mercoledì 25 luglio 2007

Open space

Mi capita ancora, saltuariamente, di fare qualche piccola applicazione software, vuoi in Access, vuoi in VBA, per qualche cliente che ha problemi di rigidità con i propri sistemi informativi e che richiede soluzioni verticali 'leggere', che manipolino dati diversi e siano visibili dagli applicativi Office.
Niente di particolarmente complesso, progetti che, in un normale ambiente di sviluppo, richiederebbero qualche giorno di lavoro.
In realtà invece, grazie a varie cose di cui mi occupo e alle numerose micro-interruzioni, il lavoro si trascina molto più a lungo.
Trattandosi, come dicevo, di piccoli progetti, per contenerli bastano: qualche foglio bianco, lapis e gomma e gli appunti presi parlando con il cliente (oltre a qualche tabulato, i file di esempio etc.). Il tutto sta poi in un diagrammetto di flusso che 'vive' tranquillamente nella mia testa.
Fatta l'analisi e rivisto insieme al cliente il flusso operativo che dovrà seguire ed i dati che otterrà, comincia il lavoro di programmazione.
Le due fasi (analisi e programmazione) richiederebbero concentrazione e isolamento. Queste, però, sono due condizioni difficili da ottenere.
Ormai si tende ad adottare la struttura di ufficio a spazio aperto: così le informazioni circolano, così aumenta la collaborazione, così si ha sempre a portata di voce il collega di cui si ha bisogno.
Tutto ciò può essere vero, ma limitatamente a 'celle operative' simili: quando le persone che si trovano in aree comuni svolgono attività completamente diverse, come succede nell'azienda in cui lavoro, il risultato è, spesso, una grande bolla di rumore.
Alcuni definiscono gli indirizzamenti dei server di un cliente, qualcuno tiene accesa sulla scrivania una rumorosa 'appliance' che sta provando, altri fanno o ricevono telefonate, entra il corriere per consegne o per ritirare la merce....
La soluzione che trovo è una sola: cuffiette nelle orecchie e musica dal CD del portatile ad un volume tanto alto che io non sento più nulla e i colleghi sono costretti a scuotermi fisicamente per avere la mia attenzione. E' l'unico modo per mantenere la concentrazione (rivedo mia mamma che entra nella mia cameretta, dove sto studiando con lo stereo a tutto volume e mi dice 'Come fai a studiare con tutto questo rumore?'). Ed è un metodo adottato anche da un altro collega che fa attività di sviluppo WEB a tempo pieno, e che ha la necessità di isolarsi sia quando progetta i DB, sia quando combatte con Java, Ajax, PHP e non so che altro.
L'unica differenza è la musica che ascoltiamo: io ancora musica rock degli anni '70 ('sana e solida musica rock', come diceva, americaneggiando quel 'rock', Carlo Massarini dalla radio), jazz quando capita, classica (ma ovviamente con particolare attenzione alla presenza dei 'tutti' e dei fortissimo...), lui rock contemporaneo.
Nessuno dei due, mai, musica da meditazione (pur essendo amanti del vecchio Guccini )
Ho appena finito di riascoltare i Traffic di Welcome to the Canteen, e mi sembrava di esser stato ad ascoltare 'Per voi giovani' alla radio, negli anni '70. Il lavoro grosso l'ho finito, il DB è progettato, le maschere anche, addirittura ho provato a fare qualche stampa: sembra tutto OK. Domani pomeriggio lo proverò con una bella massa di dati che il cliente mi ha inviato poco fa per e-mail.
Chissà se riuscirò a trovare, per domani, un qualche CD dei Deep Purple o dei Led Zeppelin, non erano tra i miei preferiti, ma quanto a 'rumore'....

1 commento:

  1. Ritmo ritmo ritmo. Assolutamente cuffiette e musica, e in particolare musica ritmata per programmare! Perché la musica è vita!

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