venerdì 29 maggio 2009
Elezioni di Giugno
Rielaborazione di immagini da "Il Libro dei tornei" di Hans Burgkmair il Vecchio, immagini pubblicate da peacay, nel suo eccellente blog BibliOdyssey, qui.
giovedì 28 maggio 2009
Chi usa la testa...
Chi usa la testa la protegge, diceva un motto su una delle immagini di una campagna sulla sicurezza della Montedison, tanti anni fa.
La scritta era sotto un casco giallo, da minatore, uno del tipo di quelli che si son visti indossati da tutti durante i servizi televisivi sul terremoto de L'Aquila, ma che, se andate a giro per le strade delle vostre città, non sempre vedrete in testa a chi lavora arrampicato sulle strutture dei cantieri edili.
Quando ero bambino, uno di questi caschi, ormai in cattive condizioni e dismesso, mio babbo lo aveva portato a casa dalla miniera: ricordo un vistoso bollino rosso che ci campeggiava sopra e che qualificava chi lo aveva come componente della commissione sicurezza della miniera, di Gavorrano, credo.
Per far capire l'efficacia di quel guscio di plastica a me, bimbetto più uso ai banchi delle elementari e ai libri che ad una qualsiasi attività manuale, il genitore fece vedere una cosa che non dimenticherò: prese il casco, lo mise sul marciapiede di fronte a casa e poi, con una mazza, gli assestò un colpo che pensai avrebbe spaccato anche le mattonelle in cemento.
Il casco, è vero, si abbassò un po', ma rimase assolutamente integro. Mi fece osservare l'interno: una rete di corregge di cuoio, a qualche centimetro di distanza dalla superficie della struttura, dovevano calzare bene sulla testa di chi lo indossava e il sottogola andava stretto a regola d'arte, sennò il tutto non serviva a niente.
Credo di non aver mai visto uno 'spot' così convincente.
Ci sono stati, in questi giorni, altri morti per incidenti sul lavoro e ci sono altri scioperi; qualche volta mi viene da pensare che queste cose succedano perché, appunto, c'è qualcuno che non usa la testa.
Scendevo, ierimattina, in auto, per una vietta che porta al mio quartiere: una discesa accentuata, che invita ad andar veloci; sulla sinistra le strutture della casa dello studente, sulla destra un macchione che scende fino a dove la strada spiana e si apre in nuovi mostri di cemento, freschi, freschi, e verso alcuni campi sportivi.
La manutenzione del verde a Siena è fatta in maniera che reputo approssimativa, ma in questi ultimi mesi, grazie alle incombenti elezioni, si vede un po' di attività in più.
Scendevo, dunque, per questa strada, attento ai limiti di velocità perché in fondo, quando si arriva al piano, ci sono cantieri aperti e quindi la possibilità di trovare automezzi pesanti in movimento (no, non sono segnalati, bisogna andare a memoria...) quando, dietro una curva, ho visto all'improvviso un operaio con il decespugliatore, al lavoro; ho scartato leggermente sulla sinistra, per evitare un possibile contatto fisico, ma mi si è parato davanti un secondo operaio, questa volta in mezzo alla strada, che pareggiava con cura la bordura di un muretto che, delimitando a destra la strada, contiene alberi e arbusti che lì dietro fanno un verde gradevole.
Ho scartato ancora sulla sinistra, invadendo l'altra corsia, dove la fortuna ha voluto che non ci fossero né auto né camion né bobcat al lavoro.
I due operai avevano cappello, visiera, forse anche tappi alle orecchie per proteggersi dal rumore. Ma certamente non stavano usando la testa, né la stava usando chi è il responsabile di questi lavori: non un cartello sulla strada a segnalare l'attività, non un vigile urbano.
Ma già, ieri a Siena c'era il mercato settimanale, ed è importantissima l'attività svolta dai nostri VV.UU. nel misurare se i vari banchi dei venditori hanno le dimensioni previste e se tutti sono in regola con i pagamenti delle concessioni dei posti: quelle sì che son cose davvero pericolose.
Se qualcuno investirà uno di questi operai, faremo uno sciopero, è vero.
Ma contro chi?
La scritta era sotto un casco giallo, da minatore, uno del tipo di quelli che si son visti indossati da tutti durante i servizi televisivi sul terremoto de L'Aquila, ma che, se andate a giro per le strade delle vostre città, non sempre vedrete in testa a chi lavora arrampicato sulle strutture dei cantieri edili.
Quando ero bambino, uno di questi caschi, ormai in cattive condizioni e dismesso, mio babbo lo aveva portato a casa dalla miniera: ricordo un vistoso bollino rosso che ci campeggiava sopra e che qualificava chi lo aveva come componente della commissione sicurezza della miniera, di Gavorrano, credo.
Per far capire l'efficacia di quel guscio di plastica a me, bimbetto più uso ai banchi delle elementari e ai libri che ad una qualsiasi attività manuale, il genitore fece vedere una cosa che non dimenticherò: prese il casco, lo mise sul marciapiede di fronte a casa e poi, con una mazza, gli assestò un colpo che pensai avrebbe spaccato anche le mattonelle in cemento.
Il casco, è vero, si abbassò un po', ma rimase assolutamente integro. Mi fece osservare l'interno: una rete di corregge di cuoio, a qualche centimetro di distanza dalla superficie della struttura, dovevano calzare bene sulla testa di chi lo indossava e il sottogola andava stretto a regola d'arte, sennò il tutto non serviva a niente.
Credo di non aver mai visto uno 'spot' così convincente.
Ci sono stati, in questi giorni, altri morti per incidenti sul lavoro e ci sono altri scioperi; qualche volta mi viene da pensare che queste cose succedano perché, appunto, c'è qualcuno che non usa la testa.
Scendevo, ierimattina, in auto, per una vietta che porta al mio quartiere: una discesa accentuata, che invita ad andar veloci; sulla sinistra le strutture della casa dello studente, sulla destra un macchione che scende fino a dove la strada spiana e si apre in nuovi mostri di cemento, freschi, freschi, e verso alcuni campi sportivi.
La manutenzione del verde a Siena è fatta in maniera che reputo approssimativa, ma in questi ultimi mesi, grazie alle incombenti elezioni, si vede un po' di attività in più.
Scendevo, dunque, per questa strada, attento ai limiti di velocità perché in fondo, quando si arriva al piano, ci sono cantieri aperti e quindi la possibilità di trovare automezzi pesanti in movimento (no, non sono segnalati, bisogna andare a memoria...) quando, dietro una curva, ho visto all'improvviso un operaio con il decespugliatore, al lavoro; ho scartato leggermente sulla sinistra, per evitare un possibile contatto fisico, ma mi si è parato davanti un secondo operaio, questa volta in mezzo alla strada, che pareggiava con cura la bordura di un muretto che, delimitando a destra la strada, contiene alberi e arbusti che lì dietro fanno un verde gradevole.
Ho scartato ancora sulla sinistra, invadendo l'altra corsia, dove la fortuna ha voluto che non ci fossero né auto né camion né bobcat al lavoro.
I due operai avevano cappello, visiera, forse anche tappi alle orecchie per proteggersi dal rumore. Ma certamente non stavano usando la testa, né la stava usando chi è il responsabile di questi lavori: non un cartello sulla strada a segnalare l'attività, non un vigile urbano.
Ma già, ieri a Siena c'era il mercato settimanale, ed è importantissima l'attività svolta dai nostri VV.UU. nel misurare se i vari banchi dei venditori hanno le dimensioni previste e se tutti sono in regola con i pagamenti delle concessioni dei posti: quelle sì che son cose davvero pericolose.
Se qualcuno investirà uno di questi operai, faremo uno sciopero, è vero.
Ma contro chi?
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lunedì 25 maggio 2009
USB Radio
In borsa mi porto sempre un lettore MP3, non si sa mai, potrei trovarmi nella necessità di usarlo durante qualche fastidiosa attesa, lontano da qualunque tipo di attività da svolgere.
E' un vecchio dispositivo della Creative, marchio che non mi è particolarmente simpatico, (l'antipatia risale agli anni delle schede audio non sempre facili da far funzionare), vecchio, dicevo, perché me lo devono aver regalato almeno quattro anni fa. Ha una capacità veramente limitata, secondo gli standard di oggi: solo 128 Mb, e dato il raro uso che ne faccio ha quasi sempre l'unica pila, una AAA, scarica. Il lettore è diviso in due parti, l'alloggiamento dell'alimentazione ed il dispositivo di memorizzazione, che comprende anche i pulsanti di controllo volume, file e sintonia; le due parti si separano per connettere il corpo ad una porta USB di un PC per gli upload dei file.
Forse non è cosa nota a tutti che un connettore USB ha 4 conduttori elettrici: due servono per l'alimentazione e due per il segnale audio. Se guardate bene, i due conduttori più esterni, quelli dell'alimentazione, sono leggermente più lunghi.
E allora?
Allora, inserendo la parte propriamente USB della mio lettore nel PC, ma non completamente sino in fondo, lo posso far alimentare dal computer senza che questo lo riconosca come dispositivo USB e posso quindi ascoltare in cuffia i brani MP3 o la radio anche se non ho a portata di mano una pila e sono lontano da una connessione ad Internet.
Un semplice cavo maschio-maschio mi consente poi, se voglio, di uscire dalla presa della cuffia e di rientrare nell'ingresso MIC del computer così da utilizzarne gli altoparlanti e la scheda audio per avere un miglior controllo del volume e dell'equalizzazione
E' proprio così che sto usando il tutto adesso, sintonizzato sulla fedele Rete Toscana Classica.
Nota: nel caso si voglia far rientrare l'audio nel PC con un cavetto, bisognerà, perché la cosa funzioni, che dal controllo di volume di Windows si sia attivata , nel controllo di Registrazione, la Linea in Ingresso (Line In). Attenzione: se il vostro PC ha un microfono integrato, disabilitatelo per evitare lo sgradevole effetto Larson.
sabato 23 maggio 2009
venerdì 22 maggio 2009
Wolfram sa che tempo fa
Se Google la prima volta che lo avete usato vi ha sorpreso, il motore di ricerca WolframAlpha riuscirà a stupirvi.
Sotto i riflettori in questi giorni, fa cose che per chi conosce Mathematica forse non sono speciali, ma che lasciano davvero sorpresi tutti gli altri.
Provate a chiedergli di risolvere l'equazione sottostante: in pochi istanti avrete le radici, sia nel campo reale che in quello complesso, sia in maniera numerica approssimata che in maniera corretta con l'uso delle radici.
Ma lo stupore l'ho avuto davvero quando ho scritto, nella casella di ricerca:
Figurati cosa capisce, mi sono detto.
E invece....
Ha visualizzato le temperature degli ultimi sette giorni e quelle previste nei prossimi tre, l'andamento storico dei valori per il giorno di oggi negli ultimi 24 anni e qualche altra notizia ancora.
Un po' ha barato, i dati li ha presi dalla stazione meteo di Peretola, a Firenze, ma qualche piccolo trucco per stupire gli spettatori è concesso.
Ora passerò un po' di tempo a guardarmi esempi, istruzioni e suggerimenti: Wolfram Alpha ha tutta la mia attenzione.
Sotto i riflettori in questi giorni, fa cose che per chi conosce Mathematica forse non sono speciali, ma che lasciano davvero sorpresi tutti gli altri.
Provate a chiedergli di risolvere l'equazione sottostante: in pochi istanti avrete le radici, sia nel campo reale che in quello complesso, sia in maniera numerica approssimata che in maniera corretta con l'uso delle radici.
Ma lo stupore l'ho avuto davvero quando ho scritto, nella casella di ricerca:
Figurati cosa capisce, mi sono detto.
E invece....
Ha visualizzato le temperature degli ultimi sette giorni e quelle previste nei prossimi tre, l'andamento storico dei valori per il giorno di oggi negli ultimi 24 anni e qualche altra notizia ancora.
Un po' ha barato, i dati li ha presi dalla stazione meteo di Peretola, a Firenze, ma qualche piccolo trucco per stupire gli spettatori è concesso.
Ora passerò un po' di tempo a guardarmi esempi, istruzioni e suggerimenti: Wolfram Alpha ha tutta la mia attenzione.
giovedì 21 maggio 2009
Il succo della percentuale
Che in genere far di conto, specie mentalmente, ci risulti difficile è una cosa che verifico puntualmente da anni.
Metter giù una formulina matematica che permetta di calcolare uno sconto o una maggiorazione IVA, pur avendo un livello di difficoltà da scuola media, risulta difficile anche per gli utenti a cui tengo corsi di Excel.
Le percentuali sono una brutta bestia, basta ascoltare la cronaca dei risultati di una qualunque elezione politica per sentire gli sfondoni matematici più assurdi.
Abbiamo difficoltà a capire che, se un partito era al 12% e passa al 15,6%, ha fatto uno sprint notevole: guadagnando tre punti e mezzo, ha dimostrato di incrementare del 30% il risultato precedente. Converrete che 30% suona molto meglio di 15,6%!
La comunicazione si fa forza di questa nostra difficoltà; in questi giorni ci parla di percentuali, con insistenza, una nota azienda di bibite gassate.
I giocolieri che riempiono lo spot con le loro semplici ma fitte acrobazie, lasciano lo spazio ad un 30%, che campeggia in bella evidenza sullo schermo, e solo se prestate attenzione alla voce recitante saprete che è un "30% in più", non si capisce bene rispetto a quale termine di paragone. Una scritta velocissima e quasi illeggibile, almeno per me, nella parte bassa dello schermo, riporta "Rispetto alla precedente" o qualcosa del genere.
Un gran passo avanti, insomma, incrementare dal 12% al 15,6% il succo di arancia nella bevanda in acqua gassata, ma detto così non avrebbe fatto figura.
Sul sito di Altro consumo leggo adesso che "stiamo facendo partire una denuncia per pubblicità ingannevole al Garante".
Metter giù una formulina matematica che permetta di calcolare uno sconto o una maggiorazione IVA, pur avendo un livello di difficoltà da scuola media, risulta difficile anche per gli utenti a cui tengo corsi di Excel.
Le percentuali sono una brutta bestia, basta ascoltare la cronaca dei risultati di una qualunque elezione politica per sentire gli sfondoni matematici più assurdi.
Abbiamo difficoltà a capire che, se un partito era al 12% e passa al 15,6%, ha fatto uno sprint notevole: guadagnando tre punti e mezzo, ha dimostrato di incrementare del 30% il risultato precedente. Converrete che 30% suona molto meglio di 15,6%!
La comunicazione si fa forza di questa nostra difficoltà; in questi giorni ci parla di percentuali, con insistenza, una nota azienda di bibite gassate.
I giocolieri che riempiono lo spot con le loro semplici ma fitte acrobazie, lasciano lo spazio ad un 30%, che campeggia in bella evidenza sullo schermo, e solo se prestate attenzione alla voce recitante saprete che è un "30% in più", non si capisce bene rispetto a quale termine di paragone. Una scritta velocissima e quasi illeggibile, almeno per me, nella parte bassa dello schermo, riporta "Rispetto alla precedente" o qualcosa del genere.
Un gran passo avanti, insomma, incrementare dal 12% al 15,6% il succo di arancia nella bevanda in acqua gassata, ma detto così non avrebbe fatto figura.
Sul sito di Altro consumo leggo adesso che "stiamo facendo partire una denuncia per pubblicità ingannevole al Garante".
El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha
Ci ho girato attorno tanto tempo, anni addirittura. Ogni volta che ci pensavo ricacciavo indietro l'idea: troppo noioso, troppo lungo, troppo vecchio, troppo da bambini.
Sapevo che i giudizi superficiali che ne davo erano solo la giustificazione della mia pigrizia.
Ora ho fatto il passo avanti, decisivo: ho fatto scendere il Chisciotte da uno scaffale e l'ho messo su una delle pile di libri in lettura e, per dimostrare la mia ferma intenzione, mi sono preparato anche dei segnalibri.
Sono dei simpatici segnalibri doppi, vanno cioè piegati in due prima di usarli, in modo che ci sia Sancio da una parte e Chisciotte dall'altra. Non sono una mia creazione, li ho trovati su Mondopunt, qui. La mia versione la potete scaricare, in PDF, direttamente da qui.
La scritta sul bordo recita:
"Bien parece que no éstas cursado en esto de las aventuras: ellos son gigantes; y si tiene miedo quitate de ahi, y ponte en oracion " che dovrebbe dire: "Sembra che tu non sia portato per le avventure: quelli sono giganti e se hai paura, togliti di qui e mettiti a pregare".
Di pregare non ho né la voglia né l'uso e quindi, nelle prossime notti, seguirò il vecchio pazzo nella sua avventura.
mercoledì 20 maggio 2009
Host della malora
Ci passiamo tutti e la ricerca porta poi ad una unica soluzione.
Come fare a rendere disponibile un documento in formato PDF sul proprio blog per uno scaricamento diretto?
Esistono vari host che consentono di depositare gratis i propri file, per poi metterli a disposizione dei visitatori di un blog.
Io ho cominciato con Flickr, poi Ipernity mi è sembrato più duttile, per la possibilità di creare gratuitamente varie cartelle, ma i file PDF si possono scaricare a tutta definizione se si è utenti a pagamento e il link porta sempre alla pagina di Ipernity stesso.
Scribd non pone questo limite, ma per scaricare si deve essere iscritti (è gratuito) e anche in questo caso il link che si aggiunge porta ad una pagina del loro sito. Si può anche inserire un documento in modalità embedded, per darne un'anteprima e farne sfogliare il contenuto direttamente dal post, soluzione simpatica.
Olivetti M20 (1984)
GoogleDocs funziona come vorrei, ma solo per i documenti che creo e che non siano in formato PDF; con i PDF non c'è possibilità di condivisione e download diretto da un link.
SkyDrive di Microsoft sembrava aver risolto il problema: se invece del link (anche per embedded) che viene messo a disposizione nella pagina di upload del file, si prendeva direttamente il collegamento del file stesso (clic di destro e menù contestuale), fino a qualche settimana fa era possibile con un clic dal post far scaricare ai lettori il documento direttamente. Purtroppo anche in casa MS le cose sono misteriosamente cambiate ed il link al documento, ottenibile col metodo descritto, è diventato 'dinamico' nel senso che, ogni qualche ora, viene cambiato rendendone inutile l'utilizzo su un blog.
BOX.NET allo stesso modo porta direttamente alla pagina di download che dà anche la possibilità di una anteprima, usando iPaper (il software usato da Scribd).
Il direct link è possibile solo per gli utenti PRO, a pagamento.
Alla fine ho trovato FileToLink, una interfaccia spartana, la home page non dice chi sono e cosa fanno, non c'è neppure bisogno di una iscrizione. Per funzionare, funziona bene: si fa l'upload di un file e viene restituito un percorso univoco a cui fare il link diretto: non ci sono cartelle, gruppi, tags, anteprime...; l'ho messo sotto test e adesso verificherò se succedono cose strane.
Solo una cosa mi ha incuriosito: cercando con Google ho trovato centinaia di pagine in arabo che fanno uso di questo servizio.
La soluzione ovvia? Per qualche euro al mese acquistare un dominio.
Come fare a rendere disponibile un documento in formato PDF sul proprio blog per uno scaricamento diretto?
Esistono vari host che consentono di depositare gratis i propri file, per poi metterli a disposizione dei visitatori di un blog.
Io ho cominciato con Flickr, poi Ipernity mi è sembrato più duttile, per la possibilità di creare gratuitamente varie cartelle, ma i file PDF si possono scaricare a tutta definizione se si è utenti a pagamento e il link porta sempre alla pagina di Ipernity stesso.
Scribd non pone questo limite, ma per scaricare si deve essere iscritti (è gratuito) e anche in questo caso il link che si aggiunge porta ad una pagina del loro sito. Si può anche inserire un documento in modalità embedded, per darne un'anteprima e farne sfogliare il contenuto direttamente dal post, soluzione simpatica.
Olivetti M20 (1984)
GoogleDocs funziona come vorrei, ma solo per i documenti che creo e che non siano in formato PDF; con i PDF non c'è possibilità di condivisione e download diretto da un link.
SkyDrive di Microsoft sembrava aver risolto il problema: se invece del link (anche per embedded) che viene messo a disposizione nella pagina di upload del file, si prendeva direttamente il collegamento del file stesso (clic di destro e menù contestuale), fino a qualche settimana fa era possibile con un clic dal post far scaricare ai lettori il documento direttamente. Purtroppo anche in casa MS le cose sono misteriosamente cambiate ed il link al documento, ottenibile col metodo descritto, è diventato 'dinamico' nel senso che, ogni qualche ora, viene cambiato rendendone inutile l'utilizzo su un blog.
BOX.NET allo stesso modo porta direttamente alla pagina di download che dà anche la possibilità di una anteprima, usando iPaper (il software usato da Scribd).
Il direct link è possibile solo per gli utenti PRO, a pagamento.
Alla fine ho trovato FileToLink, una interfaccia spartana, la home page non dice chi sono e cosa fanno, non c'è neppure bisogno di una iscrizione. Per funzionare, funziona bene: si fa l'upload di un file e viene restituito un percorso univoco a cui fare il link diretto: non ci sono cartelle, gruppi, tags, anteprime...; l'ho messo sotto test e adesso verificherò se succedono cose strane.
Solo una cosa mi ha incuriosito: cercando con Google ho trovato centinaia di pagine in arabo che fanno uso di questo servizio.
La soluzione ovvia? Per qualche euro al mese acquistare un dominio.
domenica 17 maggio 2009
C'è Gandhi e Gandhi
Nel servizio sulle elezioni in India, che hanno avuto come protagonista Sonia Gandhi, Marina Dalcerri durante il TG4 condotto da Emilio Fede alle 18:55 dice:
"Quando oltre 50 anni fa Sonia Gandhi era una ragazzina piemontese di Orbassano nessuno mai, forse neanche lei, avrebbe immaginato che un giorno il suo destino si sarebbe incrociato con quello della grande dinastia del Mahatma e dell'India."
E il destino della signora non si è affatto incrociato con quello della dinastia del Mahatma, infatti la signora Sonia Maino sposò Rajiv Gandhi (figlio di Indira Gandhi e nipote di Jawaharlal Nehru); Indira era figlia di Kamla e Jawaharlal Nehru, Primo Ministro Indiano e sposò Feroze Gandhi, da cui prese il cognome.
Cognome certamente diffuso, ma che non ha legami di parentela con il Mahatma, come ognun sa sino dalle scuole elementari.
Al rientro in studio nessuna rettifica da parte del Direttore.
Un ripassino di storia contemporanea, prima di fare un servizio, non ci starebbe male!
"Quando oltre 50 anni fa Sonia Gandhi era una ragazzina piemontese di Orbassano nessuno mai, forse neanche lei, avrebbe immaginato che un giorno il suo destino si sarebbe incrociato con quello della grande dinastia del Mahatma e dell'India."
E il destino della signora non si è affatto incrociato con quello della dinastia del Mahatma, infatti la signora Sonia Maino sposò Rajiv Gandhi (figlio di Indira Gandhi e nipote di Jawaharlal Nehru); Indira era figlia di Kamla e Jawaharlal Nehru, Primo Ministro Indiano e sposò Feroze Gandhi, da cui prese il cognome.
Cognome certamente diffuso, ma che non ha legami di parentela con il Mahatma, come ognun sa sino dalle scuole elementari.
Al rientro in studio nessuna rettifica da parte del Direttore.
Un ripassino di storia contemporanea, prima di fare un servizio, non ci starebbe male!
venerdì 15 maggio 2009
Signoria Vostra, Siena lì
Da una illustrazione di Sir John Tenniel per "Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie".
Mi sono imbattuto, per una vicenda di cui dirò solo se si chiuderà positivamente, nella solita ottusa burocrazia di un ente pubblico, che qui però critico solo per motivi di lingua.Se avete mai dovuto compilare un qualche stampato (che potete, sì, scaricare da internet ma che poi dovete consegnare o a mano o tramite raccomandata...), avrete visto senz'altro che spesso c'è l'uso di rivolgersi al Primo Cittadino del proprio Comune appellandolo Signoria Vostra, come in tempi medievali, spesso addirittura abbreviato, forse per la vergogna di chi ha preparato il modello di documento, in un insulso S.V. (per fortuna ci risparmiano il Reverendissima...)
Questo uso di una comunicazione da suddito a Signore, oltre ad essere démodé è, se volete, anche lesivo della dignità di chi scrive e denota quanto sono ancora lontane le istituzioni, diciamolo meglio, la cosa pubblica da tutti noi.
C'è poi un'altra perla, che spesso apre o chiude i documenti amministrativi.
L'avverbio lì, che indica cosa o luogo poco distante sia da chi parla che da chi ascolta, viene spessissimo usato per una espressione che vorrebbe ricalcarne, ancora una volta, una arcaicissima, ma commettendo uno svarione da segnare in rosso e blu.
Più di un documento riporta infatti, quando si tratta di definire luogo e data di scrittura del testo, una espressione del tipo:
Siena, lì........
dove, medievaleggiando (ma perché mai si dovrebbe?), potrebbe essere al massimo, Siena, li (li articolo!!!) volendosi ripetere una espressione del tipo: Siena, li otto dello mese di maggio, e non una bizzarra notazione che dichiari che lì, a Siena, in quel momento la data era quella scritta sopra i puntini, mentre in altre parti del contado non è dato sapere.
Se volete vedere quanto è diffusa questo errore, provate a fare, su Google, una ricerca di "Siena lì", o sostituite il nome della vostra città a quello di Siena. Vedrete saltar fuori centinaia di documenti, creati da enti e uffici vari, che hanno adottato questa errata forma di scrittura.
Vogliamo, tutti insieme, fare uno sforzo economico e mandare questi signori ad un corso di aggiornamento sull'uso dello stile amministrativo, in modo da non far più provare vergogna a noi, loro concittadini, e alle tante maestre che si sforzarono (invano) di insegnar loro l'uso della nostra lingua?
mercoledì 13 maggio 2009
Scrivolo
Meno post, nelle ultime settimane, ma ho due valide scuse da presentare.
La prima è la mia attività lavorativa quotidiana.
Sto realizzando, su commessa affidata alla mia azienda da una nota Banca cittadina, i brogliacci per gli storyboard che saranno trasformati, da una struttura interna alla Banca stessa, in corsi multimediali on-line. L'argomento: le nozioni di base di Word, Excel e PowerPoint di Microsoft, nella loro versione 2007.
E' un lavoro lungo e noioso, di revisione e ristrutturazione di quello, fatto alcuni anni fa, che aveva come argomento gli stessi applicativi, ma nella loro versione 2003.
La fantasia si spenge, dopo ore di minuzioso lavoro di costruzione e di cattura immagini, e non c'è voglia di scrivere altro (però, scrivere un post sul fatto che non si scrivono post è un bel giochetto...)
La seconda scusa ha più forza: c'è un progetto, non di lavoro e che non ho partorito io, al quale mi è stato chiesto di partecipare. La cosa ha del bizzarro e rasenta, se leggete bene, l'assurdo.
Ecco di cosa si tratta: un amico, ed un suo amico che ho incontrato solo una volta e che quindi, si può dire, non conosco, hanno pensato che sarebbe stato carino creare un blog aperto ai contributi di scrittura, un punto dove far convergere i tentativi, più o meno dilettanteschi, di chi vuol scrivere e farsi leggere.
Neanche a dirlo, e qui sta l'assurdo, né l'amico, né l'amico dell'amico, per loro candida ammissione, hanno esperienza di scrittura e così hanno invitato a contribuire me, altrettanto a digiuno, ed un amico dell'amico dell'amico, che né io né il mio amico conosciamo di persona. [Sì, sa tanto di società segreta a livelli stagni.]
Ora, noi quattro, di età diverse, esperienze diverse, lavori diversi, vite diverse, idee politiche diverse, dovremmo dedicare un po' del nostro tempo ad esercizi di scrittura, da far leggere, per adesso, visto l'esiguità del gruppo, solo a pochi amici e parenti.
L'idea era così strampalata che da qualche settimana abbiamo cominciato davvero a lavorarci, per ora preoccupandoci soprattutto del tema di blogspot da usare, dell'immagine di apertura, del titolo del blog; tutte cose di contorno e di assoluta vacuità, e in cui, ovviamente, abbiamo perso diverse ore del nostro tempo.
Se volete frucare, come si dice in Toscana, tra le nostre cianfrusaglie elettroniche, beh, siete i benvenuti; ma se lasciate dei commenti, siate clementi, per favore.
Scrivolo è qui.
La prima è la mia attività lavorativa quotidiana.
Sto realizzando, su commessa affidata alla mia azienda da una nota Banca cittadina, i brogliacci per gli storyboard che saranno trasformati, da una struttura interna alla Banca stessa, in corsi multimediali on-line. L'argomento: le nozioni di base di Word, Excel e PowerPoint di Microsoft, nella loro versione 2007.
E' un lavoro lungo e noioso, di revisione e ristrutturazione di quello, fatto alcuni anni fa, che aveva come argomento gli stessi applicativi, ma nella loro versione 2003.
La fantasia si spenge, dopo ore di minuzioso lavoro di costruzione e di cattura immagini, e non c'è voglia di scrivere altro (però, scrivere un post sul fatto che non si scrivono post è un bel giochetto...)
La seconda scusa ha più forza: c'è un progetto, non di lavoro e che non ho partorito io, al quale mi è stato chiesto di partecipare. La cosa ha del bizzarro e rasenta, se leggete bene, l'assurdo.
Ecco di cosa si tratta: un amico, ed un suo amico che ho incontrato solo una volta e che quindi, si può dire, non conosco, hanno pensato che sarebbe stato carino creare un blog aperto ai contributi di scrittura, un punto dove far convergere i tentativi, più o meno dilettanteschi, di chi vuol scrivere e farsi leggere.
Neanche a dirlo, e qui sta l'assurdo, né l'amico, né l'amico dell'amico, per loro candida ammissione, hanno esperienza di scrittura e così hanno invitato a contribuire me, altrettanto a digiuno, ed un amico dell'amico dell'amico, che né io né il mio amico conosciamo di persona. [Sì, sa tanto di società segreta a livelli stagni.]
Ora, noi quattro, di età diverse, esperienze diverse, lavori diversi, vite diverse, idee politiche diverse, dovremmo dedicare un po' del nostro tempo ad esercizi di scrittura, da far leggere, per adesso, visto l'esiguità del gruppo, solo a pochi amici e parenti.
L'idea era così strampalata che da qualche settimana abbiamo cominciato davvero a lavorarci, per ora preoccupandoci soprattutto del tema di blogspot da usare, dell'immagine di apertura, del titolo del blog; tutte cose di contorno e di assoluta vacuità, e in cui, ovviamente, abbiamo perso diverse ore del nostro tempo.
Se volete frucare, come si dice in Toscana, tra le nostre cianfrusaglie elettroniche, beh, siete i benvenuti; ma se lasciate dei commenti, siate clementi, per favore.
Scrivolo è qui.
lunedì 11 maggio 2009
sabato 9 maggio 2009
Vincere al gioco
L'italia permette il gioco in molte sue manifestazioni, anche il gioco d'azzardo.
Uno dei più diffusi è sicuramente quello delle slot machine; quello più praticato, perché dà una vittoria certa, è quello detto del BANCOMAT.
Si va all'interno di un gabbiotto, rigorosamente da soli, spesso anche in ore notturne, guardando con fare sospettoso altri giocatori che si mettono in fila, a debita distanza, per poter fare anche loro la giocata; si cerca di inserire un codice che si è memorizzato e si aspetta, fiduciosi, che la macchinetta riconosca la vincita ed eroghi il premio. In qualche caso è obbligatoria la mancia, ma la trattiene direttamente la Casa.
Ogni tanto queste splendide macchinette superano se stesse, riuscendo, con una sola giocata, ad assegnare una vincita a più di una persona: al titolare del conto corrente e anche a qualche intrepido e fortunato sconosciuto.
Basta, come è successo negli ultimo giorni, e di nuovo, a Siena, che qualche bravo artigiano 'trucchi' lo sportello del bancomat di una nota banca cittadina, ed ecco fatto.
F., uno dei miei colleghi, iermattina ha fatto tardi per far la denuncia della clonatura del suo bancomat in una caserma dei carabinieri e mi ha raccontato che in quella sede erano tre gli incaricati a ricevere le denunce, che c'era la fila fuori e che lui era il 224-esimo a presentare una denuncia formale per queste vincite concesse, con eccessiva liberalità, anche a molti poveri sconosciuti. Se fate un rapido conto, con un massimale di duemila euro/mese solo le denunce raccolte ad ieri mattina presto in un'unica caserma prendevano nota di 500 mila euro vinti da perfetti sconosciuti.
Ho notizia diretta di molte persone lasciate col conto corrente completamente asciutto, nel mio quartiere, dove, di fronte ad un supermercato di una popolare catena, si trova il bancomat incriminato della nota Banca; qualcuno, senza più un soldo, ha dovuto chiedere aiuto ai parenti per le normali scadenze mensili; qualche altro, in un impeto di disperazione, ha anche disdetto il bancomat alla propria banca.
La tecnologia ovviamente offre sistemi di criptatura che si potrebbero usare per evitare questo gioco d'azzardo, ma la cosa sembra evidentemente eccessiva a chi offre questo servizio.
Nota: io scrivo con leggerezza tutto questo perché, in vita mia, un bancomat non ce l'ho mai avuto...
venerdì 8 maggio 2009
Vola e fai volare
Bello e lungo lo spot che la compagnia aerea ha avuto stasera in prime time, proprio nel Telegiornale, con un testimonial d'eccezione.
mercoledì 6 maggio 2009
I Francesi vendono la Torre Eiffel
A 120 anni dall'inaugurazione della Esposizione Universale di Parigi, i Francesi vendono alla China quello che era il loro simbolo nazionale. Nelle foto, la triste sequenza dello smontaggio.
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