venerdì 3 aprile 2009

Pericolo Polizia

Esse est percepi, sosteneva George Berkeley (vaghissimi ricordi di liceo...) e se qualcosa non viene percepita, allora non esiste.
Chi passa con il rosso protesta: non potete farmi una multa in base ad una foto, deve essere presente un umano che mi contesti l'infrazione, altrimenti l'infrazione non deve essere penalmente perseguibile.
Chi supera i limiti di velocità protesta: gli 'autovelox' devono essere segnalati con opportuno anticipo, così che, per due secondi, possa andare al di sotto del limite di velocità che non dovrei superare, e poi fregarmene. [Tutti i software dei navigatori, per fortuna, segnalano la presenza delle postazioni fisse di questi apparecchietti e aiutano a beffare la legge.]

Vorrei allora, seguendo questa logica, che venissero creati dei nuovi cartelli stradali, di pericolo, che avvisino i malintenzionati a non compiere furti, rapine, stupri e omicidi perché lì nei pressi c'è un presidio di polizia (o di carabinieri, o di vigili urbani, secondo la bisogna).


In questo modo, chiunque volesse trasgredire potrebbe farlo, un po' più in là, tranquillo, senza il patema d'animo di essere scoperto.
Suggerirei, inoltre, di abolire anche l'uso, aberrante, che si fa delle riprese delle telecamere di sicurezza: una rapina in banca, ad esempio, la si dovrebbe certificare solo se c'è stato un uomo della legge come testimone e al furfante l'infrazione è stata notificata immediatamente dopo il fatto.

Berkeley ritornava poi con i piedi per terra, giustificando il mondo reale, spiegando che c'era Dio che, percependo tutto e tutti, dava la continuità all'esistenza delle persone e dei mutamenti nel tempo.
Ma questa è roba del settecento, noi siamo uomini liberi e, se nessuno ci controlla, vogliamo e possiamo fare tutto quello che ci pare.

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