Quando, qualche anno fa, mi era capitato di leggere un libro scritto a più mani per celebrare Martin Gardner avevo pensato che fosse un Gedenkschrift e non un Festschrift, cioè uno scritto 'in memoria di' e non 'in onore di'.
Scopro adesso, sfogliando il numero 12 del magazine Make (Novembre 2007), che Gardner è ancora vivo e brillante, all'età di 93 anni suonati.
Gli articoli che scriveva per la rubrica Mathematical Games di Scientific American (dal 1956 al 1981) erano intriganti: si passava da rompicapi a labirinti, da problemi topologici a divertenti costruzioni di modellini di carta (penso agli esaflexagoni...) per arrivare a simulare il gioco della vita, impostando semplici e rigorose regole di duplicazione, sopravvivenza e morte alle 'celle' di uno schermo di un computer.
La rubrica fu molto seguita e gli articoli furono raccolti in libri di successo (in Italia li pubblicò Sansoni), che di quando in quando mi capita di riaprire.
L'interesse di Gardner per la magia (preso a pretesto per l'articolo-intervista fatto da un professore emerito di Fisica dell'università di Lock Haven) è solo quello di un uomo dall'intelletto acuto che vuol sempre rendersi conto di quanto lo circonda, e spiegarsi le cause dei fenomeni, anche i più strani, che accadono.
In queste riflessioni su Make, sparse e purtroppo non abbastanza lunghe, fanno capolino un paio di nomi: quello di Carl Sagan, apprezzato per la sua natura di scrittore molto critico di vari aspetti della scienza, e quello dell'oggi ignorato Hugo Gernsback, editore di Electrical Experimenter dal 1911 (divenuto poi Science and Invention) e di un gran numero di periodici scientifici e di narrativa di fantascienza, Amazing Stories primo fra tutti, nonché lui stesso scrittore di fantascienza. I cultori del ramo sanno che è da Gernsback che prende il nome il prestigioso premio Hugo.
Gardner cita Gernsback perché, giovanissimo, dalla lettura delle sue riviste ebbe gli stimoli per interessarsi di scienza e di matematica.
E non viene passato sotto silenzio neppure l'amore di Gardner per i libri di Lewis Carroll: è nota una sua edizione critica, piena di interessanti commenti, di Alice.
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