A proposito di Webster...
Nessuno vuol più vivere in città, ormai; gli uomini si isolano e preferiscono tornare ad abitare nei piccoli agglomerati di campagna. In fondo, è la vita stessa che non piace più: è meglio una lunga ‘ibernazione’ e qualche raro risveglio pieno di ricordi e di rimpianti che una inutile e demotivata partecipazione alla realtà.
E nel mondo che si spopola sempre più, sono i cani a trasmettere le leggende degli uomini, anzi, dei Webster, come ormai li chiamano.
Generazioni e generazioni di cani, parlanti e intelligenti, e semieterni robot, loro compagni e guide, ultimi contatti e memoria dei ‘webster’ che li crearono, popolano un mondo ormai sonnolento.
Passerà così l’eternità, in una crepuscolare saga ‘country’ americana, oppure altri esseri, o altri tipi di uomini, daranno una svolta alla vita sul pianeta?
City (in Italia: Anni senza fine), di Clifford D. Simak, è una delle più classiche raccolte di racconti di fantascienza degli anni ‘50, una narrazione ben lontana dai mondi ipertecnologici, ma riflessiva e piegata su se stessa, quasi a presentire un desiderio per una diversa ‘way of life’ che un decennio più tardi sarebbe sfociato nella protesta degli ‘hippies’.
Nessun commento:
Posta un commento