Quando, oltre venti anni fa, abitavo a Firenze, dei Chinesi si parlava già.
Erano a Capalle, nella zona di Campi Bisenzio e nella piana di Sesto Fiorentino; lavoravano notte e giorno e, secondo le leggende metropolitane, non morivano mai.
Bisognava stare attenti, diceva un'altra leggenda, a non fare un incidente con un Chinese perché guidavano male e non avevano né patente né assicurazione.
Il tessuto orientale nella zona è cresciuto, senza regole né controlli, per oltre un ventennio; solo da qualche mese (sarà il cambiamento di colore politico nella giunta comunale) a Prato si sono finalmente attivati per fare ispezioni, sulla situazione sanitaria, sulle contabilità e sull'immigrazione, suscitando proteste ufficiali dai rappresentanti del Governo Chinese.
E' certo che gli asiatici svolgono importanti attività economiche e produttive, anche come 'terzisti' di noti marchi della moda 'made in Italy' ma l'economia la vedono, spesso, a modo loro: ecco un tipico esempio di 'scontrino' di un negozio gestito da orientali, rilasciato sabato scorso:
Purtroppo il cliente non ha avuto la forza o il coraggio di protestare. Ma sono solo i negozianti Chinesi a fare questi bei giochetti?
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