Quando avete per le mani un libro nuovo, cosa fate?
Sono curioso di conoscere l'approccio che gli altri lettori hanno quando stanno per cominciare a leggere un libro appena comprato.
C'è chi, pedantemente, inizia a leggere la prefazione; chi dà invece un'occhiata alla quarta di copertina, magari per farsi un'idea del contenuto e, talvolta, della stringatissima biografia dell'autore.
C'è sicuramente chi scorre i titoli dei capitoli e ne legge, a caso, qualche frase (ma questa è pratica che i lettori esperti applicano in genere alla saggistica e prima di acquistare un libro).
Io ho un'abitudine ben diversa da quelle descritte; se il libro non è proprio un economicissimo giallo, magari stampato qualche decennio fa, allora la prima cosa che faccio, immancabilmente, è di leggere, in fondo al volume, l'estratto del catalogo dei libri che l'editore pubblica nella collana del libro stesso.
Prima ancora di iniziare a leggere ho bisogno di sapere quali piaceri mi può ancora dare la lettura, di vedere se alcuni dei libri in elenco li ho già letti, quali autori sconosciuti sono presenti ad aprirmi il mondo delle loro idee e dei loro pensieri, di quali autori, invece familiari, non ho letto qualche importante lavoro.
E' certo che, con il passare dei decenni, non ho più il desiderio famelico dell'adolescente, né lo stupore per mondi che non sapevo neppure che esistessero, ma il catalogo, in fondo al libro, è ancora per me un'irresistibile porta verso le meraviglie del possibile, oltre a un lungo elenco di ricordi.
Sono stato cosciente di questo gesto, ormai abituale, ieri sera, aprendo Il quarto libro della fantascienza, una raccolta di racconti curata da Fruttero e Lucentini, un tascabile Einaudi di 15 anni fa trovato, intonso, tra libri usati.
E allora eccomi a scorrere titoli e titoli e a chiedermi: chi sarà questa traduttrice di Omero; quanto tempo fa ho letto I re taumaturghi di Bloch; Todo modo di Sciascia era il primo anno di università? Lietta Tornabuoni, sì, i suoi articoli li leggevo su Linus. E la Praga magica di Angelo Maria Ripellino perché l'avrò abbandonata a prender polvere su qualche scaffale?
Ma poi sono sprofondato Nelle fogne di Chicago, un racconto di 180 anni fa che apre la raccolta.
E adesso, è l'ora giusta, continuo con gli altri.
Buona notte.
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