martedì 9 ottobre 2007

Contro i ciclisti

Sono convinto che molti automobilisti ce l'abbiano con i ciclisti, ed io, come automobilista, non sono da meno.
Nel fine settimana, nel breve percorso sulle strade interne delle Colline Metallifere, tra Siena e la Maremma, ne ho trovati a decine.

In gruppo, da soli, con bici da corsa ma anche con mountain bike.

Pericolosi, perché te li trovi all'improvviso dietro una curva, magari mentre sbandano per lo sforzo di una salita, pericolosi perché, quando sono un gruppo, si credono uno sciame di api e si aprono ad occupare tutta la carreggiata.
Se gli suoni per segnalargli che ci sei anche tu, e che stai tentando di sorpassarli, ricevi in cambio una serie di gesti di mani e braccia, non proprio di saluto, e una raccolta di espressioni verbali che non sta bene riportare in un post.

I ciclisti sono vittime di incidenti, anche mortali, o causa di incidenti, anche mortali, come quello avvenuto qualche giorno fa, proprio in Maremma.

E dire che tali veicoli, secondo il Codice della strada, non potrebbero circolare, visto che sono sprovvisti di
campanelli e di illuminazione (Art. 68) e inoltre rendono pericoloso il traffico spostandosi con una velocità pericolosamente lenta non consentendo un adeguato scorrimento agli altri veicoli (Art. 141).
Ma avete mai visto una pattuglia della stradale fermare un ciclista?

Per fortuna il viaggio di ritorno, domenica, mi ha permesso di ascoltare la trascrizione per orchestra di Ma Mère l'Oye di Ravel che, mi vergogno anche a dirlo, non avevo mai avuto l'occasione di sentire integralmente: era trasmesso per radio dalla benemerita Rete Toscana Classica.

2 commenti:

  1. Io sono un ciclista, appoggio gli spostamenti, quando possibile, in bicicletta, tuttavia devo rendere atto che molti utenti delle due ruote non si preoccupano molto dell'intralcio che possono arrecare alle auto.
    Dal canto mio cerco i comportamenti migliori per rispettare il più possibile l'automobilista, pretendendo però che venga riservato lo stesso trattamento anche a me.
    Non vorrei che si facesse di tutta l'erba un fascio. Il ciclista credo che dovrebbe essere preso in considerazione di più da tutti i punti di vista, mi spiego meglio:
    Sicuramente dovrebbe essere controllato più di frequente dalle forze dell'ordine e verificato che il mezzo che usa sia adibito alla circolazione su sede stradale, multato se necessario.
    Una bicicletta con gomme usurate non è un pericolo, ma lo diventa se circola senza le dovute segnalazioni luminose o se è condotta da uno sprovveduto quantomeno egoista che crede di poter occupare l'intera mezzaria della sede stradale.
    Un altro punto che si dovrebbe tenere in maggior considerazione per il ciclista è la scarsa presenza di piste ciclabili in Italia, peraltro molto diffuse in altri paesi dell' Europa favorendo gli spostamenti in aree con aria meno carica di gas di scarico e intralciando molto meno il traffico automobilistico.
    Sotto questo punto di vista il nostro paese è indietro di 50 anni, per fortuna qualche cosa si tà muovendo e le ciclabili ultimamente stanno aumentando.
    A favore della bici:
    Teniamo presente (e io ne ho decine e decine di esempi diretti) che la maggior parte delle persone utilizza l'auto per spostamenti anche brevi, e interrogando quest'ultimi sono arrivato alla conclusione che è insito nell' indole dell'italiano l'evitare la "fatica" della pedalata se di fatica si può parlare ! tutto questo porta il nostro paese ad essere tra quelli più inquinati dell' EU, più inquinamento è anche sinonimo di più malattie di cui tutti conosciamo il propagarsi incontrollato.
    In Germania si punta per ridurre ulteriormente l'inquinamento al raddoppio dell'uso della bicicletta con convenzioni appunto per i ciclisti entro il 2011.
    Mi è capitato diverse volte di viaggiare in Germania, mi ha meravigliato vedere anche l'uomo in giacca e cravatta andare al lavoro con la 24h e il casco in sella alla mtb ! (aggiungo che le temperature erano sottozero)
    In Italia non ce lo sogneremmo mai di farlo.....perchè? dal momento che è tutto a nostro diretto vantaggio?
    Inoltre una buona pedalata (senza farla diventare una competizione) non può fare altro che bene al corpo e alla mente, basta solo saper coglierne il fascino.

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  2. Impossibile non condividere quanto hai detto.
    Quando siamo al mare usiamo sempre la bici, e abbiamo convinto a malincuore mia mamma, ormai ottantenne, ad abbandonarne l'uso continuo che ne ha sempre fatto, per motivi di sicurezza suoi e degli altri.
    Le mie critiche vanno a chi usa il mezzo per le stradine di collina, in gruppetti che ti si parano davanti all'improvviso, con gran rischio loro e degli automobilisti.
    E se non abitassi a Siena, fatta di sali-scendi impossibili, la userei ancora, come facevo decenni fa a Firenze!

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