Sono in fila all'accettazione dell'officina del concessionario, sento una discussione che cresce un po' di tono, davanti a me: mi faccio attento.
Un ragazzo lamenta certe vibrazioni nella sua auto che ha pochi mesi di vita: chiede al meccanico di provarla; il meccanico rifiuta; non capisco.
Dietro al bancone, attirato anche lui dalla discussione, arriva il capo officina che vuol sapere cosa stia succedendo; mi avvicino un po'. Il ragazzo dell'auto nuova ripete che ha problemi di vibrazioni alla macchina, quando va sui 150 km/h, e che ha chiesto al meccanico di provare l'auto per capire di cosa si tratti.
Il giovane dipendente dice che lui non lo vuol fare, a 150 km/h non si può andare neanche in autostrada. Il suo capo insiste: "Uscite insieme, fate una decina di chilometri, così ti rendi conto!" Il dipendente è in una brutta posizione, nicchia, ma sa che non può dire di no. Alla fine concorda col proprietario dell'auto di fare una prova.
Sull'Autopalio tra poche ore sfreccerà un'auto, con problemi di vibrazioni, a 150 chilometri orari, quando il limite per tutto il percorso è di 90 e il fondo stradale è pessimo, in alcuni tratti degno di una Parigi-Dakar.
Ieri, su questa stessa strada, vicino a Poggibonsi in un incidente stradale è morto un quarantenne.
Ma dopo tutto, salvo il sottoscritto che è talmente inadeguato da rispettare i limiti e da usare (udite! udite!) addirittura le frecce quando sorpassa, tutti corrono tra Siena e Firenze come matti e allora di che mi meraviglio?
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