La TV è un rumore di fondo, meno fastidioso di quello dei vicini, e spesso l'informazione che porta se ne va tutta nell'entropia del vuoto che descrive.
Il periodo natalizio si presta in particolare benissimo a non dire: il TG 1 delle 20 si apre con la notizia delle tante lingue (ben 64) con cui il Papa ha fatto gli auguri di Natale!
Ma tra il non dire e il dire male c'è differenza. Come un musicista che, sentendo distrattamente un motivetto canticchiato da qualcuno non può fare a meno di rabbrividire a una stonatura, così un toscano non può non star male non solo a sentire gli anacoluti, ma anche una pronuncia sbagliata: quelli accenti aperti dove vanno chiusi, e chiusi dove vanno aperti, proprio come fossero una 'stecca'; e l'attenzione va di nuovo a ciò che si sente e non si ascolta.
Stasera, parlando dei bombardamenti dei Palestinesi, il giornalista Claudio Pagliara ha raccontato di "...Hamas che da Gaza ha lanciato una gràgnola di razzi...", per descrivere una fitta e nutrita scarica di bombe. Diavolo, è stato come un gemere di gessetti su una lavagna. La frase è subito arrivata al nostro cosciente e ha riportato l'attenzione sulla TV e sul giornalista.
Dunque: si dice gragnòla, e non gràgnola: lasciateci cenare in pace e non bombardate l'Italiano!
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