Pausa pranzo diversa, oggi: dovendo passare un'ora di tempo in un'aula con PC e videoproiettore, perché non mettersi a guardare un filmato? Devo dire che non ci avevo mai pensato!
Leggendo, nei giorni scorsi, Il quarto libro della fantascienza mi ero imbattuto in un racconto di Rod Serling, lo sceneggiatore e produttore della serie americana Twilight Zone (Ai confini della realtà) e mi era tornato in mente il telefilm che ne era stato tratto e che avevo visto nell'infanzia, all'inizio degli anni '60.
Ricordo nettamente l'angoscia in cui erano capaci di farmi piombare quelle storie, improbabili ma possibili, che in meno di mezz'ora narravano situazioni paradossali, assurde, spesso senza una soluzione.
Recuperato con un veloce 'passaparola' il filmato in oggetto, ed altri della stessa serie, lo avevo lasciato nel portatile in attesa dell'occasione propizia per poterlo gustare.
Quando i miei allievi sono usciti per la pausa pranzo, io mi sono piazzato in prima fila, ho collegato il mio PC al sistema di videoproiezione e mi sono guardato il telefilm L'odissea del volo 33.
Il telefilm regge ancora alla prova degli anni, l'ambiente angusto della cabina di pilotaggio è la scenografia dove si alternano le paure e le speranze del personale di volo di un aereo che si trova all'improvviso a fare un 'viaggio nel tempo' da cui non può uscire.
Angosciante il messaggio della voce fuoricampo, nell'originale è dello stesso Serling, nel finale che rimane volutamente 'aperto':
Leggendo, nei giorni scorsi, Il quarto libro della fantascienza mi ero imbattuto in un racconto di Rod Serling, lo sceneggiatore e produttore della serie americana Twilight Zone (Ai confini della realtà) e mi era tornato in mente il telefilm che ne era stato tratto e che avevo visto nell'infanzia, all'inizio degli anni '60.
Ricordo nettamente l'angoscia in cui erano capaci di farmi piombare quelle storie, improbabili ma possibili, che in meno di mezz'ora narravano situazioni paradossali, assurde, spesso senza una soluzione.
Recuperato con un veloce 'passaparola' il filmato in oggetto, ed altri della stessa serie, lo avevo lasciato nel portatile in attesa dell'occasione propizia per poterlo gustare.
Quando i miei allievi sono usciti per la pausa pranzo, io mi sono piazzato in prima fila, ho collegato il mio PC al sistema di videoproiezione e mi sono guardato il telefilm L'odissea del volo 33.
Il telefilm regge ancora alla prova degli anni, l'ambiente angusto della cabina di pilotaggio è la scenografia dove si alternano le paure e le speranze del personale di volo di un aereo che si trova all'improvviso a fare un 'viaggio nel tempo' da cui non può uscire.
Angosciante il messaggio della voce fuoricampo, nell'originale è dello stesso Serling, nel finale che rimane volutamente 'aperto':
Un aviogetto Global in viaggio da Londra a New York in un pomeriggio qualunque del 1961. Un aereo ormai dichiarato scomparso, ricercato per terra, per mare e per aria da gente angosciata e senza più speranza. Ma voi e io sappiamo dove si trova quel jet, voi e io sappiamo quello che è successo. Perciò se un giorno, in qualsiasi momento sentirete il frastuono delle turbine di un aviogetto che vola al di sopra delle nubi… turbine che sembrano sperdute e disperate … lanciate un razzo in aria, fate qualcosa. Perché quello è il Global 33 che tenta di tornare a casa… dai Confini della Realtà.---
[Aggiornamento del 08/08/2014]
Il telefilm è stato ritrasmesso poco fa, poco dopo le 20, da RAI 3 che sta rimettendo in onda gli episodi della serie 'culto'.
Visto ieri sera per la prima volta...infatti mi trovo su questo blog non a caso, alla ricerca di informazioni su questo bellissimo episodio.
RispondiEliminaCredo che questa serie si ispiri profondamente alla realtà... come determinati libri, racconti, miti e leggende non fanno altro che descrivere in chiave "romanzata"
vicende assolutamente reali.
D'altronde come dice il detto la realtà supera la finzione.
Quando sento la sigla dei telefilm della serie mi vengono ancora i brividi, come da bambino...
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