venerdì 29 luglio 2011

Jarro il giallista

Jarro, L'assassinio nel Vicolo della Luna

Il ‘birro’ Domenico Arganti, detto Lucertolo, fa la sua apparizione nel primo giallo di una serie che Giulio Piccini (Jarro) pubblica nel 1883.

Di lui dice il suo autore:

Il famoso birro, uomo senza scrupoli, senza alcuna moralità, prepotente, rabbioso, violento, viveva fra dissolutezze e soprusi, aveva un solo pensiero: quello di apparire destrissimo nella sua professione per arrivare ad un grado più elevato, per avere il denaro, che diveniva sempre più necessario alla vita che menava di sordide crapule.

Ed anche:

Aveva la forza, il coraggio, ma il sentimento dell’onestà gli mancava, o aveva scarso.

Ambientato nella Firenze del vecchio ghetto, vediamo un efferato delitto e l’attività della polizia per mettere al sicuro il colpevole, con la vicenda che si svolge nel colorato e vivo ambiente popolare d’inizio ottocento.
Uno dei primi gialli italiani, anche se non il primo in assoluto (ne riparleremo) è stato digitalizzato e portato a nuova vita nell’attività di recupero di testi dimenticati a cui, noi di Scrivolo, ci dedichiamo da un po’ di tempo.

Il romanzo lo trovate nelle nostre pagine di download.

giovedì 28 luglio 2011

Giorgio Scerbanenco

Scerbanenco nel 1966 con la copia di Venere Privata appena pubblicata.

100 anni fa nasceva Giorgio Scerbanenco, a Kiev.
Anche Gogol era ucraino; anche la famiglia di Irène Némirovsky era di origine ucraina, come pure quella di Alejandro Jodorowsky.
Coincidenze.
Scerbanenco ha scritto una quantità incredibile di racconti e romanzi, con alti e bassi, "un po' di Liala e un po' di «Grand'Hotel»", dice Gianni Canova nella prefazione a "Le spie non devono amare" usando dei riferimenti che oggi probabilmente non dicono più niente a nessuno.
Comunque sia, Scerbanenco è sicuramente una delle pietre miliari della narrativa gialla italiana e lo si legge ancora, alla faccia di tanti romanzi da macero in 'top-ten' per qualche mese.

La mia copia di Venere Privata.

lunedì 25 luglio 2011

domenica 24 luglio 2011

Il costo dei libri

Oscar Mondadori nel 1965
I libri costano troppo?

Per fortuna ora c'è la Legge Levi.

Mai sentito di una legge che calmierasse i prezzi verso l'alto. Dev'essere la svolta decisiva che salverà nostra economia e che ci renderà un popolo di lettori.

giovedì 21 luglio 2011

Accattoni a Firenze

Accattoni nella città allora non se ne vedevano.
Se per caso ce n'entrava qualcuno, se due, tre, quattro accattoni infestavano per alcuni giorni le vie di Firenze, il Presidente del Buon Governo andava su tutte le furie, si sfogava in escandescenze, scriveva lettere e dava rabbuffi, che mettevano in moto tutta la polizia. I birri perseguitavano gli accattoni; ed avevano una rimunerazione in danaro per ogni accattone che arrestavano.

Jarro (Giulio Piccini), Il Vicolo della Luna, Milano, Fratelli Treves Editori, 1883 (Cap XXII)

Via: libriaco

lunedì 18 luglio 2011

Racconti: il commissario Sapìa

E' un commissario sui generis, Italo Sapìa:

Quando era di malumore, in pratica quasi ogni giorno dell’anno, Sapìa si divertiva ad ammorbare il prossimo con frecciatine acide e giochi di parole; o almeno così credeva perché, in realtà, ben pochi comprendevano il senso delle allusioni e delle espressioni peregrine con cui infiorava i suoi discorsi: non a caso in Questura l’avevano soprannominato “la Sfinge”.

Su Scrivolo, dopo aver pubblicato il primo racconto lungo raccogliendo in un unico PDF le sei puntate già pubblicate, da oggi inizia la nuova avventura che ci terrà compagnia per tutta l'estate.
Il commissario Sapìa torna all'Università lo trovate QUI.

lunedì 11 luglio 2011

sabato 9 luglio 2011

Il fante e la ballerina

Fanti con 'ballerina' al cinturone e in mano
Mio nonno raccontava a me, bambino poco attento, di quando era stato comandato di guardia su uno sperone di roccia, sulla cima di un dirupo, da qualche parte sulle montagne del Nord, durante la Grande Guerra.
Non era il primo a dover fare la sentinella lì, per controllare la valle, di notte, ma i due o tre commilitoni che lo avevano preceduto la mattina dopo non erano stati ritrovati: erano misteriosamente scomparsi senza lasciar traccia.
Lui accettò di buon grado di fare il suo dovere, ma chiese una cassa di 'ballerine'. Durante la notte, a intervalli irregolari, ne buttava qualcuna giù nel dirupo e così arrivò vivo all'alba; gli austriaci, lo aveva intuito, si arrampicavano da sotto lo sperone di roccia e prendevano di sorpresa la sentinella, ammazzandola.
Cosa fossero queste 'ballerine', queste bombe a mano che gli fecero compagnia durante la notte, l'ho scoperto solo pochi minuti fa.
I fanti avevano dato questo nomignolo alla bomba a mano Excelsior Thévenot P/2 per via di un rivestimento in tessuto, quasi una sottana, che ricopriva per intero il 'governale', il manico in legno che serviva anch'esso a dare stabilità alla traiettoria dopo il lancio. In testa alla bomba una piccola elica ruotava velocemente avvitando l'asse del percussore.
Di questa storia di famiglia, che tra poco avrà cento anni, non mi ricordavo più; è tornata a galla vedendo queste immagini, sul libro di Nevio Mantoan, Bombe a mano italiane 1915-1918, ed. Gaspari

Struttura bomba a mano 'ballerina'
Per non dimenticare la Grande Guerra

venerdì 8 luglio 2011

Come bruciarsi la quattordicesima

Ci hanno accreditato le 14-esime, abbiamo controllato sul conto corrente; mia moglie ed io abbiamo deciso allora di fare una spesa pazza: comprarci due loculi cinerari.

E voi, avete già pensato a dove passerete il vostro più lungo periodo di riposo?

martedì 5 luglio 2011

In Compagnia di Gesù

Le mie letture sono sparse e spesso casuali: seguo un argomento che mi viene suggerito da un post o da un libro, da quattro chiacchiere scambiate con qualcuno che ha interessi diversi dai miei o da bizzarre analogie che mi si presentano alla mente.
Sono curioso e vago su percorsi nuovi, senza pretendere particolari approfondimenti oppure mi impelago in variazioni di uno stesso tema. Qualche volta le letture sono assolutamente accidentali e solo in un secondo momento mi accorgo che ci sono dei 'pattern' nelle scelte che ho fatto.
Ho appena finito di leggere un libro di Guy Consolmagno, Brother Astronomer: Adventures of a Vatican Scientist; l'autore è un gesuita astronomo papale che divide il suo tempo tra Castel Gandolfo, dove cura la raccolta di meteoriti (una delle più grandi al mondo), e l'Advanced Technology Telescope del Vaticano a Tucson, in Arizona (poco lontano dal Large Binocular Telescope Observatory dove lavora l'amico Marco Pedani: sarà questo il link che mi ha portato a leggerlo?). Il libro è incentrato sull'attività professionale di fratel Consolmagno e parla di meteoriti (quelli basaltici, gli eucriti, provenienti da Vesta?); dell'origine dell'universo e della possibile presenza di vita in campioni originati su Marte; di Galileo Galileo, (un 'dropout' dell'università, ignorante di latino e che "si guadagnava da vivere vendendo libri") ma racconta anche l'infanzia e la vita quotidiana di fratello Guido.

Nella parte centrale alcuni capitoli trattano della fede e del rapporto di Consolmagno con Dio e di come si sia avvicinato, in un percorso di molti anni, alla decisione di prendere i voti. "Tutti hanno una religione, che lo ammettano o no. Per qualcuno è il Cattolicesimo; per altri il Vegetarianismo o Elvis o Linux/Macintosh/Windows".
Gelida e molto interessante la sezione finale su una spedizione antartica a caccia di meteoriti.
Sarà per una ispirazione ai Salmi(18,1), dove si legge "Caeli enarrant gloriam Dei et opera manuum ejus annuntiat firmamentum.", che molti religiosi si dedicarono all'Astronomia? Da Cristoforo Clavio [che fu anche insegnante di Matteo Ricci] a Francesco Grimaldi, sino a padre Angelo Secchi (per parlare solo di Gesuiti), i nomi sono molti e di tutto rispetto; forse è successo e succede perché solo loro hanno "l'istruzione e il tempo libero per concedersi attività scientifiche".

Sulla stessa ideale pila di letture ho messo anche il recente libro di Giuseppe Longo, Il gesuita che disegnò la Cina sulla vita e le opere di Martino Martini, il gesuita che nel '600 se ne andò in Cina, quasi a seguire le orme di padre Matteo Ricci (a me un po' più noto). Padre Martini fu il primo 'sinologo' e cartografo, a lungo ineguagliato, dei territori Cinesi:
"24 anni li spese tra l’infanzia e gli studi e 12 li passò sui mari, al confino, sequestrato dai pirati e in vari viaggi. Ne restano dunque solo una decina che passò in terra cinese, dedicandosi allo studio della lingua e della cultura, all’opera di educazione e di conversione e all’organizzazione e al rafforzamento della comunità cattolica di Hangzhou, pur tra disagi e pericoli gravissimi. [...] Parlava correntemente l’italiano, il tedesco, il portoghese e il latino,leggeva con padronanza il cinese classico, scriveva e parlava il cinese a lui contemporaneo e il dialetto dello Zhejiang."
Il libro per ora l'ho appena sfogliato.

[Image credits: Booktryst]

Come non dire poi di un altro gustoso libretto che dimostra come i Gesuiti abbiano i piedi ben piantati in terra e si occupino anche di necessità quotidiane ben più 'mondane'.
Fratello Rick Curry devotamente raccoglie, e Penguin saggiamente pubblica, sessanta delle sue ricette di cucina preferite nel The Secrets of Jesuit Soupmaking: A Year of Our Soups. Per ora mi sono limitato a sfogliare velocemente le pagine, leggendo qua e là questa raccolta che, se non porterà benefici alla mia anima, sicuramente ne porterà al mio corpo di peccatore...
Raggruppate secondo le quattro stagioni dell'anno liturgico, Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua, le ricette intercalano ad aneddoti sulla sua vita nelle varie comunità di gesuiti dove ha soggiornato, rendendo il libro una curiosità da leggere; per quanto riguarda la culinaria, si va da una semplice minestra di spinaci alla zuppa di vongole, passando per la minestra di asparagi e la zuppa di melanzane.

Fratello Curry è anche autore di The secrets of Jesuit Breadmaking; ed essendo io stesso un panificatore 'novizio', non mancherò certo di procurarmi anche questo suo libro.

domenica 3 luglio 2011

I primi effetti della 'Manovra'

Monaco e il principe Alberto

Succedono strane cose, nel Principato di Monaco, a sentire il TG3.
Ieri sera, nel telegiornale delle 19, è stato affermato che:
...fuori dal fidanzamento il Principe avrebbe concepito un altro figlio.
Dunque sarebbe rimasto incinto? Ma è un Principe o una Principessa?

Ai giornalisti un minimo di educazione sessuale gliela dovrebbero dare, prima di fargli aprire bocca in pubblico.

sabato 2 luglio 2011

Siena, prove di Palio

Qui anche un filmato sulla notizia del cavallo che "veniva a morte presumibilmente per shock cardio-circolatorio".