martedì 15 gennaio 2008

Itaca sul muro

Qualche mese fa, come risposta ad un collega che aveva attaccato un poster della Fiorentina sulla grande parete bianca e disadorna del nostro open-space, Francesco ed io abbiamo appeso un poster della ISS (la International Space Station).
Per avere un'immagine di grandezza adeguata, ho usato Posteriza, un software che permette di fare delle stampe suddividendole in rettangoli di dimensioni più piccole (in questo caso, in formato A4), per poi ricomporle attaccando i singoli pezzi uno accanto all'altro.
Abbiamo quindi incollato i sei fogli di formato A4 sul retro di un poster pubblicitario e così ci siamo fatti la nostra mega-foto.


I colleghi ci hanno guardato come si guardano dei poveri squilibrati, come quando con Francesco mi avventuro a ricordare, che so, un lancio di una navicella Apollo, e lui parte a snocciolare i nomi di tutti i componenti della ciurma, tutte le missioni che ciascuno di loro ha effettuato, prima e dopo quella in oggetto, i fatti eclatanti accaduti durante il volo etc.
Francesco potrebbe tranquillamente essere mio figlio, e qualche volta mi soffermo a considerare che abbiamo alcune passioni in comune: la fantascienza, ad esempio, e i telefilm di Star Trek, e i libri di Phil K. Dick e l' Astronautica.
Il poster, dunque, è appeso proprio di fronte alla mia scrivania e lo vedo alzando appena la testa. L'immagine, per necessità di ingrandimento, è sgranata, ma si vede bene la Stazione spaziale e, sulla sinistra, un pezzo dell'Italia meridionale: parte della Puglia, della Basilicata e della Calabria. A destra una grande distesa di mare, nella parte superiore terre coperte da una nuvolaglia diffusa.
Qualche giorno fa sono stato colpito da una palese ovvietà: ma quella lì di fronte è la Grecia! Proprio sopra la ISS c'è Corcira (Corfù), a destra si vedono bene Leucade (S.ta Maura), Cefallenia (Cefalonia) e Zacinto (Zante), e poi il golfo di Patrasso e, a seguire, quello di Corinto, poi Eubea e vicino alla Turchia, Lemno, Lesbo, Scio...
Mi sono alzato dalla scrivania e sono andato ad osservare più da vicino il 'poster': accanto a Cefalonia, confusa con la sua immagine guardando dal mio posto di lavoro, c'è Itaca.
Per qualche manciata di secondi sono rimasto fermo: lì, davanti a me, il cuore della civiltà mediterranea e, sopra, una stazione spaziale orbitante e ancora più su una navetta Shuttle che riprende la scena. Roba da brividi.
Poi mi sono sentito osservato e sono tornato a sedere, ma ho guardato l'immagine con occhi diversi.
Itaca, l' Odissea assaporata anni fa come si sentisse raccontare la storia di famiglia da un vecchio nonno, e quel pazzo eccentrico, invasato di Schliemann che, prima di abbandonarsi alla realizzazione del sogno di ricercare Troia e scavare Micene, andò in pellegrinaggio nella terra arsa e inospitale del chiaro Odisseo e ne portò alla luce, in pochi giorni di estenuante lavoro nel caldo micidiale del luglio 1868, le tracce della reggia.

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