giovedì 7 febbraio 2008

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Pausa pranzo in ufficio, oggi. Come tutti i giorni, un pacchetto di cracker o una barretta di granaglie, uno yoghurt o un succo di frutta e un caffé della macchinetta; il mio stomaco ed il mio fegato non gradiscono un impegno maggiore, in ufficio non resta nessuno e si può godere di un po' di silenzio e di qualche lettura di blog in santa pace.
Potrei anche andarmene a casa a pranzare, abito vicino, ma in un'ora dovrei fare tutto di corsa e non ne vale la pena.
Oggi, dunque, cracker e yoghurt. E lo yoghurt è stato proprio l'argomento di discussione con un collega che, anche lui, spesso preferisce starsene tranquillo in ufficio piuttosto che nel caos del bar al piano di sotto.
Il mio yoghurt era uno di quelli senza marchio, venduti dalla COOP. Ecco, senza marchio proprio no: la COOP mette un marchio vistoso, giallo, ed una scritta con il più brutto dei caratteri tipografici, il Courier, sui prodotti a più basso costo.
Nella discussione di oggi, io sostenevo che il mettere un contrassegno così vistoso sulla merce più a buon mercato può procurare disagio in chi acquista: guardiamo tutti all'aspetto delle cose, chi vuol riempirsi il carrello di merce 'da poveri' per sciorinarla poi sul nastro di una cassa?
Secondo il collega, invece, l'uso del marchio giallo rende facilmente identificabile il prodotto e quindi ne consente l'acquisto da parte di chi, appunto, vuol scegliere un prodotto a basso costo, senza le garanzie che la COOP dà tipicamente sui suoi prodotti.


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