Dei fratelli Judica Cordiglia ho cominciato a sentir parlare da bambino: ero vagamente cosciente che si trattasse di persone che, in qualche strana maniera, 'sentissero' suoni provenienti dallo spazio; era l'epoca dei primissimi lanci spaziali dei russi e degli americani e i due riuscivano a captare prima i segnali dei satelliti e poi le conversazioni nelle capsule spaziali sovietiche che, talvolta, non si aveva nessuna evidenza ufficiale fossero state realmente lanciate.
Ho anche memoria, incerta, di un qualche fumetto (sarà stato su Il Corriere dei Piccoli ?) in cui due personaggi, ispirati ai fratelli, asserivano di registrare delle voci dallo spazio che poi, alla prova dei fatti, risultavano la registrazione di una lite tra un padrone di casa e un inquilino (ricordo addirittura un pezzetto di uno dei versi-didascalia: "Tu..Tu.. imbroglione / Ma è la voce del padrone").
In questi anni recenti me li ha riportati alla memoria ogni tanto Francesco, collega appassionato di astronautica e curioso cultore degli eventi spaziali che accadevano decenni prima che lui nascesse; è stato proprio Francesco che mi ha segnalato, mesi fa, un film/documentario che doveva andare in onda sul canale francese Arté, e che poi non fu trasmesso; una serie di circostanze mi ha ora permesso di venire in possesso di una copia del film: I pirati dello Spazio.
Il documentario è un ben dosato mix tra le interviste ai due personaggi e la riproposta di pezzi storici della TV e della radio degli anni sessanta e settanta, integrato con spezzoni di filmati e foto amatoriali e familiari con cui i fratelli documentavano l'attività scientifica svolta per decenni, a margine della scienza 'ufficiale'.
Non mancano le interviste fatte loro da Ruggero Orlando, in occasione della loro visita, ufficiale, alla NASA, o da Emilio Fede, allora alla RAI. C'è poi una mole impressionante di bobine di registrazione dei suoni dallo spazio e alcuni brani ci vengono fatti ascoltare riprodotti da un vecchio Geloso: dal primo bip-bip dello Sputnik alle voci di Gagarin e di Glenn, passando da quelle, mai ufficializzate, di astronauti sovietici morti durante le prime missioni umane, per arrivare alla fine della loro attività, con la missione sulla Luna di Apollo 11, trasmessa dalla radio svizzera italiana con Judica Cordiglia consiglieri tecnici e commentatori.
Con il mutare della situazione, anche politica, molte delle attività spaziali vennero fatte da allora alla luce del sole e trasmesse molto spesso in diretta video: oggi la NASA ha addirittura un suo canale TV per coprire le attività spaziali, e Twitter è stato uno strumento con cui il Phoenix Mars Lander ha tenuto aggiornati migliaia di curiosi sulle attività che stava svolgendo, così che basta una connessione Internet per sapere cosa succede 'là fuori' senza più il bisogno di complicate attrezzature elettroniche o antenne da radioastronomi.
L'attività svolta, prima nella loro soffitta e poi sulle colline torinesi, a Torre Bert, risulta impressionante anche nella brevità del racconto filmato, che è sicuramente imperdibile per farsi un'idea del lavoro dei due geniali ed appassionati 'dilettanti'.
Un'immagine dei fratelli Achille e Giovanni Battista Judica Cordiglia tratta da una delle dispense de L'Uomo e lo spazio pubblicate, nel 1965, dalla Fratelli Fabbri Editore. L' opera, in 40 fascicoli settimanali e 40 dischi, aveva come direttore responsabile Gian Battista Judica Cordiglia.
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