domenica 27 dicembre 2020

Il latino della domenica - 408


Sit bona librorum et provisae frugis in annum copia.
Che durante l'anno ci sia abbondanza di libri e di cibo.

Q. Orazio Flacco, Epistole, 1.18. Online su The Latin Library.           
[Via: Libriaco]           

martedì 22 dicembre 2020

Siena: gli alberi con la targa

 Visto che il chiodo c'è già, il numero di targa pure, perché non mettere anche un QR Code che indirizzi a una pagina di Wikipedìa che racconti, a chi non sa, di quale albero si tratta?


domenica 20 dicembre 2020

Il latino della domenica - 407

[La mente] non sopporta la casa, la solitudine, le mura domestiche...

[Seneca, De tranquillitate animi]

venerdì 18 dicembre 2020

Il Gran Plagiaro

Come sappiamo tutti a memoria sin dalla più tenera età scolastica, Alessandro Manzoni usò l'artificio di trascrivere una misteriosa cronaca seicentesca per distanziare il mondo che descrisse da quello in cui viveva e fingere che le cose andassero, così come le narrava, ai tempi andati e non certo ai suoi; una scelta certamente già fatta, quella di nascondersi dietro un misterioso scartafaccio, ma adesso abbiamo le prove che il riferimento è del tutto menzognero.

E' stato infatti ritrovato recentemente e pubblicato da un importante editore inglese (Penguin Books), il testo originale che 'ispirò' il Manzoni: si tratta del romanzo di A. Bigbeef, The betrothed.
La storia è proprio quella che conosciamo ne I Promessi Sposi e il Manzoni riprese addirittura alla lettera il contenuto del libro che, voltatoglielo un qualche amico dall'inglese in italiano, adeguò alla lingua della prima metà dell'ottocento.
Mentre vi rimando al testo originale inglese per un approfondimento puntuale, sentite un po' come comincia il romanzo del misconosciuto A. Bigbeef:

    One arm of Lake Como turns off to the south between two unbroken chains of mountains, which cut it up into a series of baysand inlets as the hills advance into the water and retreat again, until it quite suddenly grows much narrower and takes on theappearance and the motion of a river between a headland on one side and a wide stretch of shore on the other. The bridge which connects the two banks at that point seems to make the change of state still clearer to the eye, marking the spot where the lakecomes to an end and the Adda comes into being once more — though further on it again takes the name of a lake, as the banks separate, allowing the water to spread out and lose its speed among more bays and fresh inlets.


È evidente che per la lingua il Manzoni ci ha messo molto del suo; per il resto si tratta di un volgare copia-incolla (pensate: anche il numero dei capitoli, trentotto, è rimasto immutato e nel libro si trovano esattamente gli stessi personaggi che l'autore britannico volle italiani, avendo ambientato la sua storia proprio nella zona di Milano, sul far del '600).

Ora, finalmente, la grandezza di Alessandro Manzoni subisce un innegabile ridimensionamento e migliaia di infelici studenti italiani gioiranno nel sapere la verità su un Capolavoro Italiano... mancato.

[Via: Libriaco]

lunedì 14 dicembre 2020

giovedì 10 dicembre 2020

domenica 6 dicembre 2020

Il latino della domenica - 405

 

Chi può capire, capisca.

(Matteo, 19:12)

Immagine tratta da: Luigi Serafini, Codex Seraphinianus, New York, Abbeville Press, 1983

sabato 5 dicembre 2020

L'Italia senza futuro

Stamani un'amica veneta mi ha messaggiato per congratularsi del fatto che la Toscana sia passata dal Rosso all'Arancione:

Le dico che saremo Arancione a partire da domenica.
Mi risponde che su tutta la stampa si scrive che la Toscana è diventata Arancione!

Cerco un documento che confermi la mia affermazione, ma anche La Nazione online è ambigua, salvo che non si presti attenzione al virgolettato:

L'indicativo presente usato al posto del futuro prossimo, nel parlare quotidiano e nello scrivere, è diventato di uso comune; quando frequentavo le elementari, la maestra mi avrebbe sottolineato in rosso e in blu la frase: "Questa estate vado in vacanza in campagna dagli zii". Oggi invece futuro e presente sono la stessa cosa; il passato esiste ancora per qualche storico e per i vecchi delusi dal mondo.

E voi, dove andate in vacanza la prossima estate, io vado...

sabato 28 novembre 2020

L'ha detto i' Giani


 

I dati fanno ben sperare: mi batterò con tutte le mie forze perché anche quest'anno in Toscana il 25 Dicembre sia Natale.


lunedì 23 novembre 2020

Siena e le Raccolte

 

Forse chi 'abbandona' i sacchetti non ha tutti i torti: la raccolta dell'indifferenziata è dimensionata per una volumetria minima e la 'calotta' si blocca un giorno sì e uno no; i cassoni per la carta e per l'umido si aprono con difficoltà, specie se si è anziani.

Ma questa è la tecnologia, bellezze!

domenica 22 novembre 2020

Il latino della domenica - 403

Andrà tutto bene (mah!)

La scritta pubblicizza la mostra personale di Manuela Bedeschi, presso lo studio di Cleto Munari, in Contra' Chinotti 3, a Vicenza. [Foto credits: RobbieBi]

venerdì 13 novembre 2020

Tempo di calendari

 
Un calendarietto (del 1978!), ritrovato in C. Pavese, La bella estate.
(Peccato, sì, non averlo trovato dentro Il compagno!)
 

lunedì 9 novembre 2020

Smart parking

Per parcheggiare in divieto di sosta non ci vogliono doti particolari: lo fanno tutti, da anni, senza il minimo rispetto e, ovviamente, senza che ci siano controlli. 

Per parcheggiare in divieto di sosta e sulle strisce pedonali ci vuole però un piccolo guizzo d'intelligenza in più.

 

[Venerdi 6 novembre, presso la COOP di S. Miniato - Siena.]

 

mercoledì 4 novembre 2020

4 Novembre 2020

 
Ho digitalizzato il libro di Ardengo Soffici, La ritirata del Friuli, ormai di pubblico dominio, dedicando questa lieve fatica a mio nonno che, fante della classe 1888, la Grande Guerra l'ha combattuta tutta e ha avuto la fortuna di poter tornare a fare il contadino nella natìa Maremma.

Per scaricarlo (il formato è epub), cliccare QUI
 
La foto di copertina ritrae mio nonno.

sabato 31 ottobre 2020

Non sanno quello che fanno

 

Sbagliano; hanno sbagliato; non sanno quello che fanno.

Perché dovremmo perdonarli?

 

domenica 18 ottobre 2020

Il latino della domenica - 398


L'abitudine è potentissima signora di tutte le cose. 

[Plinio, Storia naturale, citato in: Montaigne, Essais (1580-1595), Milano, Bompiani, 2012. Trad. F. Garavini]

domenica 11 ottobre 2020

venerdì 18 settembre 2020

domenica 6 settembre 2020

sabato 5 settembre 2020

Alla carta


Anche a Siena stiamo cominciando a utilizzare i cassonetti intelligenti.
Pare che nessuna municipalità, per ora, si sia resa conto che per usarli occorra anche avere dei cittadini intelligenti.


giovedì 27 agosto 2020

Aprire le finestre

Quando fu lanciato Windows 95, nell'agosto del 1995, la TV ci aveva bombardato con le immagini, provenienti dagli USA, di folle di acquirenti in fila ad attendere l'apertura dei negozi per essere i primi a mettere le mani sul software rivoluzionario.

Anche nell'azienda dove lavoravo io a Siena (un misto tra rivenditore di hardware, di soluzioni software e di registratori di cassa) assistemmo allo stesso spettacolo: quel giovedí mattina, ad aspettare che venisse tirato su il bandone per acquistare il "miracoloso" sistema operativo c'era... una sola persona.

Un cimelio di Windows 95, dalla mia raccolta: il mouse pad
 

martedì 4 agosto 2020

Salvate le infofoche




Ho vissuto, poche settimane fa, una strana mattina in un'aula di un corso di formazione dove una molto over-50 mi ha quasi commosso con le sue domande da assoluta analfabeta informatica: "Ma il clic, col destro o col sinistro?" e con la sua incapacità di tenere fermo il mouse e contemporaneamente cliccare.
L'argomento che trattavamo non era ovviamente: "Come Usare Windows" e sono stato rallentato dalla sua presenza oltre ogni ragionevolezza.

Alla fine del corso la signora si è trattenuta un po' con me, che sarei dovuto entrare in un'altra aula, mezz'ora dopo, magari riuscendo prima anche a mangiare qualcosa, per raccontarmi i problemi che ha nell'ambiente di lavoro e la difficoltà, alla sua età, a capire cose nuove, senza che qualche collega o uno dei 'ragazzi' dell'help desk interno le dia mai una mano. Quando se n'è andata aveva gli occhi lucidi.

Superata una certa età, per molti adeguarsi ai cambiamenti di questo mondo liquido è molto difficile, non c'è niente da fare; ci possiamo anche scherzare su ma per alcuni è una vera tragedia: si trovano catapultati in un vero labirinto, non si sanno orientare, non capiscono più come muoversi e naturalmente li assale la paura di smarrirsi definitivamente. Un sostegno psicologico aziendale forse potrebbe dare una mano ma credo che sia chiedere troppo. Gli over sono destinati a rimanere in trincea, e fino almeno a 67 anni, in condizioni di grave difficoltà. Non ci sono né leggi ForneroJobs Act in grado di ringiovanire le capacità di apprendimento di una persona.

Ma chi se ne frega: combatti o muori!


[Immagine: Logo di FOCA, Fingerprinting Organizations with Collected Archives, strumento opensource per la ricerca di metadati e informazioni nascoste in documenti che scansiona]

sabato 1 agosto 2020

Bologna, Agosto 1980


Copiaincollo un post che ho pubblicato qui nell'agosto del 2007.

Le nostre vacanze di quell'estate 1980 erano finite troppo presto, per colpa mia.
Avevamo parcheggiato il camper (in realtà, un vecchio furgone 238 Fiat riadattato) in un parcheggio sotterraneo piuttosto distante dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, mèta della nostra mattina culturale. Il parcheggio andava a fasce orarie e avevamo fatto i nostri conti per spendere il meno possibile. Il Museo risultò però incredibilmente interessante, Durer, Brueghel, Bosch.... Il tempo passò troppo in fretta e quando ci accorgemmo di stare per entrare nella fascia oraria in cui il balzello del parcheggio ci sarebbe costato un bel po' di scellini uscimmo in fretta, più di corsa che a passo veloce; è vero che Orazio aveva inscenato una incredibile pantomima alla biglietteria, mostrando il suo libretto universitario e cercando di far capire, un po' in inglese e un po' in pugliese, che, come studenti, dovevamo avere uno sconto, che poi ci fecero, ma avevamo veramente i soldi contati e il costo della vita a Vienna era ben più alto che in Italia.
Arrivati appena in tempo al parcheggio, mi misi alla guida cercando di arrivare all'uscita prima dello scadere dell'orario. Ahimè, così al coperto, non avevo valutato l'altezza del furgone e, a una curva troppo stretta, feci impuntare il tettino in uno spigolo di cemento sporgente, forse non ben segnalato, producendo un gran di rumore e un notevole 'taglio' nella lamiera: accorsero un paio di sorveglianti, per vedere cosa era successo, passarono una decina di minuti e ovviamente, all'uscita, fummo costretti a pagare per la fascia oraria in cui eravamo rientrati per una manciata di minuti di ritardo.
La cosa più brutta era che il camper, Domenico, il terzo componente del gruppo, lo aveva avuto in prestito da suo cognato, con l'impegno di riportarlo a Firenze entro il 9 o 10 agosto, per consentire a lui e alla famigliola di andarsene in vacanza. Che cosa potevamo fare? Certo non raccontargli l'accaduto, a rischio di problemi familiari per Domenico; decidemmo allora, dopo una serie concitata di telefonate in Italia (non c'erano i cellulari!), di rientrare qualche giorno prima, per consentire a un amico carrozziere, che avevamo rintracciato ancora al lavoro nella sua officina, di porre rimedio al danno in maniera 'invisibile': avremmo usato i soldi risparmiati dall'accorciamento della vacanza per pagare il lavoro.
Fui immediatamente esonerato dalla guida in città e cominciammo il rientro, ormai abbastanza abbattuti per l'incidente e per la brutta chiusura della vacanza, decidendo, per far prima, di guidare anche di notte.
Orazio doveva rientrare a Pisa, con Domenico, per ripartire subito dopo verso la Puglia, dai suoi.
Domenico doveva riportare il camper a Firenze, dopo aver accompagnato me a Follonica.
Visto l'anticipo, Orazio decise di fermarsi qualche giorno da alcuni amici a Bologna, per poi andare da lì in Puglia; i bagagli li aveva con sé e non c'era motivo di ripassare da Pisa.
Il pomeriggio del primo di Agosto, arrivati a Bologna poco dopo le 16:30, parcheggiammo in prossimità della stazione, per accompagnare Orazio a consultare gli orari dei treni e a fare la prenotazione e il biglietto per il suo rientro. La stazione, nonostante il periodo dell'anno, non mi sembrò particolarmente affollata; girellammo un po' per il salone, mentre Orazio era in fila, poi lo accompagnammo poco lontano, dove abitavano i suoi amici. Senza neppure scendere per salutare i suoi nuovi ospiti, riprendemmo la strada verso Follonica: volevamo arrivare a casa dei miei per l'ora di cena.
La cena fu veramente ristoratrice, così come gli abbondanti lavacri, e la mattina dopo, sabato, dormimmo fino a tardi; a tavola, saltata la prima colazione, eravamo famelici.
L'immancabile TV rumoreggiava in sottofondo, ma non la ascoltavamo, presi a rispondere alla curiosità dei miei per la nostra vacanza; a un certo momento però ci accorgemmo che parlavano di Bologna, della stazione, ci voltammo meccanicamente "Eravamo lì ieri pomeriggio..."
Il silenzio fu poi agghiacciante: capimmo cosa era successo. Un incidente? Un attentato?
Muti, un raggrinzire della pelle, ci prese stretti quella commozione ti fa luccicare gli occhi; e un pensiero non detto, negli sguardi tra me e Domenico: chissà, forse andando un po' più piano o non viaggiando di notte, saremmo potuti essere lì anche noi, a quell'ora.