La colpa, è inutile negarlo, è di quell'austriacaccio di Heinrich Harrer.
SA prima, iscritto al Partito Nazista e addirittura SS poi, chissà quali principi di violenza e turpitudine avrà instillato nel piccolo e indifeso Tenzin Gyatso, di cui fu, per i casi della vita, tutore e amico mentre questi si esercitava da Dalai Lama.
E le violenze in Tibet, oggi, partono tutte da lì, dalla cricca del Dalai Lama che incita i suoi correligionari ed i suoi concittadini alle aggressioni contro i poveri e indifesi chinesi: dietro tutto quello che accade in questi giorni c'è il volto occhialuto e dal sorrisino di scherno dell'ipocrita monaco in arancione.
Così almeno la pensa, e lo scrive, la China ufficiale, in un acrimonioso articolo, seminascosto su Xinhuanet, che si può trovare qui.
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