lunedì 24 gennaio 2011

Parcheggiare a Siena - 3

Nella zona dell'Ospedale di Siena, gran monstrum che domina da una collina tutta la città, per alcuni il parcheggiare sembra essere un problema.

L'ospedale di Siena da una vista aerea di Bing.
Clic sull'immagine per ingrandire.
Per lo stato dei lavori l'immagine sembra risalire a 4 o 5 anni fa.

Anche se la struttura è circondata dai campi, non si è trovato il modo, dicono i critici, di fare una circolazione stradale adeguate né da un punto di vista topologico, né da quello meramente viario dato che, appena usciti dallo stradone che dovrebbe condurre al nosocomio, si ricade nelle tipiche viuzze più adatte al traffico di somarelli e carretti che a quello di auto, camion e autobus.
Ci si lamenta che non si sia voluto trovare il modo di fare parcheggi adeguati, larghi e soprattutto gratuiti. Molti ritengono che non sia gran dimostrazione di civiltà far pagare la sosta a chi in ospedale va per un esame o la visita ad un ammalato e men che meno sembra morale che si debba far fatica a trovare un posto dove parcheggiare e si debba pagare un iniquo balzello per la sosta se c'è la malaugurata necessità di fare una dolorosa sosta all'obitorio.

Ma 'business is business' e non si guarda in faccia nessuno, e così fa anche Siena Parcheggi SpA, "il gestore pubblico del sistema di sosta a pagamento della città di Siena", che è una "società in house del Comune di Siena che ne detiene la maggioranza azionaria ed è uno strumento di attuazione delle strategia integrata riguardo alla mobilità nel territorio comunale", come si legge dal sito.

E dire che, a controbattere queste malevoli osservazioni, il comune di Siena aveva fatto il più grande parcheggio gratuito della zona, comodo per prossimità al Grande Mostro, se pure non abbastanza capiente. Nessuno ne ha mai parlato, si fa finta di non averlo visto, eppure, per anni, è stato lì, a libera disposizione di tutti.

Era un parcheggio originale, messo all'interno di un percorso viario che a nulla e nessuno serve, dato che percorrendo la vietta (eh sì, sulla larghezza delle vie si risparmia sempre) questa porta: o a immettersi in un parcheggio a pagamento, ma 'a tradimento' proprio davanti all'ingresso, saltando le centinaia di auto che qualche mattina per più di uno chilometro bloccano lo scorrimento del traffico; o a disimpegnarsi rientrando verso il centro città (ma non si potrebbe: una segnalazione impedisce la svolta a destra perché non è possibile curvare senza invadere completamente la corsia opposta); o a percorrere una strettissima (causa parcheggio selvaggio) stradina sino ad arrivare nella nell'ennesima rotonda (trasformata, per volontà e necessità popolare, in ulteriore 'parcheggio di salvataggio' irregolare ma di liberissimo utilizzo), percorsa la quale si può finalmente, tornando sui propri passi, prendere la direzione preferita.

Questo bel parcheggio, di cui parlo, è un anonimo e contorto ponticino.

Non è famoso come il 'ponte di Calatrava', il discusso 'oggetto' di vetro e acciaio sul Canal Grande a Venezia, né forse come il locale 'ponte di Malizia', tolda di nave che fa da tappo, fra due quasi simmetriche rotonde, al traffico cittadino che dal centro va in direzione dell'Ospedale e del supermercato più grande della città e viceversa.

Inaugurato dopo anni di 'fermo lavori' che ai più è rimasto incomprensibile, quando è stato finalmente completato tutti hanno immediatamente compreso l'utilizzo che se ne poteva fare: finalmente l'amministrazione pubblica, 'truccandolo' da ponte per motivi imperscrutabili, aveva fatto un parcheggio gratuito proprio accanto all'ingresso dell'Ospedale.
Tanta è stata la gioia di tutti i meschini frequentatori del presidio ospedaliero e grandissimo è stato il successo del luogo: per anni abbiamo visto il bel ponte-parcheggio pieno sino all'inverosimile di automezzi in flagrante divieto di sosta in entrambe le direzioni di marcia, le auto volteggiare sopra la sinuosa silohuette di cemento, coi più abili autisti fare inversioni ad U nel punto più alto, per tornare poi allegramente verso il centro della città senza dover fare il percorso da Gioco dell'Oca così ben disegnato sul tavolo del tecnigrafo da abili e barocchi progettisti.

Poi, purtroppo, il bel gesto, il regalo insperato e quindi ancor più gradito, ci è stato tolto con un colpo di mano: su entrambi i lati del ponte è comparsa una teoria in duplice filare di funghetti di cemento vivacemente pitturati di giallo che, con la loro monotonia cromatica, hanno messo uno stop al colorato e arlecchinesco susseguirsi dei veicoli a motore.
Che peccato, un così bell'oggetto, una realizzazione di cui l'amministrazione poteva vantarsi in tutta la provincia, ridotto a semplice, banale, inutile e solitario ponticello con accluso il pericolo, ben segnalato, dell'elicottero Pegaso del Pronto Soccorso in manovra!

E che tristezza, i pochi solitari nostalgici che cercano di ripristinarne il ricordo, almeno nella immediate vicinanze, parcheggiando bravamente, con gran divertimento dei pedoni tutti e dei disabili in particolare!

Sì, è Siena.

Nota: Ovviamente questa non è un'inchiesta ma solo il racconto di un povero cristo che, andandosene da un ventennio tutte le mattine per le stesse strade, si chiede come mai le cose vadano come vanno e dove sia la logica delle scelte che anno dopo anno cambiano la vita dei cittadini, peggiorando quanto meno la mia, e lasciando nell'indifferenza accondiscendente dell'amministrazione i piccoli problemi quotidiani.

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