Io l'ho conosciuta nella primavera del 1984, se non sbaglio.
Cosa facevo in quei giorni?
Con l'amico Marco F. mi gingillavo con il primo mini sistema che ci era dato occasione di vedere, un Honeywell microSystem 6.
La storia è lunga e merita un post a sé; di fatto, comunque, abbiamo avuto per alcuni mesi la possibilità di capire qualcosa del funzionamento di un vero sistema operativo, di un computer in 'time-sharing' e di un linguaggio di programmazione che si chiama COBOL. Tutto questo grazie alla disponibilità di un preside, che aveva nella sua aula di informatica quell'oggetto strano, costoso e assolutamente inutilizzato, e di un assistente tecnico disponibile e curioso.
Ricordo i manualoni color arancio vivo, tutti in inglese, del GCOS 6/400 che Marco si era portato a casa per studiare (ci era stato difficile, devo ammetterlo, anche solo capire quali erano quelli che andavano letti, fra i tanti, oltre una decina, che costituivano la biblioteca di corredo alla macchina) e che davano un tocco professionale alla sua cameretta di studente.
Fu in questo contesto che conobbi Eliza, proprio sul 6/20.
Eliza è un curioso programma, realizzato verso la metà degli anni '60 da Joseph Weizenbaum, ricercatore del MIT; il programma simula una psicoanalista con cui è possibile dialogare, tramite la tastiera, e che sollecita l'utente a parlare e a raccontare i suoi problemi. Per un po' Eliza sembra rispondere a tono nel dialogo che si instaura tra il 'terapeuta' e il paziente, poi ci si accorge che, in realtà, le frasi che compone sono basate su alcune parole-chiave che noi, come pazienti, abbiamo digitato oppure sono semplici sollecitazioni a continuare il discorso.
Il programma, nato come 'gioco' a latere dei primi studi sull'intelligenza artificiale, ebbe un clamoroso successo e causò all'epoca anche una serie di 'buffi' incidenti e di situazioni imbarazzanti, come si può leggere in Castelfranchi, Stock, Macchine come noi.
Qui il depliant del microSystem 6.
Qui si trovano versioni del programma scaricabili su PC.
Qui invece Eliza risponde direttamente dal web.
Di seguito, una videata del dialogo, neanche tanto assurdo, tra Eliza e un paziente (il sottoscritto).
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