Qualche volta passo un po' di tempo in cucina: mi piace (tentare di) cucinare. Ho sempre avuto una manualità molto scarsa e usare coltelli, forchette e colini mi aiuta a migliorarla; mi piace stare tra i fornelli soprattutto perché riesco a rilassarmi: cerco di risolvere problemi di poco conto, ma per me nuovi, e di imparare ad usare tutti i sensi nel fare il più semplice dei sughi o una pappa al pomodoro.
E' poi un esercizio, e per questo credo di gradirlo molto, che si conclude in un breve arco di tempo e che posso sottoporre subito al mio giudizio molto critico. Non sono un buongustaio, ma ho una spiccata sensibilità gustativa e olfattiva e riesco a riconoscere le minime variazione dei sapori.
La cucina è chimica, ma qualche volta penso sia alchimia, e ogni volta che ci si mette al lavoro l'opera al nero riesce diversa.
Per provare emozioni (culinarie) nuove e di facile realizzazione, mi sono messo anche, le scorse settimane, a preparare il pane. Senza indicazioni da parte di nessuno (mia moglie sa che il pane si compra in un negozio di alimentari; mia mamma non lo ha mai fatto e i suoi ricordi, al riguardo, risalgono a confuse descrizioni di una sua nonna che lo faceva...) partendo da una base di indicazioni facilmente reperibili in Rete, sono riuscito ad ottenere dei risultati 'mangiabili'.
Per ora so fare del pane comune, dei panini all'olio e anche dei 'ciaccini' (una sorta di pasta schiacciata, con sopra olio e sale), a richiesta anche ripieni...
Il tutto senza strumentazione né forni particolari.
L'odore di pane appena sfornato che invade la cucina ed il piacere di mangiarlo ancora caldo si avvicina molto al godimento di una buona lettura...
A proposito di lettura, per sapere cosa c'è dietro a impasto, fermentazione, prima e seconda lievitazione, proteine del glutine etc., leggete I segreti della pentola (Les secrets de la casserole - 1993) una interessante guida alla gastronomia molecolare del francese Hervé This.
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