mercoledì 22 dicembre 2010

Natale: che fare?

Nella speranza che tutti i vicini se ne vadano in bei posti caldi, assieme al loro continuo rumoreggiare, in scaletta ci sono:

L'ennesima visione della stucchevole favola di Frank Capra (1946), La vita è meravigliosa, da guardare prima del pranzo di Natale, subito dopo un'abbondante colazione con cioccolata bollente e pandoro; il film supera le due ore e quindi bisogna controllare bene i tempi della visione.

L'amaro [così me lo ricordo, ma potrei sbagliare] Un Natale di Maigret, dalla serie televisiva in bianco e nero di Mario Landi, con Gino Cervi (trasmesso in una puntata il 24 gennaio 1965; ho fortunosamente ritrovato un VHS di una replica TV), adatto ad una visione pomeridiana sul divano, con un tè forte, bollente e con abbondante limone, sgranocchiando qualche rustico 'cavalluccio'. Se avessi il tempo il coraggio potrei provare a farli da me; non lo escludo.

Per quanto riguarda le letture, partendo qualche giorno prima della vigilia, a sprazzi, il romanzo Vacanze di Natale, di W. S. Maugham, il giallo Poirot and Christmas [1938], di Agatha Christie, e il racconto The Adventure of the Christmas Pudding [1960] (*), sempre con lo stesso investigatore belga come protagonista. Questi ultimi due sono in inglese e quindi mi ci vorrà un po' di tempo.

Post scriptum
Da qualche anno penso che a Natale dovremmo invitare a pranzo qualcuno che è solo e a cui farebbe piacere un pranzo caldo e abbondante in un'atmosfera tranquilla. Poi caccio via il pensiero molesto: non voglio bene a me stesso, ne dovrei volere al mio prossimo?

Post post scriptum
(*) Causa insonnia, il racconto me lo sono già letto, stanotte.

Dice la stessa Christie, nella prefazione alla raccolta di Short stories che porta lo stesso titolo del racconto:
The Adventure of the Christmas Pudding is an indulgence of my own, since it recalls to me, very pleasurably, the Christmases of my youth.
After my father's death, my mother and I always spent Christmas with my brother-in-law's family in the north of England - and what superb Christmases they were for a child to remember! Abney Hall had everything! The garden boasted a waterfall, a stream, and a tunnel under the drive! The Christmas fare was of gargantuan proportions. I was a skinny child, appearing delicate, but actually of robust health and perpetually hungry! The boys of the family and I used to vie with each other as to who could eat most on Christmas Day. Oyster Soup and Turbot went down without undue zest, but then came Roast Turkey, Boiled Turkey and an enormous Sirloin of Beef. The boys and I had two helpings of all three! We then had Plum Pudding, Mince-pies, Trifle and every kind of dessert. During the afternoon we ate chocolates solidly. We neither felt, nor were, sick! How lovely to be eleven years old and greedy!

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