Il piccolo negozio di articoli di cartoleria con annessa tipografia tra qualche giorno chiuderà per sempre, ci informa un cartello, esposto in vetrina, che suona come un lamento.
Non so perché: i proprietari si son fatti vecchi oppure l'attività non rende più; certamente nelle stesse stanze fra qualche giorno venderanno pizze o kebab.
A noi il negozio mancherà proprio per le stampe, per la verità poche, che in questi due decenni ci ha fatto. Chi ama i libri non può, prima o poi, non desiderare di avere un suo ex libris con cui personalizzare gli amati volumi.
E' una passione strana, quella per gli ex libris: noi i libri non li prestiamo a nessuno, mai: sono oggetti troppo personali, racchiudono i nostri sogni, le nostre riflessioni, le nostre ore di studio o di divertimento, comunque di beata solitudo e quindi il 'marchiarli' ha ben poco significato.
Da quando mia moglie ha scoperto però che, partendo da un buon disegno, con la foto incisione era possibile farci realizzare questi rettangolini rigorosamente in bianco e nero, abbiamo, negli anni, preparato quattro o cinque modelli diversi che la piccola stamperia ha ricondotto ad una lastra di plastica e ad una serie di oggettini che si possono incollare con facilità; abbiamo deciso, infatti, di farceli stampare su una carta adesiva, ma con una colla poco aderente, in modo che sia facile toglierli, una volta che passino, per i casi della vita, in altre mani (sì, inutile nasconderselo, prima o poi tutta la nostra biblioteca finirà nelle mani di qualcun altro, il che, vi assicuro, è un gran dolore).
Nella speranza che nei pochi giorni in cui il negozio rimarrà ancora aperto ci possano fare quest'ultimo lavoretto, ieri sera sono andato a ricercare tutte le matrici per far stampare un'ultima serie di fogliettini. Vero è che con uno scanner ed una stampante laser si fa prima, meglio e si spende di meno, ma volete mettere il piacere di far stampare qualcosa di veramente vostro?
Per i soggetti dei miei ex-libris ho iniziato con un tema strettamente astronomico, sono passato poi a una delle incisioni, probabilmente di Dürer, per La nave dei folli di Sebastian Brandt.
Ho cominciato con uno dei 'folli', con il motto "Cras do, non hodie", come dire: "Lo presto domani, non oggi", a sottolineare che il libro non sarà mai dato a nessuno (Cras, oltre a voler dire domani è anche il suono del gracchiare dei corvi che sono nell'immagine). E ovviamente il 'folle' dell'immagine è il 'procrastinatore', chi non fa mai oggi per rimandare irrimediabilmente a domani; figura che mi descrive benissimo.
Ho continuato poi con il 'folle' bibliofilo, quello che mette in ordine, spolvera, tocca e ritocca i suoi libri e non li legge mai: il primo motto, "Timeo communem ignorantiam et confido" è sicuramente in un latino scorretto, ma vorrebbe significare "Vedo l'ignoranza diffusa e (ne) ho fiducia, ma anche 'ne approfitto' ".
Il secondo, in una variante del primo disegno, con una cornice sovrapposta, ancora di Dürer, dice: "In me stesso ho un pessimo maestro".
mercoledì 28 gennaio 2009
martedì 27 gennaio 2009
Donne che leggono
In convalescenza, almeno spero, e con un po' di tempo da dedicare ai segnalibri.
Ne ho fatte tre serie, scegliendo immagini di donne molto contrastanti.
Una è da un quadro del pittore fiammingo Pieter Janssens Elinga (1623-1682), Donna che legge, per l'appunto. E' un quadro intimista, nella tranquillità e nel silenzio della stanza la donna, vicino alle finestre per avere più luce, legge, isolata nella sua concentrazione.
La seconda è da una pubblicità, della metà degli anni sessanta, di calze autoreggenti MYSTRECE, a cui ho tolto tutto il testo che la contornava, per esaltare la sensualità di una donna (una bibliotecaria?), pronta a consegnarci piaceri (di lettura!) a piene mani.
La terza immagine è invece da una foto di Life di Yale Joel che ritrae alcune suore in fila ad un seggio elettorale nella Milano del 1948; anche qui ho preso un particolare, con l'usuale giochino delle due parti 'a specchio' per ottenere delle dimensioni ottimali per un segnalibro.
Il contrasto qui si fa ancora più forte: intorno ci sono altre persone in attesa di votare, le suore stesse vanno a compiere questo dovere civico, ma la loro mente è presa dalla lettura di un qualche libro devozionale che pare isolarle dai peccatori e del mondo.
Appena possibile caricherò le pagine in PDF su Scribd.
Ne ho fatte tre serie, scegliendo immagini di donne molto contrastanti.
Una è da un quadro del pittore fiammingo Pieter Janssens Elinga (1623-1682), Donna che legge, per l'appunto. E' un quadro intimista, nella tranquillità e nel silenzio della stanza la donna, vicino alle finestre per avere più luce, legge, isolata nella sua concentrazione.
La seconda è da una pubblicità, della metà degli anni sessanta, di calze autoreggenti MYSTRECE, a cui ho tolto tutto il testo che la contornava, per esaltare la sensualità di una donna (una bibliotecaria?), pronta a consegnarci piaceri (di lettura!) a piene mani.
La terza immagine è invece da una foto di Life di Yale Joel che ritrae alcune suore in fila ad un seggio elettorale nella Milano del 1948; anche qui ho preso un particolare, con l'usuale giochino delle due parti 'a specchio' per ottenere delle dimensioni ottimali per un segnalibro.
Il contrasto qui si fa ancora più forte: intorno ci sono altre persone in attesa di votare, le suore stesse vanno a compiere questo dovere civico, ma la loro mente è presa dalla lettura di un qualche libro devozionale che pare isolarle dai peccatori e del mondo.
Appena possibile caricherò le pagine in PDF su Scribd.
lunedì 26 gennaio 2009
L'icona della chiavetta USB
Quando mi capita di usare una chiavetta USB per fare delle copie dei dati, c'è sempre qualcuno che si meraviglia che la mia pennina, in Risorse di Computer, si presenti non con la classica icona del dispositivo, ma con un qualche disegnino fantasioso.Uso, per le mie chiavette USB, delle icone con il logo del mio cognome o con un mio rassomigliante mezzobusto, alla Peter Norton; con un Labirinto o anche una vecchissima icona, Illusion, che ha una sua storia. Illusion è un 'quadrato impossibile', uno di quegli oggetti, cioè, che non può avere una sua realtà fisica tridimensionale. E' figlio del triangolo di Penrose, dal nome del matematico e fisico inglese che lo ideò, ventenne, se non ricordo male in collaborazione col padre Lionel, ed è un oggetto su cui riflettere e che ispirò i mondi irreali di Maurits Cornelis Escher.
Ma l'attenzione dell'osservatore viene catturata non dall'oggetto rappresentato dall'icona, ma dal fatto che la chiavetta abbia un'icona.
Realizzare questa piccolissima personalizzazione è facilissimo: basta avere una qualche icona nella chiavetta ed un editor di testo, tipo Blocco appunti, per capirsi.
Quindi, se in Notepad si scrivono le righe:
Per creare un'icona da una immagine qualsiasi basta usare un qualche programmino gratuito, ad esempio IrfanView: si possono trasformare file di immagini in file di estensione ico.
Ma l'attenzione dell'osservatore viene catturata non dall'oggetto rappresentato dall'icona, ma dal fatto che la chiavetta abbia un'icona.
Realizzare questa piccolissima personalizzazione è facilissimo: basta avere una qualche icona nella chiavetta ed un editor di testo, tipo Blocco appunti, per capirsi.
Quindi, se in Notepad si scrivono le righe:
[autorun]e si salva il file nella radice della chiavetta col nome autorun.inf, il giochino è fatto; ad ogni inserimento la chiave USB sarà identificata dal nome che gli avete dato (o gli ha dato il costruttore, se omettete il rigo con Label) e dall'icona prescelta.
Icon=Illusion.ico
Label=THETA
Per creare un'icona da una immagine qualsiasi basta usare un qualche programmino gratuito, ad esempio IrfanView: si possono trasformare file di immagini in file di estensione ico.
Etichette:
Escher,
Grafica,
Informatica,
Penrose,
Tips
domenica 25 gennaio 2009
Intercettazioni telefoniche
Diletta Petronio oggi, al TG4 delle 13:30, legge una notizia che, se fosse stata vera, ci avrebbe fatto abbandonare il pranzo per andare immediatamente a chiedere asilo politico ad un'altra nazione.
Dice cioè che: "...le intercettazioni telefoniche [di cui si parla in questi giorni. NdR] erano gestite da un collaboratore di giustizia".
Che non sia un errore di lettura ma che così credano davvero al TG4 lo conferma il fatto che lo stesso termine era stato usato, 10 minuti prima, durante il breve anticipo delle notizie principali della giornata.
Ma alla scuola di giornalismo a nessuno della redazione hanno spiegato la differenza tra 'consulente tecnico collaboratore del magistrato' e 'collaboratore di giustizia'?
Dice cioè che: "...le intercettazioni telefoniche [di cui si parla in questi giorni. NdR] erano gestite da un collaboratore di giustizia".
Che non sia un errore di lettura ma che così credano davvero al TG4 lo conferma il fatto che lo stesso termine era stato usato, 10 minuti prima, durante il breve anticipo delle notizie principali della giornata.
Ma alla scuola di giornalismo a nessuno della redazione hanno spiegato la differenza tra 'consulente tecnico collaboratore del magistrato' e 'collaboratore di giustizia'?
sabato 24 gennaio 2009
Banca Toscana
venerdì 23 gennaio 2009
martedì 20 gennaio 2009
lunedì 19 gennaio 2009
Dolcetti al cioccolato
Da qualche giorno S. ha sulla scrivania un maxi tubo di Smarties.
Qualcuno si ricorda i Flipper Perugina?
Novembre 1962, dall'ultima di copertina del n. 47 (27/11/1962) del settimanale per bambini 'L'Intrepido'
Grazie ad Aquila della Notte, operazione Readbook.
venerdì 16 gennaio 2009
Sanità a Siena
Oggi ho fatto il buon Samaritano.
Ero appena uscito di casa quando mi sono accorto che il parabrezza dell'auto, appena scongelato, si stava gelando di nuovo. Mi sono fermato, in una piazzola in fondo ad un rettilineo, sono sceso e, armato di spray antigelo, mi sono messo a spruzzare il vetro della macchina. Pochi secondi dopo ha affrontato la curva una persona in motorino.
La curva, tracciata con rara maestria da un geometra che proprio quel giorno aveva comprato un curvilinee e si era divertito a fare tracciati stradali precisi precisi a 90 gradi, completa una strada così stretta, ma circondata da inutili campi incolti o giardini lasciati ad erbacce, così stretta che due autobus non ci si scambiano e se ci si trova in auto si teme sempre di essere speronati da quegli scatoloni di metallo arancione che ti vengono incontro. Parlare della progettazione di tutto il quartiere (il più bel quartiere della più bella città del mondo) non è però il momento; il motorino scivola sulla curva, ghiacciata, la persona cade pesantemente e picchia la testa per terra, ha il casco (no, non era una situazione climatologicamente critica, ma la manutenzione delle strade e un po' di sale servirebbero, ogni tanto. C'è da dire che, quando nevica, il quartiere si blocca perché, più qua o più là, qualcuno degli scatoloni di metallo che fanno servizio pubblico che è uscito al solito senza catene anche quando in città ci sono venti centimetri di neve, si intraversa nell'affrontare una curva....)
Corro in soccorso, la persona si lamenta, cerca di sollevarsi da terra. L'aiuto, si ferma un'altra auto, la spostiamo con cura a bordo strada. Col cellulare chiamo il 118, siamo forse a meno di un chilometro dall'Ospedale di Siena; l'attesa per parlare con l'operatore mi pare lunga, non controllo perché sono indaffarato a far cenno di rallentare alle macchine che arrivano troppo veloci su quella curva con un filo di ghiaccio: magari finisce che ci rimango anch'io.
Descrivo all'operatore la situazione della persona ferita. Manderanno un'ambulanza, mi dice. Vorrei vedere! Rimango solo, a far compagnia al ferito che lascio, dolorante ma senza gravi problemi, mi sembra; si è tolta il casco, ha un ginocchio dolorante; la faccio parlare, voglio capire se è pienamente in sé, sposto il motorino dalla strada, le recupero i documenti dal bauletto.
E aspettiamo, aspettiamo, aspettiamo, aspettiamo....
Aspettiamo 25 minuti, lunghissimi: se la persona incidentata fosse stata grave forse sarebbe morta, non so.
L'ambulanza arriva, senza sirena, si ferma poco distante dietro a due autobus e aspetta che questi facciano scendere e salire i passeggeri (!!!); è della Misericordia di un Comune vicino. Gli addetti si scusano per il ritardo, hanno trovato traffico....
Ma come, siamo a qualche centinaio di metri dal Santa Maria delle Scotte, due portantini sarebbero arrivati, a piedi, in dieci minuti, e l'ambulanza arriva dopo mezz'ora?
Sono io che pretendo troppo o c'è qualcosa che mi sfugge in come funzionano le cose nella Sanità?
Cercate di star sani, se potete, almeno da queste parti.
Ero appena uscito di casa quando mi sono accorto che il parabrezza dell'auto, appena scongelato, si stava gelando di nuovo. Mi sono fermato, in una piazzola in fondo ad un rettilineo, sono sceso e, armato di spray antigelo, mi sono messo a spruzzare il vetro della macchina. Pochi secondi dopo ha affrontato la curva una persona in motorino.
La curva, tracciata con rara maestria da un geometra che proprio quel giorno aveva comprato un curvilinee e si era divertito a fare tracciati stradali precisi precisi a 90 gradi, completa una strada così stretta, ma circondata da inutili campi incolti o giardini lasciati ad erbacce, così stretta che due autobus non ci si scambiano e se ci si trova in auto si teme sempre di essere speronati da quegli scatoloni di metallo arancione che ti vengono incontro. Parlare della progettazione di tutto il quartiere (il più bel quartiere della più bella città del mondo) non è però il momento; il motorino scivola sulla curva, ghiacciata, la persona cade pesantemente e picchia la testa per terra, ha il casco (no, non era una situazione climatologicamente critica, ma la manutenzione delle strade e un po' di sale servirebbero, ogni tanto. C'è da dire che, quando nevica, il quartiere si blocca perché, più qua o più là, qualcuno degli scatoloni di metallo che fanno servizio pubblico che è uscito al solito senza catene anche quando in città ci sono venti centimetri di neve, si intraversa nell'affrontare una curva....)
Corro in soccorso, la persona si lamenta, cerca di sollevarsi da terra. L'aiuto, si ferma un'altra auto, la spostiamo con cura a bordo strada. Col cellulare chiamo il 118, siamo forse a meno di un chilometro dall'Ospedale di Siena; l'attesa per parlare con l'operatore mi pare lunga, non controllo perché sono indaffarato a far cenno di rallentare alle macchine che arrivano troppo veloci su quella curva con un filo di ghiaccio: magari finisce che ci rimango anch'io.
Descrivo all'operatore la situazione della persona ferita. Manderanno un'ambulanza, mi dice. Vorrei vedere! Rimango solo, a far compagnia al ferito che lascio, dolorante ma senza gravi problemi, mi sembra; si è tolta il casco, ha un ginocchio dolorante; la faccio parlare, voglio capire se è pienamente in sé, sposto il motorino dalla strada, le recupero i documenti dal bauletto.
E aspettiamo, aspettiamo, aspettiamo, aspettiamo....
Aspettiamo 25 minuti, lunghissimi: se la persona incidentata fosse stata grave forse sarebbe morta, non so.
L'ambulanza arriva, senza sirena, si ferma poco distante dietro a due autobus e aspetta che questi facciano scendere e salire i passeggeri (!!!); è della Misericordia di un Comune vicino. Gli addetti si scusano per il ritardo, hanno trovato traffico....
Ma come, siamo a qualche centinaio di metri dal Santa Maria delle Scotte, due portantini sarebbero arrivati, a piedi, in dieci minuti, e l'ambulanza arriva dopo mezz'ora?
Sono io che pretendo troppo o c'è qualcosa che mi sfugge in come funzionano le cose nella Sanità?
Cercate di star sani, se potete, almeno da queste parti.
giovedì 15 gennaio 2009
Excel e l'Astronomia
Che Excel possa essere utilizzato come strumento di calcoli astronomici è facilmente intuibile: in giro ci sono svariate applicazioni su foglio elettronico che rappresentano, in modo abbastanza preciso, sorgere e tramontare di Luna, Sole e Pianeti per qualsiasi zona della Terra, ma una applicazione che, su Excel, simula una sfera celeste, l'ho trovata una sola volta.
Il file Excel si chiama StarMap, è del 1998 e per anni non sono più riuscito a rintracciarlo in rete.
Ierisera, inaspettatamente, l'ho trovato presso il sito della School of Computing, Faculty of Engineering della University of Leeds, qui.
Il software è un bell'esempio della passione e della paziente codifica di tante righe di VBA e l'autore dovrebbe essere Kevin L. Williams, come si può leggere dalle righe di commento nell'intestazione del codice.
Usando la grafica di Excel (i grafici a bolle, per la precisione), guardate cosa è riuscito a fare:
Una volta scaricato il programma, è opportuno salvarlo in C:\.
La prima cosa da fare è poi calibrare il video, tramite l'ultima icona in basso a sinistra nella barra personalizzata (la visualizzazione riportata sopra è quella di Excel 2003; in Excel 2007 la barra è nella scelta Componenti Aggiuntive della Barra Multifunzione; in Excel 2007 si ottengono però effetti grafici 'strani' per cui direi che non c'è compatibilità con la versione).
Poi si devono inserire le coordinate del luogo di osservazione (Observer Location) e la Data e l'Ora di osservazione (Observation date and time) e successivamente si decide il punto cardinale di cui si vuole la vista della volta celeste. Si possono togliere ed aggiungere le linee delle costellazioni, avere una rappresentazione equatoriale o altazimutale, vedere stelle più o meno luminose.
La base dei dati, le coordinate di oltre 5000 stelle, è nel foglio nascosto "Star Data"
Il file Excel si chiama StarMap, è del 1998 e per anni non sono più riuscito a rintracciarlo in rete.
Ierisera, inaspettatamente, l'ho trovato presso il sito della School of Computing, Faculty of Engineering della University of Leeds, qui.
Il software è un bell'esempio della passione e della paziente codifica di tante righe di VBA e l'autore dovrebbe essere Kevin L. Williams, come si può leggere dalle righe di commento nell'intestazione del codice.
Usando la grafica di Excel (i grafici a bolle, per la precisione), guardate cosa è riuscito a fare:
Una volta scaricato il programma, è opportuno salvarlo in C:\.
La prima cosa da fare è poi calibrare il video, tramite l'ultima icona in basso a sinistra nella barra personalizzata (la visualizzazione riportata sopra è quella di Excel 2003; in Excel 2007 la barra è nella scelta Componenti Aggiuntive della Barra Multifunzione; in Excel 2007 si ottengono però effetti grafici 'strani' per cui direi che non c'è compatibilità con la versione).
Poi si devono inserire le coordinate del luogo di osservazione (Observer Location) e la Data e l'Ora di osservazione (Observation date and time) e successivamente si decide il punto cardinale di cui si vuole la vista della volta celeste. Si possono togliere ed aggiungere le linee delle costellazioni, avere una rappresentazione equatoriale o altazimutale, vedere stelle più o meno luminose.
La base dei dati, le coordinate di oltre 5000 stelle, è nel foglio nascosto "Star Data"
2009: Anno Internazionale dell'Astronomia
A Parigi si inaugura oggi, ufficialmente, l'Anno Internazionale dell'Astronomia.
Qui il sito internazionale ufficiale dell'iniziativa; qui quello italiano. Qui l'iniziativa che si terrà a Siena il 22 gennaio, nell'Orto de' Pecci.
Qui il sito internazionale ufficiale dell'iniziativa; qui quello italiano. Qui l'iniziativa che si terrà a Siena il 22 gennaio, nell'Orto de' Pecci.
lunedì 12 gennaio 2009
Verbatim
A dire la verità, i DVD di questa marca li ho comprati apposta, per poterne parlare qui. Erano anni che non vedevo prodotti della Verbatim in giro, ed è il primo prodotto in assoluto di questo marchio che acquisto.
Cos'ha di particolare?
Verbatim non la si trova su un vocabolario di latino, non è una parola classica, forse è latino tardo. Gli anglofoni la usano tuttavia nel senso di 'parola per parola', 'alla lettera', un "verbatim report" è un "resoconto integrale" ed è generalmente usato in un contesto legale.
Cos'ha di particolare?
Verbatim non la si trova su un vocabolario di latino, non è una parola classica, forse è latino tardo. Gli anglofoni la usano tuttavia nel senso di 'parola per parola', 'alla lettera', un "verbatim report" è un "resoconto integrale" ed è generalmente usato in un contesto legale.
giovedì 8 gennaio 2009
Riciclare i calendari
Dopo i libri e gli orologi (vedi), i calendari sono gli altri oggetti che vantano il più alto numero di presenze in casa nostra.
Uno in ciascuno dei due bagni, uno in una camera da letto, uno in cucina, uno nello studio, uno nella veranda, uno nello stanzino delle scope, uno in cantina, per non parlare di due o tre asciughini (o canovacci, come dicono fuor di Toscana) con stampati i mesi del nuovo anno, oggetti questi ultimi sempre acquistati da qualcuna delle donne della famiglia.
Stamani, leggendo il blog di John Walkenbach, ho visto, esemplificato con un foglio Excel, una cosa che forse è nota: i calendari si ripetono, in una sequenza definita che dipende semplicemente dal fatto che i giorni della settimana sono 7 ed ogni quattro anni (all'interno di un secolo, si badi) le cose cambiano un po' a causa dei bisestili.
Dunque: armati di questo semplice strumento, è possibile scoprire quale 'vecchio' calendario è identico a quello dell'anno in corso e quindi si può fare a meno di acquistare tutti gli anni questo oggetto colorato, riutilizzandone uno di un anno precedente.
NOTA: Resta però il problema della data di Pasqua, che non si ripete negli stessi anni che hanno lo stesso calendario, perché è legata alla Luna e non ad una successione costante, anche se esistono ovviamente delle formule per calcolarla correttamente.
Walkenbach ha costruito una tabella che nelle intestazioni di righe e colonne ha il numero dell'anno e che all'interno ha una formulina che risulta vera se l'anno in esame e gli altri che esamina:
=SE(E(GIORNO.SETTIMANA(DATA(B$1;1;1))=
GIORNO.SETTIMANA(DATA($A2;1;1));
DATA(B$1;12;31)-DATA(B$1;1;1)=
DATA($A2;12;31)-DATA($A2;1;1));"X";"")
e che deve essere ricopiata verso il basso e poi verso destra fino a coprire la griglia degli anni che si è creata.
Dallo schema si vede ad esempio che quest'anno potremmo riutilizzare il calendario del 1987 o quello del 1998.
Uno in ciascuno dei due bagni, uno in una camera da letto, uno in cucina, uno nello studio, uno nella veranda, uno nello stanzino delle scope, uno in cantina, per non parlare di due o tre asciughini (o canovacci, come dicono fuor di Toscana) con stampati i mesi del nuovo anno, oggetti questi ultimi sempre acquistati da qualcuna delle donne della famiglia.
Stamani, leggendo il blog di John Walkenbach, ho visto, esemplificato con un foglio Excel, una cosa che forse è nota: i calendari si ripetono, in una sequenza definita che dipende semplicemente dal fatto che i giorni della settimana sono 7 ed ogni quattro anni (all'interno di un secolo, si badi) le cose cambiano un po' a causa dei bisestili.
Dunque: armati di questo semplice strumento, è possibile scoprire quale 'vecchio' calendario è identico a quello dell'anno in corso e quindi si può fare a meno di acquistare tutti gli anni questo oggetto colorato, riutilizzandone uno di un anno precedente.
NOTA: Resta però il problema della data di Pasqua, che non si ripete negli stessi anni che hanno lo stesso calendario, perché è legata alla Luna e non ad una successione costante, anche se esistono ovviamente delle formule per calcolarla correttamente.
Walkenbach ha costruito una tabella che nelle intestazioni di righe e colonne ha il numero dell'anno e che all'interno ha una formulina che risulta vera se l'anno in esame e gli altri che esamina:
- hanno la stessa lunghezza (sono cioè entrambi bisestili o NON bisestili)
- hanno lo stesso giorno il primo di gennaio.
=SE(E(GIORNO.SETTIMANA(DATA(B$1;1;1))=
GIORNO.SETTIMANA(DATA($A2;1;1));
DATA(B$1;12;31)-DATA(B$1;1;1)=
DATA($A2;12;31)-DATA($A2;1;1));"X";"")
e che deve essere ricopiata verso il basso e poi verso destra fino a coprire la griglia degli anni che si è creata.
Dallo schema si vede ad esempio che quest'anno potremmo riutilizzare il calendario del 1987 o quello del 1998.
martedì 6 gennaio 2009
lunedì 5 gennaio 2009
Di papiri, economia e saldi
Due cose interessanti sabato in TV.
- Nell'intervista che Alan Elkann ha fatto su La7 a Salvatore Settis, archeologo, Direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa e Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali e Paesaggistici, si è parlato del libro dello studioso: Artemidoro. Un papiro dal I secolo al XXI sullo storico documento che tante polemiche di età e di attribuzione ha suscitato negli ultimi anni. Il professor Settis ha esposto inoltre alcuni suoi interessanti punti di vista sullo stato dei Beni Culturali italiani e sulla loro gestione, in primis su quella delle aree museali. Quasi alla fine della chiacchierata lo studioso è uscito fuori tema e ha citato un dato, fonte del Ministero delle Finanze, secondo il quale l'Italia sarebbe il primo paese europeo per valore dei lavori svolti al nero, per un importo di 240 milioni di euro, ben oltre un sesto del PIL. (Ho fatto adesso una veloce ricerca: parlava della cifra la Sottosegretaria al Lavoro Rosa Rinaldi, nella sua relazione introduttiva al Convegno nazionale “Le politiche del Governo per la lotta al lavoro nero” che si è tenuto a Bari nel luglio del 2007).
- Tutti i TG hanno trattato con incredibile enfasi il fenomeno delle vendite a saldo, iniziate da poco, mostrandoci file e file di acquirenti gioiosamente in attesa di spendere i propri soldi, e questa è stata la notizia di apertura di quasi tutte le edizioni dei vari telegiornali. (Aggiornamento: siamo a lunedì e la notizia tiene ancora banco)
venerdì 2 gennaio 2009
giovedì 1 gennaio 2009
Judica Cordiglia
Dei fratelli Judica Cordiglia ho cominciato a sentir parlare da bambino: ero vagamente cosciente che si trattasse di persone che, in qualche strana maniera, 'sentissero' suoni provenienti dallo spazio; era l'epoca dei primissimi lanci spaziali dei russi e degli americani e i due riuscivano a captare prima i segnali dei satelliti e poi le conversazioni nelle capsule spaziali sovietiche che, talvolta, non si aveva nessuna evidenza ufficiale fossero state realmente lanciate.
Ho anche memoria, incerta, di un qualche fumetto (sarà stato su Il Corriere dei Piccoli ?) in cui due personaggi, ispirati ai fratelli, asserivano di registrare delle voci dallo spazio che poi, alla prova dei fatti, risultavano la registrazione di una lite tra un padrone di casa e un inquilino (ricordo addirittura un pezzetto di uno dei versi-didascalia: "Tu..Tu.. imbroglione / Ma è la voce del padrone").
In questi anni recenti me li ha riportati alla memoria ogni tanto Francesco, collega appassionato di astronautica e curioso cultore degli eventi spaziali che accadevano decenni prima che lui nascesse; è stato proprio Francesco che mi ha segnalato, mesi fa, un film/documentario che doveva andare in onda sul canale francese Arté, e che poi non fu trasmesso; una serie di circostanze mi ha ora permesso di venire in possesso di una copia del film: I pirati dello Spazio.
Il documentario è un ben dosato mix tra le interviste ai due personaggi e la riproposta di pezzi storici della TV e della radio degli anni sessanta e settanta, integrato con spezzoni di filmati e foto amatoriali e familiari con cui i fratelli documentavano l'attività scientifica svolta per decenni, a margine della scienza 'ufficiale'.
Non mancano le interviste fatte loro da Ruggero Orlando, in occasione della loro visita, ufficiale, alla NASA, o da Emilio Fede, allora alla RAI. C'è poi una mole impressionante di bobine di registrazione dei suoni dallo spazio e alcuni brani ci vengono fatti ascoltare riprodotti da un vecchio Geloso: dal primo bip-bip dello Sputnik alle voci di Gagarin e di Glenn, passando da quelle, mai ufficializzate, di astronauti sovietici morti durante le prime missioni umane, per arrivare alla fine della loro attività, con la missione sulla Luna di Apollo 11, trasmessa dalla radio svizzera italiana con Judica Cordiglia consiglieri tecnici e commentatori.
Con il mutare della situazione, anche politica, molte delle attività spaziali vennero fatte da allora alla luce del sole e trasmesse molto spesso in diretta video: oggi la NASA ha addirittura un suo canale TV per coprire le attività spaziali, e Twitter è stato uno strumento con cui il Phoenix Mars Lander ha tenuto aggiornati migliaia di curiosi sulle attività che stava svolgendo, così che basta una connessione Internet per sapere cosa succede 'là fuori' senza più il bisogno di complicate attrezzature elettroniche o antenne da radioastronomi.
L'attività svolta, prima nella loro soffitta e poi sulle colline torinesi, a Torre Bert, risulta impressionante anche nella brevità del racconto filmato, che è sicuramente imperdibile per farsi un'idea del lavoro dei due geniali ed appassionati 'dilettanti'.
Un'immagine dei fratelli Achille e Giovanni Battista Judica Cordiglia tratta da una delle dispense de L'Uomo e lo spazio pubblicate, nel 1965, dalla Fratelli Fabbri Editore. L' opera, in 40 fascicoli settimanali e 40 dischi, aveva come direttore responsabile Gian Battista Judica Cordiglia.
Ho anche memoria, incerta, di un qualche fumetto (sarà stato su Il Corriere dei Piccoli ?) in cui due personaggi, ispirati ai fratelli, asserivano di registrare delle voci dallo spazio che poi, alla prova dei fatti, risultavano la registrazione di una lite tra un padrone di casa e un inquilino (ricordo addirittura un pezzetto di uno dei versi-didascalia: "Tu..Tu.. imbroglione / Ma è la voce del padrone").
In questi anni recenti me li ha riportati alla memoria ogni tanto Francesco, collega appassionato di astronautica e curioso cultore degli eventi spaziali che accadevano decenni prima che lui nascesse; è stato proprio Francesco che mi ha segnalato, mesi fa, un film/documentario che doveva andare in onda sul canale francese Arté, e che poi non fu trasmesso; una serie di circostanze mi ha ora permesso di venire in possesso di una copia del film: I pirati dello Spazio.
Il documentario è un ben dosato mix tra le interviste ai due personaggi e la riproposta di pezzi storici della TV e della radio degli anni sessanta e settanta, integrato con spezzoni di filmati e foto amatoriali e familiari con cui i fratelli documentavano l'attività scientifica svolta per decenni, a margine della scienza 'ufficiale'.
Non mancano le interviste fatte loro da Ruggero Orlando, in occasione della loro visita, ufficiale, alla NASA, o da Emilio Fede, allora alla RAI. C'è poi una mole impressionante di bobine di registrazione dei suoni dallo spazio e alcuni brani ci vengono fatti ascoltare riprodotti da un vecchio Geloso: dal primo bip-bip dello Sputnik alle voci di Gagarin e di Glenn, passando da quelle, mai ufficializzate, di astronauti sovietici morti durante le prime missioni umane, per arrivare alla fine della loro attività, con la missione sulla Luna di Apollo 11, trasmessa dalla radio svizzera italiana con Judica Cordiglia consiglieri tecnici e commentatori.
Con il mutare della situazione, anche politica, molte delle attività spaziali vennero fatte da allora alla luce del sole e trasmesse molto spesso in diretta video: oggi la NASA ha addirittura un suo canale TV per coprire le attività spaziali, e Twitter è stato uno strumento con cui il Phoenix Mars Lander ha tenuto aggiornati migliaia di curiosi sulle attività che stava svolgendo, così che basta una connessione Internet per sapere cosa succede 'là fuori' senza più il bisogno di complicate attrezzature elettroniche o antenne da radioastronomi.
L'attività svolta, prima nella loro soffitta e poi sulle colline torinesi, a Torre Bert, risulta impressionante anche nella brevità del racconto filmato, che è sicuramente imperdibile per farsi un'idea del lavoro dei due geniali ed appassionati 'dilettanti'.
Un'immagine dei fratelli Achille e Giovanni Battista Judica Cordiglia tratta da una delle dispense de L'Uomo e lo spazio pubblicate, nel 1965, dalla Fratelli Fabbri Editore. L' opera, in 40 fascicoli settimanali e 40 dischi, aveva come direttore responsabile Gian Battista Judica Cordiglia.
Iscriviti a:
Post (Atom)