venerdì 16 gennaio 2009

Sanità a Siena

Oggi ho fatto il buon Samaritano.

Ero appena uscito di casa quando mi sono accorto che il parabrezza dell'auto, appena scongelato, si stava gelando di nuovo. Mi sono fermato, in una piazzola in fondo ad un rettilineo, sono sceso e, armato di spray antigelo, mi sono messo a spruzzare il vetro della macchina. Pochi secondi dopo ha affrontato la curva una persona in motorino.
La curva, tracciata con rara maestria da un geometra che proprio quel giorno aveva comprato un curvilinee e si era divertito a fare tracciati stradali precisi precisi a 90 gradi, completa una strada così stretta, ma circondata da inutili campi incolti o giardini lasciati ad erbacce, così stretta che due autobus non ci si scambiano e se ci si trova in auto si teme sempre di essere speronati da quegli scatoloni di metallo arancione che ti vengono incontro. Parlare della progettazione di tutto il quartiere (il più bel quartiere della più bella città del mondo) non è però il momento; il motorino scivola sulla curva, ghiacciata, la persona cade pesantemente e picchia la testa per terra, ha il casco (no, non era una situazione climatologicamente critica, ma la manutenzione delle strade e un po' di sale servirebbero, ogni tanto. C'è da dire che, quando nevica, il quartiere si blocca perché, più qua o più là, qualcuno degli scatoloni di metallo che fanno servizio pubblico che è uscito al solito senza catene anche quando in città ci sono venti centimetri di neve, si intraversa nell'affrontare una curva....)

Corro in soccorso, la persona si lamenta, cerca di sollevarsi da terra. L'aiuto, si ferma un'altra auto, la spostiamo con cura a bordo strada. Col cellulare chiamo il 118, siamo forse a meno di un chilometro dall'Ospedale di Siena; l'attesa per parlare con l'operatore mi pare lunga, non controllo perché sono indaffarato a far cenno di rallentare alle macchine che arrivano troppo veloci su quella curva con un filo di ghiaccio: magari finisce che ci rimango anch'io.

Descrivo all'operatore la situazione della persona ferita. Manderanno un'ambulanza, mi dice. Vorrei vedere! Rimango solo, a far compagnia al ferito che lascio, dolorante ma senza gravi problemi, mi sembra; si è tolta il casco, ha un ginocchio dolorante; la faccio parlare, voglio capire se è pienamente in sé, sposto il motorino dalla strada, le recupero i documenti dal bauletto.

E aspettiamo, aspettiamo, aspettiamo, aspettiamo....

Aspettiamo 25 minuti, lunghissimi: se la persona incidentata fosse stata grave forse sarebbe morta, non so.
L'ambulanza arriva, senza sirena, si ferma poco distante dietro a due autobus e aspetta che questi facciano scendere e salire i passeggeri (!!!); è della Misericordia di un Comune vicino. Gli addetti si scusano per il ritardo, hanno trovato traffico....
Ma come, siamo a qualche centinaio di metri dal Santa Maria delle Scotte, due portantini sarebbero arrivati, a piedi, in dieci minuti, e l'ambulanza arriva dopo mezz'ora?

Sono io che pretendo troppo o c'è qualcosa che mi sfugge in come funzionano le cose nella Sanità?

Cercate di star sani, se potete, almeno da queste parti.

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