domenica 25 maggio 2008

Tiralinee


'Ma te lo ricordi, il tiralinee', fa all'improvviso mia moglie.
'Certo'.
'Non ho mai capito come potesse funzionare, mettevi qualche goccia di inchiostro di China nel beccuccio, cominciavi a tracciare una linea appoggiandolo ad una riga, e quasi subito sbaffavi perché l'inchiostro toccava la riga e ci si attaccava, sporcando tutto il foglio.'
'Mi ricordo. Sai quanto l'ho usato alle Medie, sì, ma anche al Liceo! L'inchiostro non esce per lo stesso motivo per cui le zanzare possono stare su una pozza d'acqua senza affogare: è la tensione superficiale che lo tiene all'interno del beccuccio e non lo fa versare dai lati, almeno credo. Il difficile era fare delle linee o dei tratteggi di spessore voluto!'
'Per fortuna poi arrivò il Rapidograph!. Ma tu ce l'hai sempre?'
'Cosa?'
'Il rapidograph. Ma non mi dire che da qualche parte hai anche il tiralinee, non ci posso credere!!!', mi sorride beffarda.
'Certo, ho sempre il compasso comprato in prima o seconda media'. 'Cecoslovacco', aggiungo, calcando sulla parola.
'Per fortuna che con i traslochi ci siamo persi un sacco di cose; io avevo un Salmoiraghi, si diceva che i compassi cecoslovacchi fossero i migliori'.
'Ci puoi scommettere', rispondo, saputo. Mi alzo e dopo un po' ritorno con la scatola, che ha ancora tutti i pezzi. 'Il compasso l'ho usato anche a Ingegneria, all'esame di disegno, con montato su un rapidograph..'
'In disegno tecnico sono sempre stato bravino. L'esame che feci fu massacrante: una sezione di un pezzo meccanico, filettature, chiavette... Otto ore continue, seduto su uno sgabello, piegato sul tavolo da disegno, in un caldo giorno di giugno con il sudore che si faceva fatica a non far cadere sui fogli. Alla fine della prova pratica presi ventinove!'
'Ah, e all'orale?'
Una schiarita di voce, mi rialzo e vado a rimettere a posto la scatola del compasso, per evitare una risposta dolorosa.
'A disegno ornato però eri un cane!', sento dalla stanza accanto.
'Lo so, lo so, ho una mia teoria al proposito', faccio, rientrando.
'Che teoria?'
'Secondo me, per saper disegnare bisogna avere già da bambini molta fantasia e anche essere persona di spirito. Io fino alla fine dell'adolescenza ho avuto una mentalità fortemente 'tecnica'; le mie proff di italiano dicevano che scrivevo bene, ma 'come un giornalista'. In quinta liceo, poi, saranno state le letture o la musica pop, un po' sono cambiato, ma ormai il male era fatto: niente capacità grafiche né senso artistico, come sai.'
'Ora non tirar fuori la solita storia che ti hanno dato dieci in italiano al compito di maturità!'
'Beh, così è, che ci vuoi fare: dieci su dieci!'
'Ma adesso l'unica cosa che sai fare è scribacchiare, male, i tuoi post'
'Ho anche le mie squadrette di plastica celeste, trasparenti, dell'Antica Fabbrica Vittorio Martini. Le vuoi vedere?', chiedo di rimando io, cercando di sgattaiolare dal giudizio poco benevolo.

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