giovedì 24 giugno 2010

La farina del diavolo

Si potrebbe forse dire, parafrasando la presentazione che lo Stampatore fa a chi legge il Primo Tomo del Compendio del Vocabolario degli Accademici della Crusca (1739), che, per motivi economici:
"Sembra che la cultura, più diligente, e premurosa, che far si suole tra noi della Toscana gentilissima Favella abbia incominciato, per dir così, in qualche parte a trascurarsi, non senza pericolo, che venga meno col tempo non so che di quel pregio, in cui salita era per questo studio la nostra Nazione"


Di fatto la presidente dell'Accademia della Crusca Nicoletta Maraschio ha spiegato ieri che:
"per consentire il funzionamento dell'Accademia ogni anno servono 400mila euro. Si tratta di spese fisse, equamente suddivise tra personale (sei dipendenti e 15 collaboratori, gli accademici e i soci non percepiscono alcun compenso) e il mantenimento della sede. Nel 2009 dallo Stato sono, però, arrivati solo 190mila di contributi. Pur non essendo nella lista degli enti culturali che hanno subito i tagli del governo - ha precisato la presidente - l'Accademia si trova quindi in una situazione di grande difficoltà. Non si tratta di problemi nel portare avanti i progetti e gli studi in corso, ma di non poter pagare le bollette o di non poter comprare il materiale, come i libri, necessari per la nostra attività. Quello che è a rischio è la vita stessa dell'Accademia".

Fonte: ASCA

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