martedì 12 agosto 2008

Il libro che nessuno legge

Bibliophile Bullpen è uno dei primi blog nella mia lista dei feed. Joyce Godsey gestisce la vendita di libri e di materiale collegato (deodoranti, smacchiatori, gadget 'libreschi') lottando quotidianamente con i disservizi dei corrieri, le difficoltà nella gestione di una madre in pessime condizioni di salute, i rapporti non idilliaci con il fratello e una marea di gatti, che accudisce ed assiste in casa e per una organizzazione di amici degli animali.
Seguo i suoi post, anche se talvolta con difficoltà per l'uso che fa, volutamente, di uno slang un po' distante dall'inglese scolastico che riesco a leggere, e le sue foto di gatti, di 'strane' cose che mangia e le sue segnalazioni di argomento librario attirano in ugual misura la mia attenzione.
Giorni fa, scorrendo un post, leggo: Owen Gingerich.

Non sentivo questo nome da decenni: storico dell'astronomia, per anni ho letto i suoi articoli nel mensile Sky and Telescope, il 'magazine' su cui, adolescente, mi sono fatto le ossa per imparare l'inglese e per essere 'up-to-date' nelle scoperte astronomiche e nelle attività dei gruppi di astrofili nel mondo.

Si citava, nel post, il libro che Gingerich ha dedicato a Copernico: The book nobody read. Il libro, leggo poi su Amazon, è la descrizione delle copie ancora esistenti del De rivolutionibus orbium celestium che fu pubblicato nel 1543, anno della morte di Copernico, e dei vari passaggi di mano e dei lettori eccellenti che ne ebbe.

Il titolo deriva da una frase di Arthur Koestler, nel suo eccellente e imperdibile I sonnambuli; secondo la quale De rivolutionibus... non sarebbe stato letto praticamente da nessuno; Owen Gingerich si impegna, invece, a dimostrare che ebbe una notevole diffusione e molti lettori di prestigio, anche lo stesso Galileo, per dirne uno...
Scattata la molla, ho scoperto che ne esiste una versione in italiano, pubblicata da Rizzoli: Alla ricerca del libro perduto; l'ho cercata in alcune librerie senza trovarla, ma per ordinarla al distributore devo aspettare Settembre (l'economia non va così male se, come sempre, Agosto è un mese dove molte attività latitano...)

Per fortuna ho trovato un libriccino, in inglese e di facile lettura: Nicolaus Copernicus. Making the Earth a Planet, di Gingerich e MacLachlan. Fa parte della collana Oxford portraits in science , di cui Gingerich è il General Editor, e in attesa di recuperare il libro desiderato, mi sono accontentato di questo. Semplice, puntuale, con i dati essenziali e dall'impaginazione impeccabile, una introduzione assolutamente non matematica e con una precisa e interessante descrizione della situazione storica, è tranquillamente leggibile a quattordici o quindici anni. (Curiosa la dedica dei due autori: affettuosamente ai due nipoti...)

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