
Mi è stato anche riferito del fastidio che questa presenza, rumorosa, dà a chi è lì per studiare, per leggere, in silenzio.
Sì, perché nelle biblioteche si legge nel silenzio e 'in silenzio', cioè non ad alta voce, ovviamente.
Questo nostro modo di fare non ci stupisce certo, ma non è sempre stato così: infatti la lettura 'in silenzio' sorprese notevolmente Agostino di Ippona (354-430) quando, in visita al vescovo di Milano, Ambrogio (339-397), si accorse, con meraviglia, che il sant'uomo praticava questa attività intellettuale non ad alta voce, come facevano, e da sempre, tutti quelli che sapevano leggere, ma in silenzio.
" [Ambrogio] leggeva scorrendo le pagine con gli occhi, il cuore intento a penetrare il senso, mentre voce e lingua riposavano. Spesso eravamo presenti (a nessuno era proibito entrare e non c'era l'uso di farsi annunciare) e lo vedevamo leggere in silenzio, mai in altro modo."
(Le confessioni, VI, 3.3)
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