sabato 31 maggio 2008

Matrimonio a Maggio

Maggio è mese di matrimoni; 80 anni fa si sposavano i miei nonni materni.
Non ci sono foto o altri documenti che ricordino l'avvenimento, ma è arrivata fino a me la ricevuta di pagamento della camera matrimoniale, che mio nonno si fece fare, a saldo del pagamento, dieci giorni dopo il matrimonio, tanto per dormire sonni tranquilli.

Mutui

mercoledì 28 maggio 2008

Senza cravatta

Quando lo si vede in TV, Ahmadinejad ha sempre una giacchetta grigio topo e una barba incolta di diversi giorni che gli danno un'aria smunta e quasi affamata, e una camicia chiara, slacciata sul collo, senza traccia di cravatta.
Homo sine cravatta est imago mortis, sostengo io, parafrasando il famoso detto.
Ora ho scoperto, da questo articolo di YnetNews, il perché di tanta ritrosia ad un abbigliamento formale.
Indossare la cravatta fu una moda iniziata con il regime dello Scià, ma la 'rivoluzione' islamica del '79 la mise al bando in quanto simbolo dell'occidentalizzazione del paese.
Speciali 'ronde moralizzatrici', composte da un ufficiale di polizia e da donne velate di nero, pattugliano le strade pronte ad attaccare e punire, armate di forbici, i trasgressori di questa regola che fa parte del programma Iraniano per lo sviluppo di un modello culturale nazionale.
E così, guerra santa alle cravatte, con blocco delle importazioni, anche se qualche medico o uomo di affari osa ancora trasgredire al diktat.
Che dire? La giacca che indossa in tutte le occasioni è dunque una creazione Iraniana e non occidentale? L'orologio da polso l'hanno inventato i Persiani, l'aereo di cui il Presidente si serve è una forma, camuffata, di tappeto volante?

L'ENEL si corregge

Lo spot con la Terra che, nell'ultima sequenza, gira al contrario (vedi), è andato in onda, in inglese, anche su BBC World.
Stasera, finalmente, la versione sulla BBC ha la Terrra che ruota in maniera astronomicamente corretta.
Qui lo spot originale.

martedì 27 maggio 2008

Su Marte

L'empolese Mentore Mancini ha dedicato molti anni della sua attività professionale all'osservazione astronomica e allo studio di Marte, iniziando all'Osservatorio Ximeniano dei padri Scolopi di Firenze.


99 anni dopo le sue osservazioni fiorentine, ancora una sonda, la Phoenix, sul Pianeta Rosso, per vedere e studiare da vicino.
Eccellente il sito dell'Università dell'Arizona che ospita informazioni sulla missione, così come l'istituzionale sito della Nasa.


domenica 25 maggio 2008

Novità in Libano

Per la prima volta nella sua storia, come dice il TG di LA7 di pochi minuti fa, il Libano ha un.... PREDISENTE.

Tiralinee


'Ma te lo ricordi, il tiralinee', fa all'improvviso mia moglie.
'Certo'.
'Non ho mai capito come potesse funzionare, mettevi qualche goccia di inchiostro di China nel beccuccio, cominciavi a tracciare una linea appoggiandolo ad una riga, e quasi subito sbaffavi perché l'inchiostro toccava la riga e ci si attaccava, sporcando tutto il foglio.'
'Mi ricordo. Sai quanto l'ho usato alle Medie, sì, ma anche al Liceo! L'inchiostro non esce per lo stesso motivo per cui le zanzare possono stare su una pozza d'acqua senza affogare: è la tensione superficiale che lo tiene all'interno del beccuccio e non lo fa versare dai lati, almeno credo. Il difficile era fare delle linee o dei tratteggi di spessore voluto!'
'Per fortuna poi arrivò il Rapidograph!. Ma tu ce l'hai sempre?'
'Cosa?'
'Il rapidograph. Ma non mi dire che da qualche parte hai anche il tiralinee, non ci posso credere!!!', mi sorride beffarda.
'Certo, ho sempre il compasso comprato in prima o seconda media'. 'Cecoslovacco', aggiungo, calcando sulla parola.
'Per fortuna che con i traslochi ci siamo persi un sacco di cose; io avevo un Salmoiraghi, si diceva che i compassi cecoslovacchi fossero i migliori'.
'Ci puoi scommettere', rispondo, saputo. Mi alzo e dopo un po' ritorno con la scatola, che ha ancora tutti i pezzi. 'Il compasso l'ho usato anche a Ingegneria, all'esame di disegno, con montato su un rapidograph..'
'In disegno tecnico sono sempre stato bravino. L'esame che feci fu massacrante: una sezione di un pezzo meccanico, filettature, chiavette... Otto ore continue, seduto su uno sgabello, piegato sul tavolo da disegno, in un caldo giorno di giugno con il sudore che si faceva fatica a non far cadere sui fogli. Alla fine della prova pratica presi ventinove!'
'Ah, e all'orale?'
Una schiarita di voce, mi rialzo e vado a rimettere a posto la scatola del compasso, per evitare una risposta dolorosa.
'A disegno ornato però eri un cane!', sento dalla stanza accanto.
'Lo so, lo so, ho una mia teoria al proposito', faccio, rientrando.
'Che teoria?'
'Secondo me, per saper disegnare bisogna avere già da bambini molta fantasia e anche essere persona di spirito. Io fino alla fine dell'adolescenza ho avuto una mentalità fortemente 'tecnica'; le mie proff di italiano dicevano che scrivevo bene, ma 'come un giornalista'. In quinta liceo, poi, saranno state le letture o la musica pop, un po' sono cambiato, ma ormai il male era fatto: niente capacità grafiche né senso artistico, come sai.'
'Ora non tirar fuori la solita storia che ti hanno dato dieci in italiano al compito di maturità!'
'Beh, così è, che ci vuoi fare: dieci su dieci!'
'Ma adesso l'unica cosa che sai fare è scribacchiare, male, i tuoi post'
'Ho anche le mie squadrette di plastica celeste, trasparenti, dell'Antica Fabbrica Vittorio Martini. Le vuoi vedere?', chiedo di rimando io, cercando di sgattaiolare dal giudizio poco benevolo.

Serata libera

sabato 24 maggio 2008

Pregate per loro

24 maggio 2008: 1^ convocazione dei cattolici chinesi - Giornata di preghiera per la Chiesa in China

Dalla lettera del Santo Padre Benedetto XVI ai vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica popolare cinese

“Carissimi Pastori e fedeli tutti, il giorno 24 maggio è dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, la quale è venerata con tanta devozione nel santuario mariano di Sheshan a Shanghai [...].

Desidero che quella data sia per voi una giornata di preghiera per la Chiesa in Cina. Vi esorto a celebrarla rinnovando la vostra comunione di fede in Gesù Nostro Signore e di fedeltà al Papa, pregando affinché l'unità tra di voi sia sempre più profonda e visibile. «Vi raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla, con tutta pietà e dignità. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» (1 Tm 2, 1-4).

Nella medesima Giornata i cattolici nel mondo intero — in particolare quelli che sono di origine cinese — mostreranno la loro fraterna solidarietà e sollecitudine per voi, chiedendo al Signore della storia il dono della perseveranza nella testimonianza. [...]”

Questo il link per i dettagli.

Nota: questa è solo una notizia, degna di riflessione, dell'ateo dr. Iccapot.

Come in guerra

Il cibo
  1. acquistalo consapevolmente
  2. cucinalo con attenzione
  3. usa meno grano e carne
  4. compra alimenti locali
  5. servine solo quanto ne abbisogna
  6. usa quello che avanza

non lo sprecare.

venerdì 23 maggio 2008

Plastica

Inconfondibile, leggero, resistente.


Con questo slogan il colosso della chimica italiana, la Montecatini, pubblicizzava a metà degli anni '60 il Moplen, una 'plastica' che invase le nostre case sotto forma di secchi, tinozze, scolapasta e insalatiere.
L'invenzione, tutta italiana, del miracoloso polimero, dovuta al ligure Giulio Natta che ne ebbe riconoscimento mondiale con il premio Nobel per la Chimica nel 1963, era gioiosamente reclamizzata in divertenti Carosello affidati al volto rubicondo e al corpo abbondante di Gino Bramieri.
Oggi della plastica vorremmo farne a meno (ma l'Industria Chimica di recente ha commissionato uno spot tv in cui, con il dissolversi degli oggetti di uso comune della casa, sostiene la tesi che senza i prodotti chimici non potremmo vivere); si sono inventati prodotti alternativi, biodegradabili ma evidentemente più costosi perché la via scelta da molte aziende è quella di rivolgersi al mercato di produzione più economico, quello chinese.
Da anni riconosco un prodotto chinese dal particolare odore che ha la plastica che ne fa parte e, se non è un oggetto di plastica, dall'odore che hanno le buste in plastica che lo contengono.
E' un odore particolare, pungente, come di petrolio: se fa parte di un cacciavite o di una torcia elettrica rimane sulle mani a lungo e spesso neanche un'energica lavata serve a mandarlo via; per me è una vera maledizione: l'odore mi è insopportabile e l'oggetto che lo ha diventa intoccabile.
Pensate allora come sono rimasto, sabato scorso: nel discount dove spesso facciamo la spesa hanno sostituito le usuali, anonime buste trasparenti con cui si acquistano frutta e verdura sfuse, con altre buste con il logo del supermercato. Indovinate, adesso, che odore hanno queste nuove buste?
Fatta in fretta la spesa, siamo corsi a casa per estrarre la verdura da quei contenitori dall'odore particolare, pungente, come di petrolio....

giovedì 22 maggio 2008

Contro gli straordinari

Tempo di Prima Comunione

"La più bella grazia che avrai potuto ricevere - dice laicamente la dedica al libro ricevuto in regalo per la mia prima comunione - sarà l'amore allo studio"

L'unico libro 'da adulti' che mi regalarono in quella occasione mi fu donato dall'amato cugino di mia mamma, il Dottor Professor Ingegner A. M., dalla vita personale e professionale degna di un romanzo.
Mio babbo lo chiamava, in sua presenza, con tutta la sequenza dei titoli e lui, spiritaccio mordace e ironico, ridacchiava sotto i suoi baffetti demodé.
A. era un insegnante capace di affibbiare un 3 meno meno meno meno in un compito o di fare interrogazioni terrorizzanti ai suoi allievi (ne ho avuto dei racconti, in seguito, dalle vittime...); era solito prendere in giro mio nonno sull'unico argomento che suo zio aveva sacro, il Partito Socialista; gli operai e i compagni di partito erano spesso oggetto dei suoi scherzi con mio babbo.
Aveva, tuttavia, un grande affetto per tutta la mia famiglia ed un gran rispetto per me, che da piccolo sembravo indirizzarmi verso lo studio con un amore ed una passione senza pari; ricordava, con profondo senso di gratitudine, quanto mio nonno aveva fatto per lui e per la sua famiglia, per aiutarlo a studiare, in un periodo in cui le difficoltà economiche di tutti erano, mi raccontano, davvero tante.
Non parlava mai, invece, della dura prigionia che, da militare, aveva subito in Germania; era 'storia vecchia' e qualche dettaglio sono venuto a saperlo dai racconti di mia nonna, sorella di sua mamma, ma solo innocui aneddoti.

Il libro che mi regalò è di G. K. Chesterton: L'uomo che fu giovedì e dieci storie di Padre Brown.
Era un libro che, nonostante la mia passione per la lettura, mi risultò difficile da leggere (avevo nove anni!): mi sfuggiva, diciamo così, il quadro generale. Sarebbero dovuti passare alcuni anni prima che riuscissi ad apprezzare il bizzarro plot dell'Uomo che fu Giovedì, una storia in cui un gruppo di anarchici inglesi, che preparano un qualche complotto, risulta essere tutto costituito da agenti infiltrati.
Anche le storie del prete-detective Brown e del suo assistente, l'ex furfante Flambeau, cominciai a capirle quando ne vidi in TV una riduzione in cui Renato Rascel era il pretino falsamente ingenuo e Arnoldo Foà il suo impareggiabile compagno di avventure: solo allora ripresi a leggere l peccati del principe Saradine, La croce azzurra, La forma sbagliata.

Fotogramma da 'La croce azzurra', prima delle sei puntate della serie "I racconti di Padre Brown" che andò in onda a partire dal 29 dicembre 1970 (programma Nazionale) la domenica sera.

martedì 20 maggio 2008

Pagine miniate

In questi giorni sto sfogliando, con vero piacere, un libro sontuosamente illustrato: The Painted page - Italian Renaissance Book Illumination 1450 - 1550, catalogo della mostra omonima tenutasi tra il 1994 ed il 1995 alla Royal Academy of Arts di Londra, prima, e presso la Pierpont Morgan Library di New York, poi.
Il libro, 24x30 cm, riporta quasi centoquaranta riproduzioni di parti di manoscritti miniati, molte a tutta pagina. Un piacere per gli occhi e una gran messe di informazioni nel corpo delle note descrittive per la curiosità del lettore.
In copertina una miniatura dal Graduale della Cattedrale di Siena, di Liberale da Verona, custodito presso il Museo dell'Opera della Metropolitana.

S. Bernardino

Nel 1444 Bernardino, per la Quaresima, era stato a predicare a Massa Marittima. Lì era nato, lì c'erano anche alcuni suoi parenti, ma le prediche del frate francescano, famosissime, lo portavano nella Siena di suo padre, a Milano, per l'Italia tutta e raramente tornava nella città natale.
Bernardino di Albertollo Albizzeschi era ascoltato da poveri e da vescovi, da imperatori e da folle di peccatori; portava la pace e la concordia dovunque si spostava, col dono della parola trascinante e della ragione pacificatrice; la situazione della povertà in Italia, con il nascere di un protocapitalismo post crociate, era molto brutta e Bernardino, abbracciati i voti di povertà dei francescani (lui, figlio, si ricordi, del ricco proprietario delle fonderie dell'Accesa), si era fatto paladino dei poveri e difensore degli umili e degli sconfitti, sia pure nell'assoluto rispetto delle autorità ecclesiastiche e soprattutto papali, alle cui decisioni si attenne sempre con la massima obbedienza.
I suoi concittadini, dunque, grati per la presenza in quel periodo pre-pasquale, lo festeggiarono e non volevano mandarlo più via, tanto che, per non essere visto, fu costretto quasi a scappare da Massa di notte, per andare ad Asciano prima e verso Napoli poi.
La salute di Bernardino era minata da anni, il frate, sessantaquattrenne, soffriva da tempo di disturbi intestinali e non si vergognava di parlarne in pubblico durante le sue prediche.
I massetani gli avevano chiesto di tornare al più presto, di continuare a onorare con la sua presenza la cittadina, e si dice che, scherzosamente, Bernardino, arguto come sempre, avesse risposto "Se non torno, mando i panni", diventato poi un vero e proprio modo di dire.
La morte lo colse il 20 maggio 1444, nel suo viaggio verso Napoli, a L'Aquila, e lì fu sepolto, ma, quasi a voler mantenere la promessa scherzosa, mentre i suoi libri ed altri oggetti (occhiali e porta occhiali compresi...) furono riportati a Siena, il saio fu fatto riavere ai massetani, che lo conservarono a lungo nella chiesa di S. Bernardino a Vetreta.

lunedì 19 maggio 2008

Giornate ecologiche

Mi piacciono così tanto le domeniche ecologiche!
Le auto si fermano e tutti vanno a giro in città a piedi, in bici, in monopattino, a respirare liberamente e a pieni polmoni, per tutto il giorno.
Vorrei dire grazie a tutte quelle donne, quegli uomini, quei bambini, quei vecchi che, sguinzagliati disordinatamente per ogni dove, aspirano e filtrano l'aria, fino a pochi minuti prima piena di ogni tipo di schifezza, purificandola.
Mi fa piacere la loro attività, solerte e gratuita: lunedì mattina, in macchina per andare a lavoro, respirerò un'aria più pulita.

Mestieri

mercoledì 14 maggio 2008

Mentre ero fuori

Svolazzino trovato in 1984, di George Orwell, riletto giorni fa. Un libro veramente grigio, noioso e predicatorio.

lunedì 12 maggio 2008

Libri a Torino


A Torino costano meno.

(Quarta di copertina di V. Alfieri, La Vita. Ed. Paravia - 1935)


A proposito, qualcuno ha visto in TV i servizi dal salone di Torino che parlassero di libri?

Marx

Nasceva, a Treviri, nel Maggio di 190 anni fa.

domenica 11 maggio 2008

I Mille

Siciliani,
All'armi, dunque e
chi non impugna
un'arma è un
codardo ed un
traditore della patria.

G. Garibaldi


Nel centenario dell'impresa, le Poste Italiane commemoravano i Mille.

venerdì 9 maggio 2008

Siena, il panaio e il treccone

Saranno le nove e venti, nove e venticinque del mattino. Dall’esterno il suono prolungato e ripetuto di un clackson, poi anche il rumore del motore di un camioncino che arriva.
“Il panaio” dico a mia mamma. “Il panaio?” mi chiede lei, sorpresa.

Mia mamma ha capito perfettamente di cosa stavo parlando. Panaio è un arcaismo toscano e vuol dire, genericamente, ‘venditore di pane’. Non so quanti usino questo termine, il collega G. qualche mese fa mi chiedeva se ne sapevo, come lui, il significato perché si era trovato ad usarlo con degli amici che gli avevano chiesto cosa fosse quella strana parola.
Quando G. me lo ha chiesto, gli ho saputo dire cosa indica la parola, ma ero anche convinto di non averla mai usato. Per lui il termine era più familiare e me lo sono spiegato con il fatto che ha vissuto a lungo in un piccolo paese, quasi un’isola linguistica, dove forse la parola è rimasta diffusa.
Per essere noiosamente didascalico, -aio è un suffisso denominale nominale, secondo una nota classificazione funzionale, per cui da vino si passa a vinaio, da pane a panaio e così via. (Vedi, ad es. L. Serianni, Grammatica italiana, UTET)

“Sì, la mattina a quest’ora passa sempre il panaio e suona, per avvisare che sta arrivando”.
Mia mamma si è stupita, ricordava la vendita ambulante, ma la relegava alle campagne del periodo pre-bellico e non pensava che simile usanza ci fosse in questo quartiere della ‘moderna’ Siena, a poche centinaia di metri da un grosso supermercato. Le ho spiegato come, in realtà, la posizione ‘fisica’ del supermercato, in fondo a una valletta, rende difficile, per molti anziani, lo scendere a far la spesa e poi il risalire con le borse o con i carrellini porta-spesa; mia mamma mi ha confermato che risalire l’erta dal supermercato a casa nostra per lei, che qualche volta lo ha voluto fare, è stato molto faticoso.
“Mi ricordo, quando eravamo in Giarlinga, da bambina, c’erano i Trucconi… “
“I ‘Trucconi’?”
“Sì, passavano dai poderi a comprare polli, conigli, piccioni vivi e uova dai contadini e poi, con il calesse, li portavano in paese per venderli. Per avere buoni rapporti con i loro 'fornitori', facevano delle piccole commissioni, compravano zucchero o pasta, carne dal macellaio o quant’altro gli ordinavano e, quando ripassavano, consegnavano le ordinazioni. Questo ‘servizio’ non lo facevano per guadagnarci, ma per evitare che i ‘loro’ contadini vendessero ad altri Trucconi.”
A questo punto non ho capito più: “Come, ad altri Trucconi, ma Trucconi non era il cognome?” “No, c’erano tre o quattro calessi di trucconi che andavano in giro per la campagna ai miei tempi, ciascuno aveva il suo ‘giro’ di contadini da cui comprava la roba…”

La sera, a cena, mia mamma è tornata sul tema. “Da bambina per la campagna dalle nostre parti c’erano i trucconi…” ha ricominciato, rivolta a mia moglie.
“Trucconi? Vuol dire trecconi” ha ribattuto mia moglie.
“Che trecconi?” ho chiesto io: la cosa si faceva interessante.
“Nel medioevo c’erano i trecconi, i venditori ambulanti, non l’hai mai sentito dire?”
“No”
“E la trecca che a Montaperti prese prigionieri i soldati dell’esercito fiorentino?”
“?”
“Come, non lo sai? La battaglia a Monteaperti – si parla del 1260 – era ancora in corso al vespro e i senesi facevano strage di fiorentini, un vero carnaio. I Fiorentini chiedevano di arrendersi, ma i Senesi facevano finta di nulla e continuavano a massacrarli. Saprai, no, la storia dell’Arbia tinta di rosso dal sangue. A un certo punto il capitano senese si mosse a compassione e fece urlare un bando: chi si voleva arrendere che si consegnasse o era morto. Sentito il bando, sembra che molti Fiorentini, pur di sopravvivere, si legassero addirittura da soli, e ben trentasei si dettero prigionieri alla treccola senese Usilia, che se li portò in città legati, e l’asino che usava per le sue verdure servì per riportare come trofei le bandiere dei Fiorentini e addirittura la campana del loro carroccio!”
“E la trecca Usilia era…”
“La trecca faceva parte del codazzo di persone che seguiva, di necessità, un esercito in battaglia. C’erano le venditrici di generi alimentari, le treccole o trecche, perché i soldati in qualche modo dovevano mangiare e non c’erano le cucine da campo, c’erano musicanti, i biscazzieri, i maghi e gli stregoni (ma questi erano pagati direttamente dal Comune, ci sono le cifre registrate nei libri di Biccherna), ovviamente religiosi vari…”
“E secondo te, trecche, treccole, trecconi e trucconi, insomma stiamo parlando della stessa attività, con un nome che, con qualche variazione, è sempre attuale dopo sette o ottocento anni?”
“Che ti sembra? Ma perché non mi fai mangiare e te ne vai a fare una ricerca su un vocabolario?”

Detto, fatto: dalla Treccani e dal Devoto-Oli:

treccone s. m. (f. -a) [der. di treccare] , tosc. ant. - Rivenditore al minuto di verdure, legumi, frutta o di polli e uova al mercato, o anche d'altre cose commestibili di poco prezzo; rivendugliolo. Adoperato talvolta come voce di spregio: quel popolo misto che ha dato gli eroi e i vigliacchi, gli artefici della vittoria e i t. della disfatta (D'Annunzio) { Dalla Treccani }
Sostantivo maschile (femminile -a), toscano arcaico Nelle campagne toscane, ambulante che acquista direttamente dai contadini uova, polli, conigli, o altri prodotti, per rivenderli al mercato; talvolta come epiteto spreg.: quel popolo misto che ha dato gli eroi e i vigliacchi, gli artefici della vittoria e i trecconi della disfatta (D'Annunzio). Derivato di treccare. { Dal Devoto-Oli }

trécca s. f. [der. di treccare], tosc. ant. - Rivendugliola di verdura e frutta: e se voi non mi credete, io vi posso dare per testimonia la t. mia dallato (Boccaccio), l'erbivendola mia vicina; passando una forese, o trecca, con un paniere di ciriege in capo, il detto paniere cadde (Sacchetti). Ancora usato talvolta, con senso spreg.: pare una t. di mercato! (v. anche TRECCONE). { Dalla Treccani }
Venditrice ambulante di frutta e verdura. Derivato di treccare. { Dal Devoto-Oli }

treccare v. intr. [lat. tricare e *triccare, per il lat. class. tricari « fare imbrogli, usare raggiri », der. di tricae –arum « intrichi. imbrogli »], tosc. ant. – Fare ímbrogli.{ Dalla Treccani }
verbo intransitivo (trécco, trécchi, eccetera; ausiliare avere), toscano arcaico 1. Fare imbrogli. 2. Fare il rivendugliolo o il treccone. Latino volg. *triccare, classico tricari `imbrogliare', derivato ditricae -arum `frottole; imbrogli'. { Dal Devoto-Oli }

rivendugliolo, sostantivo maschile (femminile -a). Modesto venditore al minuto di generi alimentari o di merce di poco valore. Derivato di rivendere, con suffisso peggiorativo. { Dal Devoto-Oli }

Interessante, vero?, anche la provenienza da treccare, imbrogliare, per un termine che indica un commerciante...

giovedì 8 maggio 2008

File di Excel troppo grandi

Mi succede, ogni tanto, di ricevere dei file di Excel in posta elettronica; qualche volta i file sono di dimensioni notevoli (da qualche megabyte a qualche decina di megabyte) ma contengono solo una o due tabelle di dimensioni minime e non ci sarebbe quindi motivo per occupare così tanto spazio.
Mi ero accorto della 'stranezza' anche su alcuni miei file già dalla versione 97, e non ricordo di averne trovato una spiegazione certa, credo però che il problema possa aver a che fare con la formattazione di tutto un foglio di lavoro: per qualche motivo si crea del 'garbage', come dicono gli anglofoni, e questa 'spazzatura' va buttata via.

Mi ha sottoposto lo stesso problema ieri un mio allievo, durante un corso su Excel 2003. La soluzione che consiglio è drastica:
  • si fa una copia del file originale (non ci vogliamo mica fidare, vero?)
  • ci si pone sul primo rigo vuoto del foglio di lavoro al di sotto dell'area occupata dai dati (per spostarsi sull'ultima cella utilizzata nel foglio basta premere CTRL + FINE)
  • si seleziona, cliccando sopra il numero di linea, l'intero rigo
  • si selezionano tutte le righe vuote sottostanti con la combinazione di tasti CTRL+ MAIUSC+FRECCIA GIU'
  • si eliminano le righe (clic con il tasto destro del mouse e poi selezione Elimina dal menu contestuale)
Poi si fa la stessa operazione per le colonne:
  • ci si riporta in A1 (CTRL + HOME)
  • ci si pone sulla prima colonna vuota del foglio di lavoro a destra dell'area occupata dai dati(per spostarsi sull'ultima cella utilizzata nel foglio basta premere CTRL + FINE)
  • si seleziona, cliccando sopra la lettera della colonna, tutta la colonna
  • si selezionano tutte le colonne vuote a destra con la combinazione di tasti CTRL+ MAIUSC+FRECCIA A DESTRA
  • si eliminano le colonne (clic con il tasto destro del mouse e poi selezione Elimina dal menu contestuale)
e quindi si ripete per tutti i fogli della cartella di lavoro.
La procedura va bene se c'è una tabella per foglio; se non è così, dalla 'pulizia' rimangono escluse tutte le celle vuote sparse tra le tabelle o che le tabelle non usano. In questo caso, ad esser pignoli, si può aggiungere la seguente procedura:

  • dalla barra dei menu si seleziona Modifica --> Vai...
  • si clicca sul tasto Speciale
  • si seleziona la voce Celle Vuote e si conferma con OK
  • dalla barra dei menu si seleziona Modifica --> Cancella --> Tutto

Così si perdono però tutti i formati presenti nelle celle e questo potrebbe essere un po' noioso se si dovesse ancora lavorare con la cartella.
Alla fine si salva il file che avrà subito una bella cura dimagrante.

martedì 6 maggio 2008

Arcobaleno

Effimero quanto volete, ma questo è vero.
Ieri mattina, dalla mia veranda, appena alzato.

lunedì 5 maggio 2008

Aumenti

Dal retrocopertina di "Come si progetta e costruisce una teleferica" dell' Ing. Prof. Conte Odoardo Harley di San Giorgio. Ed. G. Lavagnolo - Torino (1937)

La Crociata

Ero in attesa che succedesse: alla fine qualcuno è salito su un minareto e, chiaramente, ce lo ha detto: "Questo voi italiani non lo dovete fare!"
Ci siamo messi paura. Il Ministro degli Esteri, intervistato a "30 minuti" ha dichiarato che: nessuno può interferire sulle decisioni dello Stato Italiano, e poi ha aggiunto un "ma..." e in quel ma ho letto la servile disponibilità, ufficiale, a mettere in discussione la sovranità nazionale.

Mala tempora currunt.

sabato 3 maggio 2008

Melassa

Il Primo Maggio il Presidente della Repubblica è entrato in casa mia dalla TV e ha dichiarato: "Mai più morti sul lavoro".
Il Papa lo ha seguito, affermando "Non ci devono essere più morti negli ambienti di lavoro".

Mia moglie mi ha guardato, scuotendo la testa, con un'occhiata di rimprovero.
"Va bene -ho dichiarato di fronte al mondo - mi hanno scoperto, è colpa mia. Ma che ci potevo fare? Lo sai che sono stato molto malato..."

Redditi on-line

Da: "Telecontrollo" di ELFO (Storiestrisce), LINUS, Marzo 1981