrebbe tranquillamente essere mio figlio, e qualche volta mi soffermo a considerare che abbiamo alcune passioni in comune: la fantascienza, ad esempio, e i telefilm di Star Trek, e i libri di Phil K. Dick e l' Astronautica.
Il poster, dunque, è appeso proprio di fronte alla mia scrivania e lo vedo alzando appena la testa. L'immagine, per necessità di ingrandimento, è sgranata, ma si vede bene la Stazione spaziale e, sulla sinistra, un pezzo dell'Italia meridionale: parte della Puglia, della Basilicata e della Calabria. A destra una grande distesa di mare, nella parte superiore terre coperte da una nuvolaglia diffusa.
Qualche giorno fa sono stato colpito da una palese ovvietà: ma quella lì di fronte è la Grecia! Proprio sopra la ISS c'è Corcira (Corfù), a destra si vedono bene Leucade (S.ta Maura), Cefallenia (Cefalonia) e Zacinto (Zante), e poi il golfo di Patrasso e, a seguire, quello di Corinto, poi Eubea e vicino alla Turchia, Lemno, Lesbo, Scio...
Mi sono alzato dalla scrivania e sono andato ad osservare più da vicino il 'poster': accanto a Cefalonia, confusa con la sua immagine guardando dal mio posto di lavoro, c'è Itaca.
Per qualche manciata di secondi sono rimasto fermo: lì, davanti a me, il cuore della civiltà mediterranea e, sopra, una stazione spaziale orbitante e ancora più su una navetta Shuttle che riprende la scena. Roba da brividi.
Poi mi sono sentito osservato e sono tornato a sedere, ma ho guardato l'immagine con occhi diversi.
Itaca, l' Odissea assaporata anni fa come si sentisse raccontare la storia di famiglia da un vecchio nonno, e quel pazzo eccentrico, invasato di Schliemann che, prima di abbandonarsi alla realizzazione del sogno di ricercare Troia e scavare Micene, andò in pellegrinaggio nella terra arsa e inospitale del chiaro Odisseo e ne portò alla luce, in pochi giorni di estenuante lavoro nel caldo micidiale del luglio 1868, le tracce della reggia.

domenica 13 gennaio 2008

Acquisto incauto

Mia moglie ha comperato due set di box di plastica per alimenti.
Prima di usarli li ha lavati in lavastoviglie, poi, mentre stava per metterli a posto, me li ha fatti vedere : "Li ho comprati ieri, la commessa mi ha detto che possono andare anche nel freezer e nel microonde: controlla un po", mi ha detto passandomene uno (continua a rifiutarsi di usare gli occhiali).


Ho controllato la stampigliatura sul fondo: "Si, ho confermato, ci sono tutti i simboli". "Ci sono i simboli, ma ce li hanno messi i cinesi, anzi, i chinesi, come dici tu: che gli ci vuole?" mi ha risposto, dubbiosa.
"Ma non sono chinesi" ho risposto dopo un attimo "sono stati fatti in Italia, c'è scritto qui, guarda" e le ho fatto vedere il marchio.
"Non è possibile" mi ha risposto lei, stupita; "nel cellophane c'era scritto 'Made in China' ! ". "Lo sai " - ha continuato, ironica - "che non comprerei mai niente che non sia fatto in China, soprattutto di plastica!"
Ci siamo guardati, perplessi e interrogativi.
Poi le si è accesa un'idea.
"Li hanno fatti in Italia, ma ci hanno scritto 'Made in China' sennò non riuscivano a venderli!"
Dopo pochi secondi di riflessione abbiamo convenuto che era l'unica risposta possibile.

giovedì 10 gennaio 2008

Casta nostra

Una raccolta di strani eventi degli ultimi anni, a Siena e Provincia.

Qui alcuni commenti dei lettori.

mercoledì 9 gennaio 2008

La bolgia rotonda

Buio, pioggia intermittente; fumo denso tutt'intorno a noi, bagliori rossi tra le tenebre. Pigiati, l'uno accanto all'altro, su per la salita scivolosa, incalzando chi ci sta davanti, incalzati dalle torme che via via si aggiungono, condannate alla stessa espiazione.
Un urlo di sirena, all'improvviso, un lampo blu che sfreccia: tutti ci spostiamo per far passare il cherubino urlante, qualche dannato gli si accoda, forse nel suo vortice d'ali sarà trascinato verso la salvezza, invece che verso l'eterna dannazione.
Il tempo passa, ma che senso ha il tempo, ormai, per chi vale più qualcosa?
Ci si muove in gregge, ci si sogguarda, si cerca forse di capire l'uno i peccati dell'altro. Quei due vecchi che avranno mai fatto? E quel giovane dal labbro arrogante? E quel padre con i figlioletti agitati che ancora non hanno capito e che non riesce a tenere a bada? E quel ragazzo che dondola la testa al ritmo di una musica che solo lui può sentire?
Avanti, avanti, nel buio della notte, piano piano, incerti; qualcuno inciampa, gli altri, misericordiosi, gli permettono di riprendere il cammino senza una protesta, una voce, un suono.
Ed ecco, si comincia a vedere una luce. Diavoli rossi, cangianti, si agitano tra immense ferraglie semoventi, dalla terra s'alza il fumigare nauseabondo del nero catrame; e i diavoli rossi ci guardano, ghignanti, mentre ci preparano il passaggio obbligato, pestando, indenni, la nera polla coperta di vapori.
Ancora avanti, ancora avanti, all'improvviso un demone con casacca bianca, no, forse un angelo, che agita le ali, ci sposta, ci dirige, ci fa continuare. Più avanti un altro, poi un altro ancora, e un altro: calati qui nelle tenebre per dirigere il disegno divino, sottomessi a fare la volontà Altrui.

Quaranta minuti di inutile fila, insomma, ierisera, alla nuova rotonda davanti all'uscita Siena-Nord della superstrada Siena-Firenze.
Non un lavoro fatto di notte, non nelle settimane precedenti il rientro dalle vacanze natalizie; nessun cartello che ti segnali la bolgia in cui ti stai per infilare, secondo uno stile ormai consolidato dell' Amministrazione Comunale di Siena.

Sicuramente però un primato da Guinness: mai e poi mai ho visto un sì gran numero di vigili urbani (saranno stati sei o sette) tutt'insieme e fuori dalle mura della città.

martedì 8 gennaio 2008

La legalità a Napoli

Dichiarava poco fa al TG2 Francesco Rutelli, fido Presidente del Consiglio sostituto a parimerito, che lo Stato a Napoli ha ristabilito la legalità.
Chissà cosa ne pensano i Vigili del Fuoco che, la notte precedente, mentre spengevano un autobus dato alle fiamme, sono stati aggrediti da facinorosi incappucciati che li hanno rincorsi per picchiarli (o peggio). Non c'erano Polizia, Carabinieri, Esercito, Guarde di Finanza o Guardie Forestali a difenderli. Se un privato, e coraggioso, cittadino non avesse aperto loro il cancello del giardino della propria abitazione per nasconderli chissà se sarebbero tornati a casa.
(Uno dei Vigili è stato intervistato dal TG de La7, avevo appena visto il servizio prima di passare su Rai 2...)

Uomini e topi - 3

E' un giallo, il libro di Mark Haddon, o, almeno, una specie di giallo: un cane viene trovato ucciso, trafitto da un forcone, nel giardino di una villetta e la scoperta la fa un quindicenne autistico che cercherà di svelare il mistero.
Il ragazzo, su consiglio di una delle insegnanti di sostegno, trascrive l'indagine che conduce su un quaderno, che è il libro che leggiamo; conosciamo quindi i fatti dalla narrazione in prima persona dell'adolescente e contemporaneamente partecipiamo alla sua 'anomala' visione delle cose e dei rapporti con le persone. ll titolo stesso del libro è una anomalia: ll curioso incidente del cane di notte (2003).
Nella freschezza del punto di vista, il racconto si snoda tra le fissazioni del ragazzo, la sua voglia di scoprire l'assassino e il suo amore per la matematica, per i quiz e per i puzzle. I rapporti con gli adulti, la polizia, i genitori, i vicini e gli insegnanti, costituiscono un contorno che ci racconta più di quanto sembrerebbe.
Tra le altre cose c'è l'amicizia per il piccolo Toby, il topo che Christopher accudisce amorevolmente e si porta in giro, in tasca, durante parte delle sue indagini. Un rapporto di amore totale, verso un essere che, come lui, ha bisogno di qualcuno che provveda a preparargli un pasto e a dargli un posto dove dormire, come dire: Christopher è per gli 'altri' quello che Toby è per lui.
Leggere il libro, in inglese, è stato molto facile: l'autore usa volutamente un vocabolario ristretto e frasi di facile comprensione e bastano conoscenze di base della lingua per seguire senza problemi l'intera vicenda.

Il tipo dell'io narrante, e la sua amicizia con un topo, non possono non far pensare a due altri classici della narrativa: al vecchio Uomini e Topi (1937) di Steinbeck, e a Fiori per Algernon (1959-1966) di Daniel Keyes.

In Uomini e Topi Lennie, il 'bum' grande e grosso ma con poco cervello, vagabonda con un altro disperato per l'America della depressione prestando giornate di lavoro come bracciante nelle grandi 'farm'. Per sentirsi meno solo cerca sempre di avere con se qualcosa di morbido da accarezzare, gli basta un topolino, che vorrebbe accudire con amore, ma che finisce sempre per uccidere a causa dei modi violenti e dell'imperizia delle sue manone a trattare esserini così delicati.
Lennie farà poi una stupidaggine di troppo e sarà George, l'amico e custode, a dover por fine, definitivamente, alla storia.
[A rileggerla oggi, la traduzione celeberrima di Pavese suona così stranamente demodé che qualche mese fa me lo sono riletto in inglese.]

L'altro classico che il libro di Haddon mi ha richiamato alla mente è Fiori per Algernon, il racconto di un minorato mentale che viene sottoposto ad un intervento chirurgico sperimentale, per portarne il livello intellettuale alla normalità, dopo che gli esperimenti sui topi, ultimo quello sulla cavietta bianca Algernon, avevano dato ottimi risultati scientifici. Charlie Gordon arriva a conquistare la normalità intellettuale e a superarla, diventando un genio dalle straordinarie capacità di apprendimento, ma poi si scopre che il risultato non è permanente e si assiste, tramite la lettura del diario tenuto da Charlie stesso, e che anche in questo caso è il libro che stiamo leggendo, a tutta la parabola discendente che riporta il poveretto, consapevole giorno per giorno di quello che gli succede, ad un livello di QI tragicamente basso. Il suo ultimo pensiero, che trascrive nel diario prima di perdersi nelle nebbie della semi-demenza, è per il topolino bianco che è stato a lungo il suo punto di riferimento, il traguardo da raggiungere e superare per la sua capacità di uscire da un labirinto, e che è morto, vittima della scienza, perché l'intervento chirurgico non era ancora sufficientemente testato.

lunedì 7 gennaio 2008

Prodi e le scuole di Napoli

Diceva ieri, il Presidente del Consiglio dei Ministri, nell'intervista 'al biscotto', che aveva saputo che alcuni sindaci volevano far chiudere le scuole e che avrebbe parlato con il Ministro dell'Interno perché 'le scuole devono restare aperte'.
Credo che sia una prerogativa specifica di un Sindaco quella di chiudere una scuola, per motivi di igiene, di ordine pubblico etc.; comunque sia, il TG5 delle 20 di stasera ne ha fatte vedere diverse ''chiuse''.
Un po' di rossore sulle flaccide guance plumbee ci starebbe bene, per onestà (intellettuale).

Pro domo sua

domenica 6 gennaio 2008

Prodi e la Spazzatura

"Stanotte manderò a pulire intorno alle scuole [di Napoli]" ha dichiarato il Presidente del Consiglio, intervistato dal TG3 delle 14.
Tutto risolto: basta la parola! (Chissà se la spazzatura raccolta se la farà portare nella sua Bologna o la farà nascondere sotto i tappeti di casa Bassolino)

Finita l'intervista ha continuato, pacchione, a mangiare un biscottino inzuppato in un bicchiere di cioccolata calda.

Il meglio dell'America

Come dice The Moderate Man:

Tra 301 milioni di cittadini... è questo il gruppo da cui scegliere la guida del paese?
O Signore!

sabato 5 gennaio 2008

Napoli e la spazzatura

Nella sua visita in Campania il Presidente della Repubblica ci ha ammannito un bel discorsino, grondante al solito di melassa, sul problema della nettezza urbana. Lui non l'ha proprio trovata immondizia per le strade!
Chissà se qualcuno gli ha fatto notare che era a Capri, e non a Napoli.

I politici sono preoccupati e indignati; indaffarati a risolvere, no, vero?

Il TG4 e la Storia

La giornalista, nel servizio del TG di Rete 4 delle 19 di ierisera dedicato ad Adriano Celentano, ha detto che il molleggiato ha 70 anni, come la nostra Costituzione. Quanti anni abbia Celentano non lo so, ma che la Costituzione ne ha sessanta (1948 !!!!!) dovrebbe essere patrimonio comune.
Si vede che neanche di storia (patria) i giornalisti, la redazione o il direttore del TG4 sanno alcunché.

venerdì 4 gennaio 2008

Bach in TV

Piacevole sorpresa, stamani, all'ora di colazione.
Come spesso succede a quest'ora, ero sintonizzato sul canale franco-tedesco ARTE che viene diffuso, per qualche misterioso ed insondabile motivo, dalla tv via cavo che c'è a Siena.
Mi piace particolarmente la loro pubblicità, fresca e fuori dagli schemi dei 'creativi' delle nostre tv, e riesco a seguire alcuni film in lingua originale e qualche rubrica (Karambolage, Arte Science,...) anche se la mia conoscenza del francese è veramente minima.
La sorpresa di stamani, di cui dicevo, è stata quella di poter assistere ad un estratto del Weihnachtsoratorium (l'Oratorio di Natale). Caffellatte, fetta di pandoro e Bach: niente di meglio per iniziare la giornata.

martedì 1 gennaio 2008

Cerere e Padre Piazzi


Non so cosa facesse il resto del mondo la notte del 1° gennaio dell'anno del 1801, ma padre Giuseppe Piazzi era al lavoro all'Osservatorio del Regno delle Due Sicilie a Palermo: si era prefisso di misurare la posizione di oltre settemila stelle, per pubblicarne un catalogo aggiornato, e ci stava lavorando da anni (avrebbe pubblicato l'anno successivo il suo lavoro: Præcipuarum stellarum inerrantium positiones mediæ ineunte seculo XIX ex obsrvationibus habitis in specula Panormitana at 1793 ad 1802).
Il valtellinese monaco teatino, insegnante di filosofia prima e di matematica poi, fu nominato, ormai quarantenne, alla cattedra di Astronomia dell'Università di Palermo, nel 1786. Delle sue conoscenze di astronomia, specie di quella osservativa, si fidava però probabilmente abbastanza poco (o se ne fidava poco la Deputazione de' Regj Studi che ne aveva proposta la nomina) perché ottenne, contestualmente, l'incarico di recarsi, per due anni, a Parigi e Londra per 'migliorarsi nella pratica delle osservazioni astronomiche', come recita la nomina stessa.
I due anni, dal 1787 al 1789, furono notevolmente proficui: a Parigi ebbe rapporti stretti con de Lalande e con Delambre; visitò l'osservatorio di Messier, il gran cacciatore di comete che, dieci anni prima, aveva pubblicato il famoso 'Catalogue des nébuleuses et des amas d'étoiles'; discusse delle attività di Herschel (la scoperta del settimo pianeta del sistema solare, i nuovissimi studi sulle stelle variabili, l'ultimo telescopio da 122 cm, in fase di completamento); ebbe contatti con i costruttori di apparecchiature di misura di precisione. In Inghilterra fu ovviamente all'Osservatorio di Greenwich, con l'Astronomo Reale Maskelyne, dove poté vedere ed usare la ricca dotazione di strumenti.
In Inghilterra si accordò con Jesse Ramsden, il famoso costruttore di dispositivi meccanici e ottici di precisione, per la realizzazione di un cerchio meridiano da 5 piedi. Al ritorno a Palermo fece costruire l'Osservatorio e lo dotò dei migliori strumenti che la tecnica del XVIII secolo poteva offrire.
La notte del 1 gennaio 1801, dunque, padre Piazzi si accorse che vicino ad una stellina di 7^ magnitudo che stava misurando c'era qualche altra cosa, che non avrebbe dovuto esserci. La notte dopo ripeté l'osservazione; il corpo della sera precedente si era leggermente spostato. Continuò a fare osservazioni finché fu possibile, per circa quaranta giorni.
Venti anni prima Herschel aveva scoperto un nuovo pianeta, il Georgium sidus (che sarebbe stato rinominato poi Urano), confermando la validità di una formuletta empirica, quella di Titius-Bode, secondo la quale doveva esserci un altro pianeta (per ora mai osservato) compreso tra le orbite di Marte e di Giove. Hegel, il filosofo, se ne era uscito (dove l'ho letto?) con un sarcastico scritto che dileggiava gli astronomi che cercavano in cielo l'ottavo pianeta, visto che, secondo lui, sette pianeti erano più che sufficienti.
Padre Piazzi capì subito di aver fatto una scoperta importante, ufficialmente fece sapere che probabilmente si trattava di una cometa, ma con l'amico padre Barnaba Oriani della Specola di Brera si lasciò andare, scrivendogli che doveva 'essere qualche cosa di meglio di una cometa'.
Il corpo celeste scomparve alla vista per la congiunzione con il sole, e sarebbe riapparso diverse settimane dopo, ma in una posizione non conosciuta. Come ritrovarlo?
Calcolare un'orbita planetaria dalle osservazioni effettuate non era, all'epoca, cosa di poco conto: i calcoli dovevano essere fatti tutti manualmente e ci volevano mesi e mesi. Chissà se il corpo misterioso sarebbe stato rivisto e dove!
A questo punto entrò in gioco un grande e giovane (ventiquattrenne) matematico del tempo, Carl Friedrich Gauss. Affascinato dalla possibilità di sfruttare le sue innate doti di rapidissimo 'calcolatore mentale', e di diventare famoso, abbandonò per un po' le sue ricerche matematiche e sviluppò un metodo per il calcolo degli elementi planetari partendo dalle posizioni osservate. Riuscì, in poche settimane, a fornire i dati orbitali, che permisero di prevedere la posizione dove il 'pianeta', dopo la congiunzione con il Sole, sarebbe stato di nuovo visibile.
E fu effettivamente così; dal suo osservatorio di Seeberg il barone ungherese Franz Xavier von Zach riuscì a ritrovare, alla fine del 1801 e poco lontano dalle coordinate previste da Gauss, il corpo celeste che suscitava le attenzioni di tutto il mondo astronomico di quegli anni. (E' interessante leggere la messe di contributi sul tema, pubblicati nel 1802 ad es. dal londinese 'A Journal of Natural Philosophy, Chemistry and the Arts' reperibile, con le pessime qualità di scannerizzazioni tipiche della maggior parte dei libri disponibili, su Google Books) .
Padre Piazzi decise di chiamare il pianeta Cerere Ferdinandea, in onore di Ceres, l'italica dea delle messi protrettrice della Sicilia, e di Ferdinando III, re delle due Sicilie.

La classificazione di Cerere è cambiata diverse volte, nei secoli. Al momento della sua scoperta fu considerato un pianeta; nel 1850 fu riclassificato come asteroide, con un neologismo inventato da Herschel; nel 2006 è stato ridefinito come pianeta nano (dwarf planet).

Dovremo aspettare sino al 2015 prima di avere notizie più dettagliate sull'aspetto del pianeta.