Che in genere far di conto, specie mentalmente, ci risulti difficile è una cosa che verifico puntualmente da anni.
Metter giù una formulina matematica che permetta di calcolare uno sconto o una maggiorazione IVA, pur avendo un livello di difficoltà da scuola media, risulta difficile anche per gli utenti a cui tengo corsi di Excel.
Le percentuali sono una brutta bestia, basta ascoltare la cronaca dei risultati di una qualunque elezione politica per sentire gli sfondoni matematici più assurdi.
Abbiamo difficoltà a capire che, se un partito era al 12% e passa al 15,6%, ha fatto uno sprint notevole: guadagnando tre punti e mezzo, ha dimostrato di incrementare del 30% il risultato precedente. Converrete che 30% suona molto meglio di 15,6%!
La comunicazione si fa forza di questa nostra difficoltà; in questi giorni ci parla di percentuali, con insistenza, una nota azienda di bibite gassate.
I giocolieri che riempiono lo spot con le loro semplici ma fitte acrobazie, lasciano lo spazio ad un 30%, che campeggia in bella evidenza sullo schermo, e solo se prestate attenzione alla voce recitante saprete che è un "30% in più", non si capisce bene rispetto a quale termine di paragone. Una scritta velocissima e quasi illeggibile, almeno per me, nella parte bassa dello schermo, riporta "Rispetto alla precedente" o qualcosa del genere.
Un gran passo avanti, insomma, incrementare dal 12% al 15,6% il succo di arancia nella bevanda in acqua gassata, ma detto così non avrebbe fatto figura.
Sul sito di Altro consumo leggo adesso che "stiamo facendo partire una denuncia per pubblicità ingannevole al Garante".
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