Un post, questo, che spezza la consuetudine domenicale di pubblicare motti e modi di dire latini ma che resta comunque in tema.
Il professor Alessandro Fo, docente di Letteratura Latina presso l'Università di Siena, è noto studioso e saggista, traduttore (monumentale la recente traduzione dell' Eneide, di cui si può scaricare on-line la versione letta da lui stesso) oltre che poeta di chiara fama.
È in quest'ultima veste che ieri sera è stato premiato come vincitore della 85-ima edizione del premio letterario Viareggio Rèpaci nella sezione Poesia.
domenica 31 agosto 2014
giovedì 28 agosto 2014
Giornale di guerra
Scontento di sé, Gadda, delle sue debolezze, della sua sensibilità, dell'incapacità di agire con virile e fessa decisione.
Scontento dei colleghi e dei commilitoni, poco sensibili al dovere, scansafatiche, imboscati quando possibile.
Critico e deluso dagli ufficiali, anche di alto rango, incapaci, ottusi, vecchi.
Inferocito coi fornitori dell'esercito che, con le usuali ruberie italiche, intascano mazzette e mandano vestiari e rifornimenti di scarsissima qualità al fronte.
Arrabbiato per non aver passato più tempo a combattere contro Tedeschi e Austro-Ungheresi; avvilito fino alle lacrime dalla sconfitta di Caporetto, dalla cattura.
Sfinito dalla fame, durante la prigionia, e dall'inedia e dall'impossibilità di poter aiutare la sua Italia.
E poi la povertà sua e della famiglia, l'apprensione per la madre, vedova, per la sorella, per il fratello, al fronte anche lui, in aviazione.
E, nonostante il rientro a guerra finita, impotenza, tristezza, uno stato di depressione che fa vedere davanti solo un muro nero, insopportabile e insormontabile. Il coraggio, però, e la volontà di proseguire gli studi, di dare gli esami in una situazione da stress, per conseguire una laurea in Ingegneria elettrotecnica che, negli anni a seguire, gli garantirà almeno il lavoro.
Il diario è per sé stesso, per ricordare quei momenti, non è un esercizio di stile o una prova d'autore. A noi fa conoscere l'uomo e la guerra, la Grande Guerra. Se in "Tempeste d'Acciao" di Junger c'è la guerra, in "Un anno sull'altipiano" di Lussu ci sono i soldati, qui c'è il narratore e la sua rabbia per la sua impotenza e l'incapacità, che vede ovunque, a ogni livello dell'organizzazione militare.
Questo libro, e gli altri due citati, sono fondamentali per sapere cosa succedeva, cento anni fa: sono da leggere e meditare perché rimanga almeno un briciolo del ricordo di quei fatti.
[Immagine dal sito: ArteGrandeGuerra]
Scontento dei colleghi e dei commilitoni, poco sensibili al dovere, scansafatiche, imboscati quando possibile.
Critico e deluso dagli ufficiali, anche di alto rango, incapaci, ottusi, vecchi.
Inferocito coi fornitori dell'esercito che, con le usuali ruberie italiche, intascano mazzette e mandano vestiari e rifornimenti di scarsissima qualità al fronte.
Arrabbiato per non aver passato più tempo a combattere contro Tedeschi e Austro-Ungheresi; avvilito fino alle lacrime dalla sconfitta di Caporetto, dalla cattura.
Sfinito dalla fame, durante la prigionia, e dall'inedia e dall'impossibilità di poter aiutare la sua Italia.
E poi la povertà sua e della famiglia, l'apprensione per la madre, vedova, per la sorella, per il fratello, al fronte anche lui, in aviazione.
E, nonostante il rientro a guerra finita, impotenza, tristezza, uno stato di depressione che fa vedere davanti solo un muro nero, insopportabile e insormontabile. Il coraggio, però, e la volontà di proseguire gli studi, di dare gli esami in una situazione da stress, per conseguire una laurea in Ingegneria elettrotecnica che, negli anni a seguire, gli garantirà almeno il lavoro.
Il diario è per sé stesso, per ricordare quei momenti, non è un esercizio di stile o una prova d'autore. A noi fa conoscere l'uomo e la guerra, la Grande Guerra. Se in "Tempeste d'Acciao" di Junger c'è la guerra, in "Un anno sull'altipiano" di Lussu ci sono i soldati, qui c'è il narratore e la sua rabbia per la sua impotenza e l'incapacità, che vede ovunque, a ogni livello dell'organizzazione militare.
Questo libro, e gli altri due citati, sono fondamentali per sapere cosa succedeva, cento anni fa: sono da leggere e meditare perché rimanga almeno un briciolo del ricordo di quei fatti.
Per non dimenticare la Grande Guerra.
[Immagine dal sito: ArteGrandeGuerra]
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lunedì 25 agosto 2014
Siena: indecoro urbano
È lasciato così, da mesi. Forse perché la scritta è in rosso?
Sì, è Siena.
Art. 6
(Deturpamento di edifici pubblici e privati)
1. È proibito danneggiare, deturpare, imbrattare con scritti, affissioni, disegni o macchie gli edifici pubblici o privati, monumenti, i muri in genere, le panchine, le carreggiate, i marciapiedi, i parapetti dei ponti, gli alberi e qualsiasi altro manufatto o oggetto di arredo urbano.
2. Al soggetto attore delle violazioni del presente articolo è comminata una sanzione amministrativa da € 80,00 a € 480,00 e la rimessa in pristino dei luoghi, che dovrà avvenire a regola d’arte in considerazione delle qualità delle superfici danneggiate.
3. Nei casi urgenti per motivi di ordine, di decoro, di opportunità e in caso di inadempienza del proprietario, l’Amministrazione Comunale potrà provvedere all’immediata eliminazione, senza obbligo di preavviso, con addebito delle spese al proprietario stesso.
Art. 11
(Patrimonio pubblico/privato e arredo urbano)
1. Sugli immobili di qualunque natura pubblica e privata, nonché sull’arredo urbano è vietato:
a) apporre, disegnare ovvero incidere sui muri esterni, sulle porte e sugli infissi esterni scritti, segni o figure, come pure insudiciare, macchiare, tingere o comunque alterare lo stato dei muri degli edifici;
b) modificare o rendere illeggibili le targhe con la denominazione delle vie o i numeri civici dei fabbricati o i cartelli segnaletici;
c) spostare dalla loro collocazione panchine, rastrelliere, cassonetti, dissuasori di sosta e di velocità, attrezzature ed elementi di arredo urbano in genere;
d) collocare direttamente o indirettamente su pali della illuminazione pubblica, paline semaforiche o alberi, volantini, locandine, manifesti contenenti messaggi di qualunque genere, salvo il caso che per gli stessi sia stata rilasciata apposita autorizzazione.
2. Le violazioni di cui ai commi precedenti comportano una sanzione amministrativa da € 50,00 a € 300,00 e l’obbligo della rimessa in pristino.
domenica 24 agosto 2014
giovedì 21 agosto 2014
Cerco lavoro
Come nell'America della Grande Depressione.
[Follonica, cantiere di ristrutturazione della Fonderia n. 1 nell'area dell'ex ILVA]
domenica 17 agosto 2014
sabato 16 agosto 2014
Paese che vai, gente che trovi
[Immagine da: Il_Palio]
Agosto 1969: mentre il popolo del Nicchio esalta Rondone su Topolone, il popolo di Woodstock impazzisce per Jimi Hendrix.
martedì 12 agosto 2014
Le strade di Siena
Le strade di Siena sono pulite, rettilinee, scorrevoli, larghe e per niente scomode: infatti se passate in via Veterani dello Sport potete sostare e sedere su degli accoglienti divani letto, messi proprio in mezzo di strada, per il conforto di tutti.
Le strade del quartiere saranno 'spazzate' oggi, come può a fatica leggere un pedone (e non un automobilista!) che passi su un marciapiede e getti un'occhiata incuriosita al pezzetto di carta appiccicato alla meglio su un palo della luce.
Sì perché ormai la pulizia non viene segnalata neppure più da appositi cartelli di divieto di sosta (che qui, come dicevo nel precedente post, hanno cambiato il loro significato): adesso i lavori sul piano stradale sono segnalati con dei pezzetti di carta, come fossero feste per il compleanno di qualche bambino o richieste di uno studente per l'affitto di una camera.
Noi li paghiamo, con le nostre tasse che aumentano e si moltiplicano, in una sorta di smiracolo dei Pani e dei Pesci, di cui ci raccontano Marco e Matteo e la qualità e le modalità in cui il servizio viene offerto sono davanti a tutti.
C'è un qualche corollario alla legge di Murphy che dice: "Quando devi fare una cosa, puoi sempre trovare il modo di farla peggio della volta precedente"? Si direbbe proprio di sì!
Sì, è Siena!
Siena che cambia
C'è, qui, una sparuta schiera di concittadini che non perde occasione per criticare la Città e il comportamento assunto dal Potere nel gestirla e nell'amministrarla.
Questi esseri vili additano ora questo ora quello, facendone, senza vergogna, addirittura nomi e cognomi, ritenendoli rei del cambiamento che la Città meriterebbe (a parer loro, si badi) e che non viene attuato.
Nel mio piccolo posso testimoniare esattamente il contrario: Siena cambia.
Pensate: anni fa, quando ho sostenuto l'esame per conseguire la patente di guida e, come al solito, mi sono preparato con scrupolo e attenzione, avevo imparato che le strisce bianche per terra, volgarmente dette 'zebre', erano riservate all'attraversamento dei pedoni.
Invece, come potete vedere dappertutto, nella Repubblica di Siena il Codice della strada è stato opportunamente cambiato: oggi quelle strisce indicano: Obbligo assoluto di parcheggio (democraticamente, per automobili e per motocicli).
Altra cosa che avevo imparato era l'uso dei segnali di divieto, quelli di forma circolare; ce n'era uno, cerchio e banda trasversale rossa su campo blu, che indicava il Divieto di Sosta.
Nella beneamata Repubblica anche questa regola è cambiata: oggi significa Zona riservata al solo parcheggio.
Di
questi, ed altri innumerevoli cambiamenti al codice della strada
(occupazioni di suolo pubblico da parte di esercizi commerciali se e
quando fa comodo, marciapiedi trasformati, giustamente, in piste e
parcheggi per motocicli, ...) può rendersi conto rapidamente chiunque si
trovi a passare per queste contrade.
I Vigili Urbani, con la loro assenza, possono testimoniare la correttezza delle mie affermazioni.domenica 10 agosto 2014
giovedì 7 agosto 2014
martedì 5 agosto 2014
Follonica sotto il Sole
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lunedì 4 agosto 2014
Follonica sotto la Luna
Alle 21:46, con lo scatolotto elettronico appoggiato al davanzale della finestra.
(Lo zoom a 400x, f/8, 1/25 sec., ISO-100)
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Follonica graffiti
Il muro di cinta dell'area che una volta era occupata dalla fonderia e dalle officine dell'ILVA, lasciato a se stesso, fa da attrattore per scritte insulse ed è oggetto di inutili, insufficienti interventi di cancellatura.
Questo graffito, invece...
domenica 3 agosto 2014
sabato 2 agosto 2014
L'Estate del '14
L'Estate era più meravigliosa che mai e prometteva di diventarlo ancora di più, e tutti noi guardavamo il mondo senza alcuna preoccupazione. Ricordo, nell'ultimo giorno a Baden, di aver camminato con un amico per le colline ricoperte di viti e che un vecchio vignaiolo ci disse:
"È da tanto che non abbiamo avuto un'estate così. Se il tempo si mantiene il vino di quest'anno sarà senza paragoni. La gente si ricorderà per sempre dell'estate del 1914!"
S. Zweig, da Die Welt von Gestern. Erinnerungen eines Europäers (1944).
La traduzione (dalla versione inglese) è mia.
Per non dimenticare la Grande Guerra.
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venerdì 1 agosto 2014
Renzi sblocca l'Italia
Adesso anche in comode confezioni da 100 ml, da portare sempre con noi.
Utilizzare all'insorgenza dei primi sintomi.
[Attenzione: nuoce gravemente alla salute degli altri stati membri EU]
[E' un presidio economico-finanziario: tenere fuori dalla portata dei bambini]
I libri ci leggono
I libri elettronici sono cresciuti e hanno imparato molte cose; ad esempio, adesso sanno leggere. E cosa possono leggere se non noi, i loro lettori?
Niente di particolarmente nuovo: gli editori, venditori di merci, vogliono conoscere i loro clienti e le informazioni che ricevono dai loro libri sono molto preziose perché possono essere facilmente e velocemente raccolte e centralizzate in un database ricco di dati fondamentali per il loro commercio.
Gli elettro-libri ci chiedono di condividere le nostre sottolineature, le note che prendiamo, il giudizio che diamo del testo alla fine della lettura.
Tutte queste informazioni vengono raccolte dai rivenditori che non solo, ovviamente, conoscono il genere di libri che leggiamo, ma sanno cosa dei loro libri abbiamo evidenziato, se abbiamo terminato il libro oppure lo abbiamo messo da parte ad un certo punto (e in quale punto), quante pause abbiamo fatto e di quale durata, in quanto tempo e in quante sedute di lettura abbiamo terminato il libro, in quali paragrafi abbiamo interrotto la lettura per poi riprenderla, cosa abbiamo saltato, dove siamo andati più veloci o più lenti, quale libro abbiamo acquistato (o letto) subito dopo.
Sanno le parole che abbiamo cercato, quelle che abbiamo tradotto, se abbiamo letto un unico libro per volta o ci siamo messi ad alternarne più d'uno, e quale e di che genere; quali libri leggiamo più lentamente e quali più velocemente; se abbiamo saltato l'introduzione o l'abbiamo consultata solo al termine: conoscono quello che finora era inconoscibile: l'intensità della nostra lettura.
Tutti questi dati, in possesso di pochi, grandi distributori di libri, sono una miniera d'oro per gli editori che, per la prima volta nella storia della lettura, sono in grado di essere aggiornati immediatamente con una fluviale quantità di dati riguardanti i loro prodotti.
E, attenzione, non c'è modo di evitare che i nostri gusti e le nostre abitudini di lettura diventino noti ai distributori di elettro-libri. Se neppure negli USA riescono a bloccare i colossi della distribuzione dal raccogliere questi dati sensibili, figuriamoci in Italia! (Be', forse però noi siamo protetti dall'essere lettori debolissimi e semi analfabeti...)
Alcuni famosi servizi di Publishing si stanno buttando poi su una nuova forma di business: l'abbonamento di lettura; per poco meno di 10 dollari al mese si possono leggere tutti i libri che si vogliono: una vera goduria per i lettori forti (e per le informazioni che Scribd, Oyster e da pochi giorni anche Amazon possono rivendere a editori e autori).
Forse aveva ragione Luciano Bianciardi: "Non leggete i libri, fateveli raccontare".
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