E' la seconda volta, in 35 anni, che prendo l'influenza.
Questa settimana è stata veramente pesante: ho iniziato lunedì mattina con un po' di tosse e trentasette e mezzo, e sono andato a lavoro. La febbre si è poi stabilizzata su trentotto, trentotto e mezzo la sera, e sono dovuto andare a lavoro lo stesso.
Dopo l'ennesima nottata di sonno impossibile, di dolori e di tosse, stamani ho telefonato al mio medico, in ambulatorio.
"E' il male di stagione - mi ha detto - stia a letto caldo, si isoli dal resto del mondo, poi passa; io non la posso venire a vedere perché oggi pomeriggio non ci sono."
Dopo aver ricevuto gli stessi consigli che mi avrebbe dato mia nonna, che li avrebbe accompagnati però con una camomilla bollente, dolcissima e con tanto limone spremuto dentro, gli ho chiesto: "E per il certificato?" "Sì. sì, glielo faccio, ... il nome, mi ha detto...? Può far passare qualcuno lunedì a ritirarlo".
Per cortesia, l'ho ringraziato.
Dunque: non sa neppure chi sono, mi fa un certificato di malattia senza avermi visitato e devo venirlo a ritirare?
Ho scoperto che questa è la prassi per molti medici: c'è una scatola, nella sala d'aspetto, in cui vengono raccolte, in buste chiuse, i certificati e le ricette richieste; chiunque entri può cercare, tra le buste, quella che gli interessa e portarsela via.
Due considerazioni:
Questa settimana è stata veramente pesante: ho iniziato lunedì mattina con un po' di tosse e trentasette e mezzo, e sono andato a lavoro. La febbre si è poi stabilizzata su trentotto, trentotto e mezzo la sera, e sono dovuto andare a lavoro lo stesso.
Dopo l'ennesima nottata di sonno impossibile, di dolori e di tosse, stamani ho telefonato al mio medico, in ambulatorio.
"E' il male di stagione - mi ha detto - stia a letto caldo, si isoli dal resto del mondo, poi passa; io non la posso venire a vedere perché oggi pomeriggio non ci sono."
Dopo aver ricevuto gli stessi consigli che mi avrebbe dato mia nonna, che li avrebbe accompagnati però con una camomilla bollente, dolcissima e con tanto limone spremuto dentro, gli ho chiesto: "E per il certificato?" "Sì. sì, glielo faccio, ... il nome, mi ha detto...? Può far passare qualcuno lunedì a ritirarlo".
Per cortesia, l'ho ringraziato.
Dunque: non sa neppure chi sono, mi fa un certificato di malattia senza avermi visitato e devo venirlo a ritirare?
Ho scoperto che questa è la prassi per molti medici: c'è una scatola, nella sala d'aspetto, in cui vengono raccolte, in buste chiuse, i certificati e le ricette richieste; chiunque entri può cercare, tra le buste, quella che gli interessa e portarsela via.
Due considerazioni:
- ma tutto ciò è proprio 'legalmente' corretto, deontologia a parte?
- se sono malato come faccio ad andare a prendere il certificato per farne avere copia all'INPS e copia alla mia azienda?
Visto che ciascun dipendente è codificato in maniera univoca dall'INPS, non basterebbe che il PC del medico che compila il certificato aggiornasse il database dell'INPS e generasse un documento da inviare telematicamente all'azienda? Invece siamo ancora alle carte inviate con raccomandata con ricevuta di ritorno, come per i plichi del Regno delle Due Sicilie...
Morale: dovrò usare dei giorni di ferie per coprire queste mie giornate di malattia. E' per avere questi bei servizi che da decenni pago il Servizio Sanitario Nazionale?
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