Cosa ci danno gli dei di più desiderabile di un'ora felice?
[Catullo]
È colpa degli eventi, sempre. Se poi sono straordinari non hanno scampo: sono la via di fuga per ogni responsabilità presente, passata e futura.
Nessuno, tra gli enti che gestiscono o i politici che dirigono, si sente personalmete toccato, mai. Avere una responsabilità o una colpa va aldilà del comportamento comune: Ego me absolvo sempre e comunque.
Chissà mai chi, nei vent'anni che abito in questo quartiere, dimenticato da dio e dai vigili urbani, avrebbe dovuto e dovrebbe occuparsi delle caditoie, trasformate nei decenni in graziose mini-aiuole di verzura che si ha persino paura di calpestare, non per il rispetto del verde ma perché si ha paura che il metallo, sotto l'erba, sia ormai talmente corroso da potersi trasformare, pur sotto il peso di un magro pensionato con la minima, in una trappola da Pronto Soccorso?
Ah, saperlo!
Mini aiuole d'inciampo, ex ruolo caditoie, qua e là per il quartiere di San Miniato, a Siena.
Anche mio nonno paterno c'era, tra i fanti del Regio Esercito e ce la fece anche a tornare a casa sano e salvo; molti suoi concittadini rimasero invece a imputridire nelle trincee del Carso.
Di
lui ho ancora una foto dell'epoca, curiosamente scattata a Siena
(Fotografia Fusai, Fonte del Casato, 2 - c'è stampigliato sul retro). La
guardo e non vedo in lui né segni di me, né il viso da vecchio che gli
ho conosciuto (oggi avrebbe 136 anni). Se l'è fatta tutta, la Guerra,
dallo scoppio alla fine; ha lasciato la famiglia, è andato ad ammazzare
nemici (ma anche a cercare di non ammazzarli: succedevano strane cose,
nelle trincee, da entrambe le parti) poi è tornato alle mucche, ai buoi e
ai campi di grano, sulle colline della Maremma.