Ieri M., dell'azienda del gas di Siena, mi ha regalato un gadget, una penna biro di plastica grigia, simil-metallo, con il logo aziendale stampato sopra. Gli ho detto che mi sarebbe sembrata più in 'tema' la famosa penna Fisher a gas.
Mi ha guardato pensando ad una qualche battuta: non è così.
La società americana Fisher vinse l'appalto per la fornitura delle penne per le missioni spaziali Apollo con un oggetto dalla semplicità geniale, la Fisher Space Pen. La penna, di metallo, ha un refill riempito in parte di inchiostro e in parte di un gas a bassa pressione. La pressione del gas è sufficiente a far scrivere la penna in assenza di gravità e comunque in qualsiasi posizione (l'inchiostro è poi di tipo speciale, e si può scrivere anche sott'acqua).
Chissà se i clienti di riguardo di Intesa riceveranno, per le prossime festività, questo nuovo dono.
[Aggiornamento del 13/08/07]
I sovietici invece usavano le matite...funzionavano uguale e costavano meno.
RispondiEliminaAl tempo, una Fisher Space Pen credo costasse 4 dollari. Una cifra tutto sommato modesta; ma nel budget generale, visto che, in questo caso, non fu neppure finanziato un progetto speciale di ricerca...
RispondiEliminaSapevo dei lapis sulle navette sovietiche; ma che appuntalapis usavano (o usano) per non disperdere schegge di legno e polvere di grafite ?