lunedì 21 luglio 2008

Un documento ben cotto

Durante i miei corsi di formazione, quale che sia l'argomento informatico che tratto, cerco sempre di instillare nei miei allievi il dubbio che i loro dati possono andare persi da un momento all'altro.
Sottolineo l'importanza di fare copie dei file su cui lavorano, usando sistematicamente salvataggi su cartelle condivise di rete, che di notte sono automaticamente duplicate dai sistemi di backup presenti in qualsiasi azienda che si rispetti; ma è un'abitudine, questa, che nelle grandi aziende hanno praticamente già tutti.
Nelle aziende medio-piccole c'è tuttavia ancora la tendenza a tenere 'per sé' gran parte delle elaborazioni o dei dati su cui si lavora, fidandosi della lunga vita dell'hard disk del proprio PC, e solo pochissimi comprendono l'importanza di masterizzare periodicamente un CD o un DVD con il proprio lavoro.
Sembra che questo tipo di supporto ottico, noto alla stragrande maggioranza degli utenti di informatica perché può servire a registrare file audio MP3 o film posseduti più o meno legalmente, continui ad essere uno sconosciuto mezzo per effettuare copie dei dati.
In aula si finisce poi col parlare di leggi che consentono la tenuta dei dati, anche fiscali, su supporti elettronici, delle pennine USB che non mancano ormai quasi più a nessuno, ma a tutti sfugge una cosa fondamentale: la vita media del supporto.
Insomma, in teoria, ma anche in pratica, i supporti che usiamo non sono eterni. Si pensa che la vita media di un CD sia di 10 anni, di un DVD di 30, ancora più lunga per la tecnologia Blu-Ray , 5 anni per le chiavette USB. E come si possono allora affidare dati importanti a oggetti dalla vita così relativamente breve? (Se avete qualche arcaico programma su un floppy disk da 5" e 1/4, ammesso che riusciate ancora a trovare un lettore, probabilmente non sarà più leggibile...).
Quando racconto di queste limitazioni, vedo qualche faccia preoccupata. "E se ho dei dati importanti su un vecchio CD...?"
"L'unico sistema è farne una copia, e così di seguito, durante l'arco della vita media del supporto..."
"Ma l'archiviazione elettronica dei documenti?".
Alzo le spalle: "Non lo so. Se la legge mette un obbligo temporale relativamente breve per la conservazione dei dati, siamo comunque a posto"
"E allora che si dovrebbe fare?"
"Mah..., voi che suggerite?"
Qualcuno azzarda: "La carta...I documenti sulla carta si mantengono per secoli".
Ecco, ci siamo arrivati. La carta, ma certo non quella comune, acida, che dopo qualche decennio si distrugge; quella speciale o magari si dovrebbe tornare alla carta fatta con gli stracci... è quella che si mantiene più a lungo. Le Bibbie di Gutenberg, tanto per parlar di carta stampata, hanno 600 anni.
Io ascolto un po', poi scuoto la testa.
"Come, neanche la carta?".
"Eh no, se volete veramente che un documento si conservi per millenni, o lo scolpite nella roccia, oppure.... lo scrivete su tavolette di creta e poi le fate cuocere. Vi ricordate della scrittura cuneiforme in Mesopotamia?"

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