giovedì 24 luglio 2014

Sono pazzi questi Toscani

Il tema di questo libro mi ha incuriosito; sarà una delle letture dei prossimi giorni.


E. W. Mellyn, Mad Tuscans and Their Families, University of Pennsylvania Press, 2014

Dalla presentazione editoriale [la traduzione è mia]:

Elizabeth W. Mellyn, basandosi su trecento cause civili e penali che si estendono in un arco di oltre quattro secoli, ricostruisce la miriade di modi in cui famiglie, comunità e autorità civili e sanitarie si sono incontrate nella dinamica arena toscana delle aule giudiziarie per forgiare soluzioni pragmatiche ai problemi che la follia aveva portato nelle loro famiglie e per le loro strade. In qualche caso le soluzioni furono protettive e palliative; in altri diedero luogo ad abusi o a predazioni. Gli obiettivi delle famiglie erano talvolta contrari a quelli delle corti di giustizia ma per lo più le famiglie e i giudici lavorarono insieme per comporre famiglie e comunità in modo da servire gli interessi pubblici e quelli privati.

Per la maggior parte del periodo esaminato dalla Mellyn, le comunità toscane non hanno istituzioni dedicate solamente al trattamento e alla protezione di persone mentalmente disturbate; la responsabilità per le loro cure di lungo periodo ricadevano sulle famiglie. A partire dalla fine del diciassettesimo secolo i Toscani, come gli altri Europei, erano giunti a spiegare la follia in termini medici e chi era mentalmente disturbato cominciava a essere spostato dalla propria famiglia a un ospedale. In "Mad Tuscans and Their Families", la Mellyn argomenta contro la convinzione comune che questi cambiamenti tracciarono la nascita del meccanismo del controllo sociale da parte degli stati assolutisti emergenti. La storia della malattia mentale è, piuttosto, una storia di false partenze, espedienti, compromessi e consensi creati da una vasta compagine di figure storiche.
 

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