giovedì 30 aprile 2009
Siena: acqua non potabile
Appena finito di cenare (riso al pomodoro e carciofi, arista di maiale in agrodolce, insalata, dolci, un frutto, il caffè) attira la mia attenzione la parola "Sindaco di Siena" proveniente dalla TV. E' il TG Regionale delle 19:30. Cosa ha detto? Rifocalizzo l'attenzione sul messaggio vocale appena passato, lo ricostruisco facendo uno sforzo e sperando nell'attenzione latente che registra ma non arriva al livello cosciente. Sindaco del Comune di Siena, acqua, verdura, lavare.
Sarà mica che il Sindaco di Siena ha emesso una ordinanza perché l'acqua non è potabile? E il mio riso? e la mia insalata. Ma come, fosse vero non siamo stati avvertiti?
Chiedo a mia moglie, non ne sa nulla; cambiamo canale, su frequenze di TV locali, non vediamo nulla.
Eppure...
Dopo un po' squilla il telefono: un'amica di mia moglie ha sentito, con più attenzione, la stessa notizia, e ci avverte di non usare l'acqua, non è più potabile.
Mi irrito: ma come? Acqua non potabile? E cosa aspettano ad avvertirci? Qualche auto con altoparlanti avrebbero forse gettato nel panico la città?
Chiamo un amico, medico dell'ospedale; è appena uscito dal suo turno, lui non sa nulla, ma sono sicuro? E' ancora a tavola: gli ripeto quanto so e gli suggerisco di andare su Internet, sul sito del Comune.
Lì la notizia c'è: l'acqua del nostro acquedotto ha una carica batterica eccessiva, il Sindaco ha emesso una ordinanza di non potabilità.
Non ci saranno controanalisi fino a sabato mattina (dopodomani!); sul sito del comune compare, nel cuore della notizia, anche la frase: "la società Acquedotto del Fiora si scusa per gli eventuali disagi ".
Eventuali disagi, mica male, un giorno e mezzo con 60 mila persone senza acqua potabile (forse le persone sono un po' meno: molti, come me, non lo hanno saputo e forse non lo sapranno).
Mi metto in moto, faccio qualche telefonata anche io: nessuna delle persone che contatto sembra saperne nulla, qualcuno pensa ad un mio scherzo.
Sul sito dell'Acquedotto del Fiora, nessuna notizia.
La cosa più interessante sembra essere: la carta dei servizi, che dice:
"Le interruzioni del servizio possono essere imputate solo a eventi di forza maggiore, a guasti o a manutenzioni ... (omissis) ... In tal caso devono essere fornite adeguate e tempestive informazioni all'utenza."
Chi deve fornire informazioni e come? Non si sono neppure degnati di segnalare la cosa sul sito istituzionale!
"Qualora si dovessero verificare carenze o sospensioni del servizio idropotabile per un tempo superiore alle 12 ore, il Gestore è tenuto ad attivare il servizio sostitutivo di emergenza mediante autobotte, nel rispetto della competente autorità saniaria." [Il Sindaco?]
La sottolineatura è nel documento originale.
Quindi domattina ci saranno davanti casa le autobotti con l'acqua?
Ma il testo prosegue:
"Tuttavia, fino al momento previsto per il raggiungimento degli standard fissati dal Piano d'Ambito, il Gestore non può garantire ovunque ed in ogni momento i livelli minimi previsti dalla vigente normativa, sia in termini di pressione che di portata"
Anche qui la sottolineatura è nel documento originale.
Non è dato sapere quando sarà questo momento previsto.
Buon Primo Maggio.
mercoledì 29 aprile 2009
Il problema dei sette maiali
In un recinto quadrato ci sono sette maiali.
E' possibile che qualcuno sia infetto e dobbiamo isolarli uno dall'altro.
Supponendo che, trovandosi in fase di digestione, se ne stiano tranquilli dove sono in questo momento, come possiamo fare a dividerli utilizzando solo tre steccati rigorosamente rettilinei?
La soluzione la prossima settimana.
Da: AMUSEMENTS IN MATHEMATICS (1917) del matematico e gran creatore di puzzle Henry Ernest Dudeney.
martedì 28 aprile 2009
Maiali nel mondo
La distribuzione di maiali nel mondo. Più della metà sono in China (oltre 500 milioni di capi); in Italia ce ne sono solo 9.3 milioni (lo 0,9% del totale). I dati sono relativi al 2007.
Da qui.
Da qui.
lunedì 27 aprile 2009
Frederik Pohl
E' vecchio, Frederik Pohl; è un vecchio scrittore, un vecchio scrittore di fantascienza.
Ne sto rileggendo, in inglese, un romanzo degli anni '50, The space merchants, di cui è co-autore C.M. Kornbluth, del quale non ho riferimenti. O meglio, non avevo riferimenti sino a quando, cercando si Internet, ho trovato un post che ne parla.
Un post scritto, guarda caso, proprio da Frederik Pohl: per quanto possa sembrare incredibile, il novantenne celebrato scrittore da qualche mese ha un suo blog: se siete appassionati di fantascienza e curiosi di conoscere qualche retroscena di personaggi dell'età d'oro della SF, qui trovate The Way the Future.
E siccome tutto si tiene, ho anche scoperto che Pohl è membro del club per soli uomini Trap doors Spider che ispirò ad Isac Asimov il cenacolo dei Black Widowers della omonima raccolta di racconti gialli che ho appena finito di leggere (devo dire: raccontini non all'altezza di quelli di fantascienza).
Ne sto rileggendo, in inglese, un romanzo degli anni '50, The space merchants, di cui è co-autore C.M. Kornbluth, del quale non ho riferimenti. O meglio, non avevo riferimenti sino a quando, cercando si Internet, ho trovato un post che ne parla.
Un post scritto, guarda caso, proprio da Frederik Pohl: per quanto possa sembrare incredibile, il novantenne celebrato scrittore da qualche mese ha un suo blog: se siete appassionati di fantascienza e curiosi di conoscere qualche retroscena di personaggi dell'età d'oro della SF, qui trovate The Way the Future.
E siccome tutto si tiene, ho anche scoperto che Pohl è membro del club per soli uomini Trap doors Spider che ispirò ad Isac Asimov il cenacolo dei Black Widowers della omonima raccolta di racconti gialli che ho appena finito di leggere (devo dire: raccontini non all'altezza di quelli di fantascienza).
giovedì 23 aprile 2009
Siena e gli ingorghi
Rientro a casa, stasera dopo il lavoro, particolarmente difficile: ho impiegato il triplo del tempo a fare lo stesso percorso di sempre, non si sa perché. Mi dicono che ci sono stati ingorghi anche in alcuni punti di accesso dalla superstrada, nella zona di Siena Nord.
Siena si riesce a bloccarla in pochi istanti e, naturalmente, tra le geometriche bellezze delle rotonde, grandi dispensatrici di intoppi, e i pochi semafori, dotati mirabilmente di logica fuzzy, al solito neppure un vigile urbano a dare una mano.
Ne abbiamo, mi dicono, un centinaio; anche stasera non se n'è visto uno: sicuramente erano da qualche altra parte a fare cose più Grandi e più Importanti per la Città.
Siena si riesce a bloccarla in pochi istanti e, naturalmente, tra le geometriche bellezze delle rotonde, grandi dispensatrici di intoppi, e i pochi semafori, dotati mirabilmente di logica fuzzy, al solito neppure un vigile urbano a dare una mano.
Ne abbiamo, mi dicono, un centinaio; anche stasera non se n'è visto uno: sicuramente erano da qualche altra parte a fare cose più Grandi e più Importanti per la Città.
mercoledì 22 aprile 2009
Segnalibri 'ittici'
Due nuovi segnalibri, appena realizzati; il tema questa volta non è libresco, ma ittico.
Il primo è la riproduzione di un mosaico romano, rinvenuto in Tunisia, che rappresenta un pesce. Il secondo invece è una pésca, da un manoscritto medioevale di cui non ho ulteriori dettagli.
Il verso è la ripetizione di un motivo presente sul recto.
Sto cominciando ad usare SkyDrive, penosamente lento in upload: i segnalibri li potete scaricare da qui e da qui.
Il primo è la riproduzione di un mosaico romano, rinvenuto in Tunisia, che rappresenta un pesce. Il secondo invece è una pésca, da un manoscritto medioevale di cui non ho ulteriori dettagli.
Il verso è la ripetizione di un motivo presente sul recto.
Sto cominciando ad usare SkyDrive, penosamente lento in upload: i segnalibri li potete scaricare da qui e da qui.
martedì 21 aprile 2009
Siena e i 'giardinieri'
Ancora una volta, senza avvertire mettendo appositi cartelli, un gruppetto di 'giardinieri' si è preso cura di tagliare l'erba delle aiuole nelle strade vicino casa.
E, come al solito, il risultato è stato quello di avere le auto coperte di erba, rametti, sassi e altre schifezze che si sono accumulate nei passati mesi in queste zone erbose: qualche auto, più fortunata, non ha avuto solo il cofano, ma anche il parabrezza e il tettino ricoperti.
La telefonata ai Vigili Urbani, che ho fatto dopo aver litigato con gli addetti a tanta operazione, ha dato come risultato la promessa, da parte dell'operatrice, (che, al solito, non si è qualificata mentre io, come d'abitudine, declino sempre nome e cognome) dell'intervento di una pattuglia di suoi colleghi.
Mi dice, la voce anonima, che se la ditta non ha operato correttamente, verrà comminata una sanzione amministrativa. Ma non dovrebbe essere compito e responsabilità proprio dell'ufficio dei VV.UU. allertare e apporre apposita segnaletica per operazioni che, in qualunque modo, interessano la viabilità comunale?
Forse mi sbaglio, ma per l'ennesima volta, sono i cittadini a riceverne un danno.
Un grazie, sentito e caloroso, da parte di chi fra poco andrà alle urne.
giovedì 16 aprile 2009
Sul terremoto
Poème sur le désastre de Lisbonne de François-Marie Arouet, dit Voltaire
Ô malheureux mortels ! ô terre déplorable !
Ô de tous les mortels assemblage effroyable !
D'inutiles douteurs éternel entretien !
Philosophes trompés, qui criez : Tout est bien ;
Accourez, contemplez ces ruines affreuses,
Ces débris, ces lambeaux, ces cendres malheureuses,
Ces femmes, ces enfants, l’un sur l’autre entassés,
Sous ces marbres rompus ces membres dispersés;
Cent mille infortunés que la terre dévore,
Qui, sanglants, déchirés, et palpitants encore,
Enterrés sous leurs toits, terminent sans recours
Dans l’horreur des tourments leurs lamentables jours !
Aux cris demi-formés de leurs voix expirantes,
Au spectacle effrayant de leurs cendres fumantes,
Direz-vous: « C'est l’effet des éternelles lois
Qui d'un Dieu libre et bon nécessitent le choix »?
Direz-vous, en voyant cet amas de victimes :
« Dieu s'est vengé, leur mort est le prix de leurs crimes »?
Quel crime, quelle faute ont commis ces enfants
Sur le sein maternel écrasés et sanglants ?
Lisbonne, qui n'est plus, eut-elle plus de vices
Que Londres, que Paris, plongés dans les délices?
Lisbonne est abîmée, et l’on danse à Paris.
Tranquilles spectateurs, intrépides esprits,
De vos frères mourants contemplant les naufrages,
Vous recherchez en paix les causes des orages :
Mais du sort ennemi quand vous sentez les coups,
Devenus plus humains, vous pleurez comme nous.
Croyez-moi, quand la terre entrouvre ses abîmes,
Ma plainte est innocente et mes cris légitimes.
....
Poveri umani! e povera terra nostra!
Terribile coacervo di disastri!
Consolatori ognor d'inutili dolori!
Filosofi che osate gridare tutto è bene,
venite a contemplar queste rovine orrende:
muri a pezzi, carni a brandelli e ceneri.
Donne e infanti ammucchiati uno sull' altro
sotto pezzi di pietre, membra sparse;
centomila feriti che la terra divora,
straziati e insanguinati ma ancor palpitanti,
sepolti dai lor tetti, perdono senza soccorsi,
tra atroci tormenti, le lor misere vite.
Ai lamenti smorzati di voci moribonde,
alla vista pietosa di ceneri fumanti,
direte : è questo l’effetto delle leggi eterne
che a un Dio libero e buono non lasciano la scelta?
Direte, vedendo questi mucchi di vittime:
fu questo il prezzo che Dio fece pagar pei lor peccati?
Quali peccati ? Qual colpa han commesso questi infanti
schiacciati e insanguinati sul materno seno?
La Lisbona che fu conobbe maggior vizi
di Parigi e di Londra, immerse nei piaceri?
Lisbona è distrutta e a Parigi si balla.
Tranquilli spettatori, spiriti intrepidi,
dei fratelli morenti assistendo al naufragio
voi ricercate in pace le cause dei disastri;
ma se avvertite i colpi avversi del destino,
divenite più umani e come noi piangete.
Credetemi, allorquando la terra c’inghiotte negli abissi
innocente è il lamento e legittimo il grido
....
Una nuova follia
- Che faccia tragica, mia cara!
- Lo sai, adoro la miseria.
da: Punch, or the London Charivari, Vol. 146, April 15, 1914
mercoledì 15 aprile 2009
Un vero albero finto
Un albero "finto" non è un albero vero, è qualcosa che cerca di ingannarci nel suo aspetto e nella sua essenza, simula di essere vero, è un oggetto artificiale.
Ma allora, che cosa è una "finta palma di plastica" di cui parla "Il Messaggero" oggi?
E' un albero vero che si finge un oggetto in plastica, per ingannarci?
Ma allora, che cosa è una "finta palma di plastica" di cui parla "Il Messaggero" oggi?
E' un albero vero che si finge un oggetto in plastica, per ingannarci?
martedì 14 aprile 2009
domenica 12 aprile 2009
sabato 11 aprile 2009
venerdì 10 aprile 2009
mercoledì 8 aprile 2009
Unità aristoteliche
I canoni aristotelici di luogo, tempo e azione per lo svolgimento di una 'favola', lo confesso, non mi sono assolutamente indispensabili. La narrativa, in qualunque sua forma, potete 'cucinarmela' come vi pare e non mi crea problemi.
Ma, accidenti, veder comparire Jack Malone di Senza Traccia, assieme a Gilbert Grissom in CSI-Las Vegas, come è avvenuto poco fa su Italia Uno, mi ha dato proprio fastidio.
Con termine poco accademico, io chiamo questo tipo di mélange "Pippo, Pluto e Paperino" perché mi ricorda certi sgraditi racconti della Walt Disney in cui i personaggi di Paperopoli si mescolano, in qualche avventura, con quelli di Topolinia, e allora si vedono Paperino e Topolino (e compagnia) in situazioni che stonano rispetto alla musica corale che, nei rispettivi ambienti, siamo abituati a sentire.
Ma si vede che questo crossover serve a far cassetta, e allora...
lunedì 6 aprile 2009
sabato 4 aprile 2009
10base2
Le chiamate di assistenza per lo stesso problema le ricevevo senza alcuna periodicità: ogni tanto il ragioniere della piccola fabbrica, la persona che lì ne sapeva un po' di più di informatica, chiamava per dirmi che erano successe cose strane, che da qualche giorno la rete dava dei problemi di connessione, che il programma di gestione magazzino e fatturazione non funzionava più. Io ero intervenuto già un paio di volte, senza riuscire a individuare le cause, tanto più che dopo qualche giorno, e per settimane o mesi, tutto riprendeva a svolgersi regolarmente.
Non avevo neanche molte conoscenze in merito; è vero che l'aggiornamento del software di rete Novell sul server lo avevo fatto io, ma era in assoluto la prima volta che mettevo mano su NetWare e avevo proceduto bovinamente, seguendo lo schema che un collega di Firenze mi aveva tracciato.
Eppure, un problema aperto mi dava fastidio e non poteva essere che una macchina avesse ragione su di me. Obiettivamente, però, non sapevo che fare: chiamare qualche sistemista da Firenze sarebbe stato inutile: avrebbe fatto le stesse prove che avevo fatto io; inoltre sarebbe costato, alla nostra filiale, un bel po' di soldi per le fatturazioni 'intercompany' di uno specialist che non era proprio economico.
Quanto a muoversi su Internet, non erano ancora gli anni: in azienda, a Siena, non avevamo neanche un accesso.
Decisi di andare di nuovo, di persona, dal cliente, distante almeno un'ora di macchina, in una sede sperduta nella campagna senese.
Smanettai un po' sul server, senza tirar fuori indizi di sorta, poi feci quello che si fa di solito quando non si hanno altre risorse: pensai e sperai che la causa fosse di natura diversa, e ricominciai a intervistare i vari utenti per avere le descrizioni dei sintomi, per sapere i periodi del giorno in cui c'era il malfunzionamento della rete; controllai tutti i connettori a T e i terminatori della connessione, un serpentone di cavo coassiale che si snodava per oltre un centinaio di metri nella fabbrica, nel magazzino e negli uffici della contabilità.
"Saranno i topi..". "No, tutto controllato, ci avevo pensato anch'io".
"Sarà una infiltrazione d'acqua". "Neppure questo è possibile, le canaline dove scorre il coassiale sono state tutte isolate. Però..."
"Però?" "Però, ora che me lo dici, il problema l'ultima volta è venuto fuori qualche giorno dopo un temporale". "E anche la volta prima, se non sbaglio". Chiese conferma ad una collega dell'ufficio contabile che, dopo averci pensato su un po', convenne che c'era questa coincidenza.
"Non durante il temporale, ma qualche giorno dopo?". Vistosi cenni di assenso.
Allora volli rifare il giro, per seguire tutti i passaggi del cavo coassiale, tra tubature interrate e tramezzi divisori.
A un certo punto il cavo scompariva nel muro. "Va nella stanza accanto?". "Sì, ma prima passa fuori" "Come fuori?" "Sì, c'è una putrella di acciaio, qui, lo abbiamo fatto uscire e rientrare; i tuoi colleghi di Firenze che hanno steso la rete mi hanno detto che sennò si allungava troppo il percorso ". Sì, la rete 10base2 oltre i 180 metri, con un coassiale thin, non era certificata.
Andammo a vedere fuori: poche decine di centimetri di cavo sbucavano dal muro, all'aperto, e poi rientravano passando dal muro accanto.
Qui ci accorgemmo di un fatto: il cavo, proprio in quel punto, aveva una giunta, fatta sì ad opera d'arte con gli opportuni connettori BNC, ma proprio in quel tratto che era esposto all'esterno; alzando gli occhi ci accorgemmo che esattamente sopra c'era il ventre di una ondulina che copriva il tetto, dalla quale, quando pioveva, cadeva liberamente l'acqua perché non c'era una grondaia a raccoglierla. Ma l'acqua, cadendo in massa, faceva sicuramente un arco tale che scavalcava il cavo; con buona probabilità, invece, smesso di piovere, qualche giorno dopo, ogni tanto si raccoglievano delle gocce che scivolavano giù, a perpendicolo, proprio sulla giuntura metallica del coassiale, creando cortocircuiti e dispersioni tali da pregiudicare il funzionamento della rete.
I commenti su come aveva lavorato chi aveva steso i cavi ve li risparmio; il cavo fu fatto mettere in sicurezza con un tubo isolante e il problema fu risolto definitivamente.
Non avevo neanche molte conoscenze in merito; è vero che l'aggiornamento del software di rete Novell sul server lo avevo fatto io, ma era in assoluto la prima volta che mettevo mano su NetWare e avevo proceduto bovinamente, seguendo lo schema che un collega di Firenze mi aveva tracciato.
Eppure, un problema aperto mi dava fastidio e non poteva essere che una macchina avesse ragione su di me. Obiettivamente, però, non sapevo che fare: chiamare qualche sistemista da Firenze sarebbe stato inutile: avrebbe fatto le stesse prove che avevo fatto io; inoltre sarebbe costato, alla nostra filiale, un bel po' di soldi per le fatturazioni 'intercompany' di uno specialist che non era proprio economico.
Quanto a muoversi su Internet, non erano ancora gli anni: in azienda, a Siena, non avevamo neanche un accesso.
Decisi di andare di nuovo, di persona, dal cliente, distante almeno un'ora di macchina, in una sede sperduta nella campagna senese.
Smanettai un po' sul server, senza tirar fuori indizi di sorta, poi feci quello che si fa di solito quando non si hanno altre risorse: pensai e sperai che la causa fosse di natura diversa, e ricominciai a intervistare i vari utenti per avere le descrizioni dei sintomi, per sapere i periodi del giorno in cui c'era il malfunzionamento della rete; controllai tutti i connettori a T e i terminatori della connessione, un serpentone di cavo coassiale che si snodava per oltre un centinaio di metri nella fabbrica, nel magazzino e negli uffici della contabilità.
"Saranno i topi..". "No, tutto controllato, ci avevo pensato anch'io".
"Sarà una infiltrazione d'acqua". "Neppure questo è possibile, le canaline dove scorre il coassiale sono state tutte isolate. Però..."
"Però?" "Però, ora che me lo dici, il problema l'ultima volta è venuto fuori qualche giorno dopo un temporale". "E anche la volta prima, se non sbaglio". Chiese conferma ad una collega dell'ufficio contabile che, dopo averci pensato su un po', convenne che c'era questa coincidenza.
"Non durante il temporale, ma qualche giorno dopo?". Vistosi cenni di assenso.
Allora volli rifare il giro, per seguire tutti i passaggi del cavo coassiale, tra tubature interrate e tramezzi divisori.
A un certo punto il cavo scompariva nel muro. "Va nella stanza accanto?". "Sì, ma prima passa fuori" "Come fuori?" "Sì, c'è una putrella di acciaio, qui, lo abbiamo fatto uscire e rientrare; i tuoi colleghi di Firenze che hanno steso la rete mi hanno detto che sennò si allungava troppo il percorso ". Sì, la rete 10base2 oltre i 180 metri, con un coassiale thin, non era certificata.
Andammo a vedere fuori: poche decine di centimetri di cavo sbucavano dal muro, all'aperto, e poi rientravano passando dal muro accanto.
Qui ci accorgemmo di un fatto: il cavo, proprio in quel punto, aveva una giunta, fatta sì ad opera d'arte con gli opportuni connettori BNC, ma proprio in quel tratto che era esposto all'esterno; alzando gli occhi ci accorgemmo che esattamente sopra c'era il ventre di una ondulina che copriva il tetto, dalla quale, quando pioveva, cadeva liberamente l'acqua perché non c'era una grondaia a raccoglierla. Ma l'acqua, cadendo in massa, faceva sicuramente un arco tale che scavalcava il cavo; con buona probabilità, invece, smesso di piovere, qualche giorno dopo, ogni tanto si raccoglievano delle gocce che scivolavano giù, a perpendicolo, proprio sulla giuntura metallica del coassiale, creando cortocircuiti e dispersioni tali da pregiudicare il funzionamento della rete.
I commenti su come aveva lavorato chi aveva steso i cavi ve li risparmio; il cavo fu fatto mettere in sicurezza con un tubo isolante e il problema fu risolto definitivamente.
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venerdì 3 aprile 2009
Pericolo Polizia
Esse est percepi, sosteneva George Berkeley (vaghissimi ricordi di liceo...) e se qualcosa non viene percepita, allora non esiste.
Chi passa con il rosso protesta: non potete farmi una multa in base ad una foto, deve essere presente un umano che mi contesti l'infrazione, altrimenti l'infrazione non deve essere penalmente perseguibile.
Chi supera i limiti di velocità protesta: gli 'autovelox' devono essere segnalati con opportuno anticipo, così che, per due secondi, possa andare al di sotto del limite di velocità che non dovrei superare, e poi fregarmene. [Tutti i software dei navigatori, per fortuna, segnalano la presenza delle postazioni fisse di questi apparecchietti e aiutano a beffare la legge.]
Vorrei allora, seguendo questa logica, che venissero creati dei nuovi cartelli stradali, di pericolo, che avvisino i malintenzionati a non compiere furti, rapine, stupri e omicidi perché lì nei pressi c'è un presidio di polizia (o di carabinieri, o di vigili urbani, secondo la bisogna).
In questo modo, chiunque volesse trasgredire potrebbe farlo, un po' più in là, tranquillo, senza il patema d'animo di essere scoperto.
Suggerirei, inoltre, di abolire anche l'uso, aberrante, che si fa delle riprese delle telecamere di sicurezza: una rapina in banca, ad esempio, la si dovrebbe certificare solo se c'è stato un uomo della legge come testimone e al furfante l'infrazione è stata notificata immediatamente dopo il fatto.
Berkeley ritornava poi con i piedi per terra, giustificando il mondo reale, spiegando che c'era Dio che, percependo tutto e tutti, dava la continuità all'esistenza delle persone e dei mutamenti nel tempo.
Ma questa è roba del settecento, noi siamo uomini liberi e, se nessuno ci controlla, vogliamo e possiamo fare tutto quello che ci pare.
Chi passa con il rosso protesta: non potete farmi una multa in base ad una foto, deve essere presente un umano che mi contesti l'infrazione, altrimenti l'infrazione non deve essere penalmente perseguibile.
Chi supera i limiti di velocità protesta: gli 'autovelox' devono essere segnalati con opportuno anticipo, così che, per due secondi, possa andare al di sotto del limite di velocità che non dovrei superare, e poi fregarmene. [Tutti i software dei navigatori, per fortuna, segnalano la presenza delle postazioni fisse di questi apparecchietti e aiutano a beffare la legge.]
Vorrei allora, seguendo questa logica, che venissero creati dei nuovi cartelli stradali, di pericolo, che avvisino i malintenzionati a non compiere furti, rapine, stupri e omicidi perché lì nei pressi c'è un presidio di polizia (o di carabinieri, o di vigili urbani, secondo la bisogna).
In questo modo, chiunque volesse trasgredire potrebbe farlo, un po' più in là, tranquillo, senza il patema d'animo di essere scoperto.
Suggerirei, inoltre, di abolire anche l'uso, aberrante, che si fa delle riprese delle telecamere di sicurezza: una rapina in banca, ad esempio, la si dovrebbe certificare solo se c'è stato un uomo della legge come testimone e al furfante l'infrazione è stata notificata immediatamente dopo il fatto.
Berkeley ritornava poi con i piedi per terra, giustificando il mondo reale, spiegando che c'era Dio che, percependo tutto e tutti, dava la continuità all'esistenza delle persone e dei mutamenti nel tempo.
Ma questa è roba del settecento, noi siamo uomini liberi e, se nessuno ci controlla, vogliamo e possiamo fare tutto quello che ci pare.
giovedì 2 aprile 2009
Google è impazzito
Qualcuno, in Google, è impazzito, scegliendo anche con cura la data opportuna.
Stavo controllando, ieri sera, le statistiche di accesso al blog, che dal periodo pre-natalizio sono in calo vistoso e arrivano, ormai, al numero dei lettori che supponeva di avere il Manzoni per "I Promessi Sposi", quando ho notato un valore anomale, cerca il doppio di visite dei giorni precedenti; come pagina di arrivo, quasi esclusivamente la home.
Come mai?
Ogni tanto Google inserisce un indirizzo di un blog nel suo strumento di ricerca, e capita che chi voglia visitare un blog a caso atterri su uno della lista di Google; questi fenomeni, sporadici, li ho visti capitare, ma non in maniera così vistosa.
Un'oretta di navigazione, e poi sono tornato a controllare: le visite erano già oltre il triplo di quelle normali; i tempi di presenza medi su una pagina: 0 secondi.
Ancora una mezz'ora, e siamo arrivati a oltre il 500% di visite.
Beh, smetterà. Mi sono detto. Ormai è mezzanotte e si cambia data (ma con quale fuso orario lavorano le statistiche di Google?)
Pochi minuti fa, stasera, un ulteriore controllo: il fenomeno si è, in parte, ripetuto anche oggi.
Siamo già al 300% di visite in più rispetto al normale, la stragrande maggioranza in home page.
Parlandone con un collega, mi son sentito canzonare "Vedi, se mettevi gli AdSense almeno guadagnavi un po' di soldi..."
mercoledì 1 aprile 2009
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