giovedì 28 agosto 2008

Il cubo di Rubik

Cercavo, ieri sera dopo cena, un manualetto, che so di avere, sulla risoluzione del cubo di Rubik; volevo portarlo, stamattina, alla mia collega F. sulla cui scrivania ho visto ieri un cubo nuovo di zecca. "Sono tornati di moda e me lo hanno regalato per farmi fare un test - mi ha detto, crucciata - per vedere se lo sapevo risolvere!".


Conservo ancora un piccolo cubo-portachiavi regalatomi, nel periodo di massimo boom del gioco e cioè verso la metà degli anni '80, da una professoressa mia collega. E' un oggetto assolutamente inutilizzabile per la sua funzione (provate a mettere in tasca dei pantaloni un oggetto del genere e magari tentate anche di guidare ...) , e ne devo avere, non so dove, un altro più grande (lo distribuiva la Mondadori), regalatomi da mia moglie.
Avevo più o meno l'idea di dove cercare il libro, mi sono arrampicato su una sedia (beh, in realtà una sedia-scala, di cui magari parlerò in un altro post) ed ho spostato un po' di libri. Niente di fatto: ovviamente il libro si era nascosto con grande abilità e per riuscire a trovarlo l'unico metodo è far finta di non cercarlo, lasciar passare qualche giorno, poi mettersi a cercare qualche altro libro. La preda, rassicurata dalla mancata attenzione, salterà fuori tranquillamente e sarà facilissimo, allora, prenderne possesso.
Ma ierisera, visto che aveva capito che ne ero alla caccia, si era nascosta bene. Ho trovato però, a conferma di quanto detto sopra, un volume di saggi di Virginia Woolf, Ritratti di scrittori, che avevo cercato senza successo un mesetto fa. Mentre mi trovavo su, in alto, ne ho anche approfittato per curare una pianta che, a causa della posizione in cui l'abbiamo messa, è un po' trascurata e che aveva un bisogno urgentissimo di essere innaffiata.
Nel prendere in mano il libro della Woolf è caduto di piatto il libro che stava lì accanto, l'ho preso in mano per vedere cosa fosse; un vecchio amico, anche questo, acquistato tre o quattro anni fa, pur essendo nella mia lista di desiderata da almeno un trentennio: A book of nonsense di E. Lear, L. Carroll and others, un libro di poesiuole, giochi di parole, nonsense e limerick.
Immancabilmente mi sono messo a sfogliarlo, lì dove ero, in equilibrio precario e con poca luce, emulo quasi del Topo di biblioteca di Carl Spitzweg.
Sono sceso e non ho saputo resistere: ho leggiucchiato qua e là qualche limerick e ne ho trovati un paio che ho pensato si potessero rendere anche in italiano: ci ho provato.



There was an Old Man of Bohemia,
Whose daughter was christened Euphemia,
Till one day, to his grief,
She married a thief,
Which grieved that Old Man of Bohemia.

C'era un vecchio babbo in Boemia
che sua figlia chiamar volle Eufemia
un dì sposò, orrore,
uno scassinatore
e ne soffrì il vecchio di Boemia


Qui, on-line, il libro di Lear, completo dei disegni.

Nessun commento:

Posta un commento