giovedì 6 settembre 2007

Il dado Star

Per qualche motivo, che mi è incomprensibile, le donne della mia famiglia sono affette dalla stessa angoscia: "E se rimanessi, all'improvviso, senza dadi Star?"
Questo spinge mia mamma, mia sorella e mia moglie ad acquisti, compulsivi, del prodotto nella scatoletta verde: in ciascuna delle nostre case non ce ne sono mai meno di due o tre confezioni (quelle più grandi, da 20 pezzi, ovviamente), oltre ad alcuni dadi singoli sparsi qua e là, in zone strategiche della cucina ("Per le emergenze, se rimanessi senza?") ed almeno una scatola, quella in uso, in frigorifero. Ho chiesto a tutte perché il sale (perché in fondo di questo si tratta, sale e glutammato oltre ad altri 'esaltatori di sapidità') debba essere conservato in frigo e ho sempre ricevuto come risposta un'occhiataccia molto espressiva, come a dire: "Ma tu cosa ne vuoi sapere di queste cose!"

Il design del packaging, volevo dire della confezione, è lo stesso da decenni: la scatola verde e la signora sorridente, con una grafica anni '50 leggermente rimodernata, nell'atto di assaggiare un cucchiaio del gustoso alimento; da un po' nell'angolino in alto a destra si fa riferimento agli spot TV che ci dicono essere il dado il segreto della cucina dei grandi chef.

Un caro amico, la sua famiglia da tre generazioni gestisce una gastronomia, mi assicura che il glutammato è il cuore del sapore dei loro preparati.

Mi spiace solo che sia cessata, da qualche decennio, la raccolta-punti. Eravamo tra i pochi, credo, ad avere in casa gran parte dei premi che erano a catalogo!

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