domenica 21 settembre 2008

Arte libica

Cosa c'entri con la cultura della Libia e con l'arte musliman in generale la classicità greca e romana non mi è dato sapere. Tuttavia, già dalla primavera del 2007 il governo italiano aveva deciso di 'restituire' al governo di Gheddafi questa bella Venere di Cirene che le truppe italiane scoprirono, nel 1913, nella città già insediamento greco e poi romano.
D'altra parte, come resistere alle cortesi insistenze di chi, pacificamente, ti ha anche lanciato un paio di missili contro?
E così, a rinsaldare i vincoli di amicizia tra i due popoli, ecco che il nostro presidente del consiglio ha portato, nel suo ultimo viaggio, il pacco dono con la dea callipigia. Un bene notificato e, per quanto ne so, inalienabile.


Per analogia come non ricordare il regalo che Mussolini voleva fare a Hitler, in visita in Italia, nel maggio di settanta anni fa: la copia in marmo, romana, del Discobolo di Mirone?
La statua, ritrovata. nel 1781 nella Villa Palombara, appartenente alla Signora Marchesa Barbara Savelli Palombara Massimo, era un'opera notificata, sia pure in possesso del principe Lancellotti. Ci furono molte opinioni contrarie a questo dono e alla fine del suo viaggio Hitler acquistò la statua dal principe Lancellotti per cinque milioni di lire.
Durante la 'gita' culturale a Roma e a Firenze, il regime affiancò al Fuhrer una guida d'eccezione, il senese Ranuccio Bianchi Bandinelli, della famiglia dei conti Bianchi Bandinelli Paparoni, il quale, oltre ad essere archeologo e storico di chiarissima fama, era di madre tedesca e conosceva perfettamente la lingua perché allevato, dopo la morte prematura della mamma, dalla nonna materna, dama di compagnia della regina Margherita.
E' un caso che, nelle settimane passate, abbia avuto tra le mani Roma, l'arte nel centro del potere, opera classica del 1969 del Bandinell, scritta per la serie di volumi sulla storia universale dell'arte progettata da André Malraux.


La statua del discobolo fu restituita all'Italia nel 1948, per l'opera infaticabile di recupero del patrimonio artistico italiano scomparso durante la seconda guerra mondiale portata avanti da Rodolfo Siviero; Siviero si occupò, fino alla sua morte nell'83, di recuperare opere d'arte comunque scomparse dall'Italia.
Nell'84 ho visto una storica mostra, a Firenze, che ricordava il lavoro e le opere recuperate; è possibile ancora reperire il catalogo: L'opera ritrovata. Omaggio a Rodolfo Siviero. Firenze, Palazzo Vecchio, dal 29/6/1984, ad es. da Firenze Libri.
Qui il sito del Museo Casa Siviero a Firenze.

A chiusura, un mio modesto consiglio.
Perché non bombardare Los Angeles, in prossimità del Paul Getty Museum?
Forse si potrebbe così convincere l'Istituzione a restituire gran parte dei beni in mostra e non solo i quaranta che, dopo lunga trattativa e con una certa dilazione temporale, ha deciso di farci riavere.
(E nulla dirò dei reperti etruschi dei musei Russi o dei trafugamenti dell'esercito napoleonico.)

1 commento:

  1. Beh, ma mi pare ovvio quale sia l'intento. "Qualcuno" si sta preparando un'eventuale via di fuga. Mettiamo il caso che il Lodo Alfano per qualche motivo salta. L'avvocato Mills può inventarsi tutte le storie che vuole, ma la sua testimonianza è schiacciante, ha corrotto dei giudici da parte di Silvio Berlusconi.
    Beh, se questo processo potesse andare avanti, "qualcuno" rischierebbe sul serio e... Bettino docet!

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