Quando la signora Roberta mi mise davanti tre matassine di filo di stagno per saldature di diverse dimensioni, dicendomene i prezzi, rimasi incerto su quale comprare. "E quello lì dietro, quanto costa?" le chiesi indicando un rocchetto sullo scaffale alle sue spalle. "Questo viene diecimila lire, è conveniente, se uno deve saldare molto...". Il senso della frase, mi conosceva come habitué del suo negozio di elettronica, era "Butti via i soldi, quando mai lo userai tutto?". Naturalmente optai per il rocchetto. In realtà poi lo usai ben poco: cominciai a lavorare con le 'breadboard' per fare qualche prototipo di circuito logico, da riproporre durante le lezioni di Laboratorio di Misure Elettroniche in un Istituto dove ero stato nominato supplente annuale. In seguito l'informatica prese il posto dell'elettronica, come hobby e come lavoro.
Oggi, a Follonica, a casa di mia madre, ho avuto a che fare con un cavo TV con un falso contatto; il solito cavetto pressofuso che, dopo che hai spostato la TV un paio di volte, si rompe. Da qualche parte dovrei avere un saldatore rapido, ho pensato. Cercando in cantina, ho trovato il saldatore e, sì, il famoso rocchetto di filo di stagno acquistato più di venti anni fa; un buon investimento: ho rimesso in funzione il cavo TV.
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