
Domani, per lavori di manutenzione sulla rete idrica di Siena, è prevista l’interruzione temporanea della fornitura d'acqua in Strada del Vinaio.
Qui la notizia.
Ginevra, 25 dicembre 1764
Mi rivolgo a voi, Signora, come all’amica del forestiero. Ho l’onore di conoscervi come tale per piacevolissima esperienza; poiché ieri, a pranzo, non soltanto mi avete intrattenuto in cordiale e gaia conversazione, ma mi avete fatto servire doppia porzione del dolce che mi piaceva tanto. Forse ricorderete, Signora, che ne avevo espresso molto apertamente il mio apprezzamento: “Je suis attaché à la tourte”. E parlavo con la franchezza con cui dichiaro sempre i miei sentimenti, sia per le grandi che per le piccole cose. Non sarà mai che io rinneghi la mia fede, un amico, un’amante, una torta. [Il grassetto è mio]
Da una lettera di James Boswell a Madame Denis, nipote e concubina di Voltaire, dopo un invito a pranzo nel castello di Ferney. In: J. Boswell, Visita a Rousseau e a Voltaire [1764], Adelphi, 1973
[Via: Libriaco]
Guerra: sostantivo femminile
1. Lotta armata fra stati o coalizioni per la risoluzione di una controversia internazionale più o meno direttamente motivata da veri o presunti (ma in ogni caso parziali) conflitti di interessi ideologici ed economici, non ammessa dalla coscienza giuridica moderna.
E chi ha maggior diritti sull'Africa del Nord se non il paese che si stende per tutta la sua lunghezza nel Mediterraneo ed è a un centinaio di miglia dal litorale nord-africano? Qualche giorno fa i suoi soldati ne scoprirono i diritti di proprietà quando, nello scavare velocemente le loro trincee a Ain-Zara, portarono alla luce degli stupendi mosaici, opera dei loro antenati romani sotto i quali il paese fiorì come un magnifico giardino.La scoperta ebbe un effetto profondo sulle truppe italiane, che gridarono "Viva Roma Immortale!"; la gioia sfrenata, il vero senso artistico che dimostrarono e l'attenzione affettuosa con cui effettuarono gli scavi e poi delimitarono il luogo con palizzate e foglie di palma, furono gesti che commossero tutti quelli che ebbero la fortuna di essere presenti.Era davvero come se l'Italia fosse rientrata in possesso delle sue cose, come se i Giovani Italiani, divenuti maggiorenni, fossero tornati per riscattare i beni di famiglia."L'Africa del Nord tornerà all'Italia". Queste le parole che disse Mazzini in persona ben prima che l'Italia diventasse una nazione unita e indipendente. "Un tempo è stata nostra e dovrà essere nostra ancora", disse. Bismarck definì il "Mediterraneo, quel meraviglioso porto intercontinentale di Europa, Asia e Africa, quel canale tra l'Atlantico e il Pacifico, quel bacino circondato dai più bei paesi del mondo" e disse che l'Italia e la Francia non diverranno mai alleate perché il Mediterraneo è una "eredità indivisibile". "Appartiene fuor di dubbio all'Italia, le cui coste mediterranee sono dodici volte più estese delle coste mediterranee della Francia". Bismarck aveva anche scritto a Mazzini, anni prima, che la sovranità sul Mediterraneo doveva costituire un pensiero costante per l'Italia.Da: C. Lapworth, Tripoli and young Italy, Stephen Swift and co., London, 1912. La traduzione è mia.
DECRETO-LEGGE 22 febbraio 2011, n. 5 - Disposizioni per la festa nazionale del 17 marzo 2011. (11G0045) (GU n. 44 del 23-2-2011 )IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICAVisti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;Visto l'articolo 7-bis del decreto-legge 30 aprile 2010, n. 64,convertito, con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2010, n. 100,che ha dichiarato festa nazionale il giorno 17 marzo 2011, ricorrenzadel 150° anniversario della proclamazione dell'Unita' d'Italia;Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di assicurare ladovuta solennità e la massima partecipazione dei cittadini dichiaran-do il 17 marzo 2011 giorno festivo a tutti gli effetti civili, senzaperaltro che ne derivino nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblicae a carico delle imprese private;Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nellariunione del 18 febbraio 2011;Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e deiMinistri della difesa e dell'istruzione, dell'università e dellaricerca;EMANAil seguente decreto-legge:Art. 11. Limitatamente all'anno 2011, il giorno 17 marzo e' consideratogiorno festivo ai sensi degli articoli 2 e 4 della legge 27 maggio1949, n. 260.2. Al fine di evitare nuovi o maggiori oneri a carico della finanzapubblica e delle imprese private, derivanti da quanto disposto nelcomma 1, per il solo anno 2011 gli effetti economici e gli istitutigiuridici e contrattuali previsti per la festività soppressa del 4novembre non si applicano a tale ricorrenza ma, in sostituzione, allafesta nazionale per il 150° anniversario dell'Unita' d'Italiaproclamata per il 17 marzo 2011.3. Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi omaggiori oneri a carico della finanza pubblica.Art. 21. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo aquello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dellaRepubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversionein legge.Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inseritonella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblicaitaliana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farloosservare.Dato a Roma, addì 22 febbraio 2011NAPOLITANOBerlusconi, Presidente del Consigliodei MinistriLa Russa, Ministro della difesaGelmini, Ministro dell'istruzione,dell'università e della ricerca
1. Si scopron le tombe, si levano i morti
i martiri nostri son tutti risorti!
Le spade nel pugno, gli allori alle chiome,
la fiamma ed il nome d'Italia nel cor:
corriamo, corriamo! Su, giovani schiere,
su al vento per tutto le nostre bandiere
su tutti col ferro, su tutti col foco,
su tutti col nome d'Italia nel cor.
Va' fuori d'Italia,
va' fuori ch'è l'ora!
Va' fuori d'Italia,
va' fuori o stranier!
2. La terra dei fiori, dei suoni e dei carmi
ritorni qual'era la terra dell'armi!
Di cento catene le avvinser la mano,
ma ancor di Legnano sa i ferri brandir.
Bastone tedesco l'Italia non doma,
non crescono al giogo le stirpi di Roma:
piu Italia non vuole stranieri e tiranni,
già troppi son gli anni che dura il servir.
Va' fuori d'Italia,
va' fuori ch'è l'ora!
Va' fuori d'Italia,
va' fuori o stranier!
3. Le case d'Italia son fatte per noi,
è là sul Danubio la casa de' tuoi;
tu i campi ci guasti, tu il pane c'involi,
i nostri figlioli per noi li vogliam.
Son l'Alpi e tre mari d'Italia i confini,
col carro di fuoco rompiam gli Appennini:
distrutto ogni segno di vecchia frontiera,
la nostra bandiera per tutto innalziam.
Va' fuori d'Italia,
va' fuori ch'è l'ora!
Va' fuori d'Italia,
va' fuori o stranier!