Insegnando imparo.
domenica 30 giugno 2013
sabato 29 giugno 2013
RSS reader? Salvia!
Le cose belle e gratuite non sono più di questo mondo informatico e anche Google Reader abbandona milioni di utenti inconsolabili che adesso ricercano un valido sostituto per leggere, dove e quando vogliono, i post dei loro blogger preferiti.
Saranno Feedly o The Old Reader o magari Tiny Tiny RSS i sostituti? Andremo di nuovo a metterci nelle mani di chi, se poi non ci guadagna in qualche modo (denaro, pubblicità, informazioni), ci lascerà di nuovo in difficoltà?
In pieno dubbio su quale scelta fare, mi è tornato in mente sere fa un programma, o meglio una estensione di Firefox, che ho usato per alcuni mesi quando ho cominciato a interessarmi ai blog, sette od otto anni fa.
Si chiamava Sage (Salvia) e per fortuna esiste ancora.
Sage è una applicazione molto semplice, non occorre fornire password, indirizzi e-mail o altre autorizzazioni; non c'è da fare logon né logout, pochi i pulsanti e piana la lettura. Cosa c'è di meglio per passare una serata a curiosare tranquilli tra le storie del mondo?
Un solo tasto nella barra di navigazione di Firefox apre e chiude la barra laterale di Sage. La barra è suddivisa in due parti: in alto la lista dei feeds, in basso, dopo aver selezionato il blog, i 10 o 20 post più recenti (il numero dipende dal settaggio fatto da ciascun blogger).
La lista dei feeds |
Sopra la lista dei post quattro pulsanti, per marcare un post come Già letto, per marcarlo come Non letto, per Marcare tutti come letti e per Marcare tutti come non letti.
La lista dei post |
Selezionando un blog dalla parte superiore della barra laterale, sul video sono visualizzati in maniera molto gradevole e ordinata i vari post:
Clic per una immagine più grande |
Scegliendo invece il singolo post, questo si apre nella finestra di Firefox, senza la necessità di altri clic, né per leggere quei post che Google Reader visualizzava solo in maniera parziale né per scorrere i commenti.
Per aggiungere un feed di un blog aperto nella pagina del browser basta premere l'icona della lente che visualizzerà eventuali feed presenti: selezionandoli si aggiunge il blog alla nostra lista di lettura.
I contro (tanti!)
L'applicazione è pensata per lavorare su un unico PC:
- NON si aggiorna la situazione dei post, letti o da leggere, usando Firefox Sync, del cui funzionamento non sono per altro convinto al 100%, né ovviamente c'è interazione con un dispositivo Android.
- NON è possibile contrassegnare come interessante un post (la star di Google)
- I post NON vengono salvati su una directory locale, per poterli leggere anche giorni, settimane o mesi dopo la pubblicazione.
La alternative
Due sono gli add-on più recenti per Firefox che sto testando e che hanno migliori caratteristiche:
Digest (che è ancora molto acerbo) e Bamboo. Li terrò sotto mano per qualche giorno; per ora il mio giudizio sul look-and-feel di Feedly non è positivo e se l'amico Gianluca installasse Tiny Tiny RSS su un server credo che lo adotterei senza problemi.
I contro (tanti!)
L'applicazione è pensata per lavorare su un unico PC:
- NON si aggiorna la situazione dei post, letti o da leggere, usando Firefox Sync, del cui funzionamento non sono per altro convinto al 100%, né ovviamente c'è interazione con un dispositivo Android.
- NON è possibile contrassegnare come interessante un post (la star di Google)
- I post NON vengono salvati su una directory locale, per poterli leggere anche giorni, settimane o mesi dopo la pubblicazione.
La alternative
Due sono gli add-on più recenti per Firefox che sto testando e che hanno migliori caratteristiche:
Digest (che è ancora molto acerbo) e Bamboo. Li terrò sotto mano per qualche giorno; per ora il mio giudizio sul look-and-feel di Feedly non è positivo e se l'amico Gianluca installasse Tiny Tiny RSS su un server credo che lo adotterei senza problemi.
lunedì 24 giugno 2013
domenica 23 giugno 2013
Il latino della domenica - 20
[per molti, ignari anche di sillabari per l’infanzia,] i libri non sono strumenti di studio ma ornamento delle sale da pranzo.
giovedì 20 giugno 2013
Dalla Russia con (porno) amore
Già in primissima mattinata questo blog ha avuto un picco di visite: dalla Russia.
Nessuna meraviglia: da qualche tempo (in realtà, da anni: il primo post in merito l'ho letto nel 2005) centinaia di siti-vampiro hanno sguinzagliato i propri robot per effettuare false visite che aumentano gli hit delle pagine, incuriosendo i blogger meno smaliziati. (si parla di referrer spam o referral spam)
Il clic sul link per conoscere i misteriosi visitatori stranieri (che hanno base in India, China, Russia...) sembra si risolva nell'atterraggio in siti porno (e allora: malware, virus e chissà cos'altro).
Che Google non faccia nulla per impedire questo fenomeno è più che strano: una black list non dovrebbe essere difficile da creare per chi è una potenza mondiale su Internet. Che poi le false visite avvengano pochi secondi dopo la pubblicazione di un post fa ulteriormente dubitare di un "qualche problema" sui server di Blogspot e/o sui loro RSS.
La cassetta degli attrezzi
Credo che ciascuno di noi abbia una cassetta degli attrezzi con quelli che ritiene siano gli strumenti più importanti da tenere a portata di mano per fare qualche lavoretto, d'emergenza o di routine.
La mia la tengo in veranda, stanza poco frequentata, a prendere polvere sotto un divano; già solo la collocazione dovrebbe dire quanto poco la usi, vista la mia pressoché totale incapacità nel fare lavori manuali.
[Oh, ma sono invece presuntuosamente capace di discutere da pari a pari con qualsiasi artigiano: ricordo certe discussioni d'analisi dei lavori in corso, fatte qualche tempo fa con due muratori che stavano predisponendo l'installazione del portoncino principale del mio appartamento: il più anziano dei due, pieno d'esperienza, finì col complimentarsi con me dicendo che avevo una bella testa e che era un peccato che fossi un impiegato perché sarei stato un ottimo muratore!]
Gli attrezzi che uso li ho sul PC, mio strumento di lavoro, di svago, di lettura, estensione amebiforme dei miei interessi e delle mie fissazioni.
Alcuni di questi attrezzi li uso da lunga data e potrei mettere la mano sul fuoco sulla loro stabilità e utilità (Dropbox, Evernote, Paint.Net, FreeOCR, per citarne alcuni di uso corrente), altri sono scoperte recenti e ancora sotto test di validazione prima di poter dar loro completa fiducia.
Da qualche giorno, ad esempio, sto provando ResophNotes.
Il programma, free, permette di centralizzare la scrittura di note di testo, di cui la prima linea diventa il titolo.
Oltre a scrivere tutte le note su un unico database, opzione di default, è possibile che ciascuna nota venga trascritta singolarmente in formato testo e dato che sono sempre a scribacchiare per i miei blog, per le e-mail, per appunti volanti, etc., usando Notepad e affollando in maniera indistricabile il Desktop di Windows, ho trovato semplicemente geniale questa piccola applicazione.
Realizzata con il framework QT, occupa ben 16 MB di spazio disco, ma è portable e ho copiato la cartella di installazione in DropBox, configurando al contempo sempre su DropBox la cartella che contiene i singoli file di testo: così facendo posso usare il programma da uno qualunque dei miei PC e avere accesso ai singoli file di testo anche dalla Rete, senza preoccuparmi di cosa succederebbe se si danneggiasse l'unico DB in cui, volendo, si possono archiviare tutti i dati.
Le note sono taggabili liberamente, è possibile effettuare ricerche per chiave o ricerche testuali libere, di tipo incrementale.
L'help è conciso e non esiste una documentazione; gran parte delle operazioni si possono svolgere con opportune combinazioni di tasti.
Volendo usare una qualche formattazione per il testo che si sta scrivendo, è possibile usare una semplicissima sintassi di marcatura: un doppio uguale (==) messo ad esempio in cima e in fondo ad un testo lo trasforma in una intestazione.
L'interfaccia presenta due sezioni, una per la lista delle note, l'altra per il testo; è minimalista e non sempre intuitiva, con le icone sparse ai quattro angoli della finestra.
Se poi vi interessa avere l'accesso on-line alle vostre note, ResophNotes si sincronizza con Simplenote.
Come per certi Wiki, piccola chicca!, è anche possibile linkare una nota all'interno di un testo semplicemente mettendone il titolo tra parentesi quadre (se una nota con quel titolo non esiste la si può creare al volo).
Per esperienza di questi giorni, funziona bene in Windows XP (SP2 o sup.) e Windows 7 (32 bit); in Windows 7 (64 bit) funziona solo la portable.
Mi resta da verificare come si comporterà al crescere del numero delle note ma non mi ci vorrà molto a metterla sotto stress.
La mia la tengo in veranda, stanza poco frequentata, a prendere polvere sotto un divano; già solo la collocazione dovrebbe dire quanto poco la usi, vista la mia pressoché totale incapacità nel fare lavori manuali.
[Oh, ma sono invece presuntuosamente capace di discutere da pari a pari con qualsiasi artigiano: ricordo certe discussioni d'analisi dei lavori in corso, fatte qualche tempo fa con due muratori che stavano predisponendo l'installazione del portoncino principale del mio appartamento: il più anziano dei due, pieno d'esperienza, finì col complimentarsi con me dicendo che avevo una bella testa e che era un peccato che fossi un impiegato perché sarei stato un ottimo muratore!]
Gli attrezzi che uso li ho sul PC, mio strumento di lavoro, di svago, di lettura, estensione amebiforme dei miei interessi e delle mie fissazioni.
Alcuni di questi attrezzi li uso da lunga data e potrei mettere la mano sul fuoco sulla loro stabilità e utilità (Dropbox, Evernote, Paint.Net, FreeOCR, per citarne alcuni di uso corrente), altri sono scoperte recenti e ancora sotto test di validazione prima di poter dar loro completa fiducia.
Da qualche giorno, ad esempio, sto provando ResophNotes.
Il programma, free, permette di centralizzare la scrittura di note di testo, di cui la prima linea diventa il titolo.
Oltre a scrivere tutte le note su un unico database, opzione di default, è possibile che ciascuna nota venga trascritta singolarmente in formato testo e dato che sono sempre a scribacchiare per i miei blog, per le e-mail, per appunti volanti, etc., usando Notepad e affollando in maniera indistricabile il Desktop di Windows, ho trovato semplicemente geniale questa piccola applicazione.
Realizzata con il framework QT, occupa ben 16 MB di spazio disco, ma è portable e ho copiato la cartella di installazione in DropBox, configurando al contempo sempre su DropBox la cartella che contiene i singoli file di testo: così facendo posso usare il programma da uno qualunque dei miei PC e avere accesso ai singoli file di testo anche dalla Rete, senza preoccuparmi di cosa succederebbe se si danneggiasse l'unico DB in cui, volendo, si possono archiviare tutti i dati.
Le note sono taggabili liberamente, è possibile effettuare ricerche per chiave o ricerche testuali libere, di tipo incrementale.
L'help è conciso e non esiste una documentazione; gran parte delle operazioni si possono svolgere con opportune combinazioni di tasti.
Volendo usare una qualche formattazione per il testo che si sta scrivendo, è possibile usare una semplicissima sintassi di marcatura: un doppio uguale (==) messo ad esempio in cima e in fondo ad un testo lo trasforma in una intestazione.
L'interfaccia presenta due sezioni, una per la lista delle note, l'altra per il testo; è minimalista e non sempre intuitiva, con le icone sparse ai quattro angoli della finestra.
Se poi vi interessa avere l'accesso on-line alle vostre note, ResophNotes si sincronizza con Simplenote.
Come per certi Wiki, piccola chicca!, è anche possibile linkare una nota all'interno di un testo semplicemente mettendone il titolo tra parentesi quadre (se una nota con quel titolo non esiste la si può creare al volo).
Per esperienza di questi giorni, funziona bene in Windows XP (SP2 o sup.) e Windows 7 (32 bit); in Windows 7 (64 bit) funziona solo la portable.
Mi resta da verificare come si comporterà al crescere del numero delle note ma non mi ci vorrà molto a metterla sotto stress.
lunedì 17 giugno 2013
domenica 16 giugno 2013
Un Gabbiano nello spazio
50 anni fa, il 16 giugno 1963, Valentina Vladimirovna Tereškova (Валентина Владимировна Терешкова), allora ventiseienne, veniva lanciata nello spazio a bordo della Vostok 6, che ribattezzò Чайка (Čajka = Gabbiano).
Il primo volo di una donna (e la sua unica missione) fu un evento propagandistico assolutamente clamoroso.
Nikita Chruščёv (a destra), primo segretario del Comitato Centrale del PCUS, insieme ai cosmonauti Valentina Terešhkova, Papel Popovich e Yuri Gagarin sul Mausoleo di Lenin durante una manifestazione dedicata ai due voli spaziali delle navicelle Vostok-5 (Valery Bykovsky) e Vostok-6 (Valentina Teršhkova). 22 Giugno 1963. Fonte: Agenzia Novosti.
Cosmonauti sovietici. Prima riga, da sinistra: Vladimir Komarov, Yuri Gagarin, Valentina Terešhkova, Andrian Nikolayev, Konstantin Feoktistov, Pavel Belyaev. Seconda riga: Alexei Leonov, German Titov, Valery Bykovsky, Boris Yegorov e Pavel Popovich. 7 Gennaio 1965. Fonte: Agenzia Novosti.
Valentina Terešhkova con Alexei Leonov nel Museo della Cosmonautica di Mosca nel 2011, durante la celebrazione del 50-ennale del lancio di Gagarin. [Via: UniverseToday]
Il primo volo di una donna (e la sua unica missione) fu un evento propagandistico assolutamente clamoroso.
Nikita Chruščёv (a destra), primo segretario del Comitato Centrale del PCUS, insieme ai cosmonauti Valentina Terešhkova, Papel Popovich e Yuri Gagarin sul Mausoleo di Lenin durante una manifestazione dedicata ai due voli spaziali delle navicelle Vostok-5 (Valery Bykovsky) e Vostok-6 (Valentina Teršhkova). 22 Giugno 1963. Fonte: Agenzia Novosti.
Cosmonauti sovietici. Prima riga, da sinistra: Vladimir Komarov, Yuri Gagarin, Valentina Terešhkova, Andrian Nikolayev, Konstantin Feoktistov, Pavel Belyaev. Seconda riga: Alexei Leonov, German Titov, Valery Bykovsky, Boris Yegorov e Pavel Popovich. 7 Gennaio 1965. Fonte: Agenzia Novosti.
Valentina Terešhkova con Alexei Leonov nel Museo della Cosmonautica di Mosca nel 2011, durante la celebrazione del 50-ennale del lancio di Gagarin. [Via: UniverseToday]
Il latino della domenica - 19
Tutte le cose per le persone intelligenti sono facilissime.
[Immagine dalla copertina di W. Dunham, Mathematical Universe]
venerdì 14 giugno 2013
Uno strudel a rischio
Nelle mie attività in cucina uso spesso la "carta da forno"; non ne sono un fanatico ma in certe occasioni, ad esempio quando cuocio i miei panini, la trovo molto utile.
Di solito, anche se la guardo con un certo sospetto, utilizzo anche quella che trovo inclusa nelle confezioni di pasta brisée o pasta sfoglia; in genere è più sottile di quella che compro abitualmente e leggermente molliccia ma il comportamento alla cottura si è sempre rivelato normale.
Be', quasi sempre: domenica scorsa, ad esempio...
L'intenzione era di chiudere il pranzo con una fetta di strudel accompagnato da una porzione abbondante di gelato alla crema.
In frigo c'era un rotolo di pasta sfoglia rotonda (difficilissimi da trovare quelli rettangolari, che secondo me sono più facili da usare e costano anche meno)
Ho tolto dal frigo la pasta sfoglia per tempo perché arrivasse a temperatura ambiente, in modo da non fratturarsi durante lo srotolamento, l'ho cosparsa di uno strato di pan grattato, poi ho distribuito i tocchetti di una mela, ho spolverato con cannella, aggiungendo sopra uvetta sultanina e un po' di marmellata di albicocche; per finire ho arrotolato il tutto, tagliando la carta da forno a misura di piastra di cottura e ho infornato in forno caldo e ventilato a 180°.
Come si sa, e chi non lo sa è bene che prenda nota, la carta da forno non sopporta temperature superiori a 220-250 gradi, attenzione quindi a non usarla per le pizze!
Sul contenitore della pasta sfoglia che stavo cuocendo era riportata la temperatura consigliata di cottura (200 gradi) anche se nulla si diceva dei limiti di temperatura della carta inclusa nella confezione.
Non era la prima volta che preparavo uno strudel ma un forno, si sa, va sempre tenuto sott'occhio, a scanso di sorprese; dopo dieci minuti avrei poi dovuto abbassare la temperatura, come da esperienze già fatte, per completare la cottura dopo altri venti minuti a 160°.
Poco prima dei 10 minuti canonici, ne saranno passati 7 o 8, ho buttato un'occhiata superficiale al forno e mi sono preoccupato: la carta stava assumendo un colore marrone scuro ed era evidentemente in procinto di prendere fuoco; infilati in fretta i guanti da forno ho estratto il vassoio, e, tagliata a misura dell'altra carta, questa volta dal mio rotolo di fiducia, ho fatto il trasbordo del povero strudel in un nuovo vassoio, finendo per fortuna la cottura senza ulteriori guai.
C'è mancato poco, insomma, che in cucina mi scoppiasse un incendio (tranquilli: ho un piccolo estintore a portata di mano); evidentemente i controlli di qualità sul prodotto non sono stati abbastanza rigorosi e, se non fossi stato fortunosamente attento, avrei rischiato un piccolo disastro.
Di solito, anche se la guardo con un certo sospetto, utilizzo anche quella che trovo inclusa nelle confezioni di pasta brisée o pasta sfoglia; in genere è più sottile di quella che compro abitualmente e leggermente molliccia ma il comportamento alla cottura si è sempre rivelato normale.
Be', quasi sempre: domenica scorsa, ad esempio...
L'intenzione era di chiudere il pranzo con una fetta di strudel accompagnato da una porzione abbondante di gelato alla crema.
In frigo c'era un rotolo di pasta sfoglia rotonda (difficilissimi da trovare quelli rettangolari, che secondo me sono più facili da usare e costano anche meno)
Ho tolto dal frigo la pasta sfoglia per tempo perché arrivasse a temperatura ambiente, in modo da non fratturarsi durante lo srotolamento, l'ho cosparsa di uno strato di pan grattato, poi ho distribuito i tocchetti di una mela, ho spolverato con cannella, aggiungendo sopra uvetta sultanina e un po' di marmellata di albicocche; per finire ho arrotolato il tutto, tagliando la carta da forno a misura di piastra di cottura e ho infornato in forno caldo e ventilato a 180°.
Come si sa, e chi non lo sa è bene che prenda nota, la carta da forno non sopporta temperature superiori a 220-250 gradi, attenzione quindi a non usarla per le pizze!
Sul contenitore della pasta sfoglia che stavo cuocendo era riportata la temperatura consigliata di cottura (200 gradi) anche se nulla si diceva dei limiti di temperatura della carta inclusa nella confezione.
Non era la prima volta che preparavo uno strudel ma un forno, si sa, va sempre tenuto sott'occhio, a scanso di sorprese; dopo dieci minuti avrei poi dovuto abbassare la temperatura, come da esperienze già fatte, per completare la cottura dopo altri venti minuti a 160°.
Poco prima dei 10 minuti canonici, ne saranno passati 7 o 8, ho buttato un'occhiata superficiale al forno e mi sono preoccupato: la carta stava assumendo un colore marrone scuro ed era evidentemente in procinto di prendere fuoco; infilati in fretta i guanti da forno ho estratto il vassoio, e, tagliata a misura dell'altra carta, questa volta dal mio rotolo di fiducia, ho fatto il trasbordo del povero strudel in un nuovo vassoio, finendo per fortuna la cottura senza ulteriori guai.
C'è mancato poco, insomma, che in cucina mi scoppiasse un incendio (tranquilli: ho un piccolo estintore a portata di mano); evidentemente i controlli di qualità sul prodotto non sono stati abbastanza rigorosi e, se non fossi stato fortunosamente attento, avrei rischiato un piccolo disastro.
giovedì 13 giugno 2013
Siena: Valentini è quella cosa
Valentini è quella cosa
che fa il sindaco da oggi
e che spiani buche e poggi
è di tutti il desidèr.
[Anche se un po' in ritardo... ]
lunedì 10 giugno 2013
Gli ayatollah di Siena
Spesso uso l'e-mail per comunicare in maniera 'asincrona' con qualche amico, per dare il tempo a lui, e a me stesso, di fare anche altre cose durante la conversazione. Questo tipo di comunicazione, un po' meno diretta della chat, offre anche la possibilità di riflettere un po' di più, senza la pressione di vedersi scrivere dieci volte: "C6?"
Ci mandiamo, insomma, messaggi a raffica fino a quando abbiamo qualcosa da dirci; se l'altro risponde rilanciamo da fondo campo e via così fino a che uno dei due si annoia o va a letto.
Il tema di ieri sera era, ovviamente, il ballottaggio per l'elezione del sindaco a Siena.
L'amico con cui 'parlavo' non ha partecipato alla votazione del secondo turno perché i due gruppi di sopravvissuti gli sembravano costituiti da un'accozzaglia di 'ribaldi', indegni, secondo lui, di esser appoggiati e votati da un onest'uomo. Io sostenevo invece che in politica solo la sinistra a cui appartiene lui crede ancora che ci siano dei duri e puri e che la banale logica de: "il nemico del mio nemico è mio amico" fosse una logica pagante qui, a Siena, ora, dove le macerie di ASL, Amministrazione Comunale, Università, Fondazione MPS e Banca MPS sono sotto gli occhi di tutti, anche se ci ostiniamo a camminarci sopra facendo finta di niente, tenendo sul naso un fazzolettone rosso aperto a proteggerci dalla polvere che ammorba l'aria.
Visto che entrambi abbiamo radici in paesetti delle colline fuor di provincia, gli paventavo il futuro di una Siena che si sarebbe ridotta, come al paesello, a un gruppetto di vecchi, seduti su sedioline impagliate tutt'intorno alla statua del Bandini, a raccontarsi le favole di com'era grande e bella Siena una volta, di che magnifica Banca avesse, di che eccellente Università, e via ciarlando.
Mi rispondeva, lui, amareggiato, che è impossibile dare il diritto di voto a tanti che neppure capiscono cosa siano la politica o la gestione della cosa pubblica e io, ripetendo un mio vecchio scherzo, mi compiacevo che finalmente anche lui, uomo di sinistra estrema, fosse d'accordo con quanto sosteneva lo Scià di Persia che affermava che avrebbe dato il diritto di voto ai suoi sudditi solo quando tutti loro avessero avuto una laurea. (Ma adesso, con la 'laurea breve' non me la sentirei più di condividere questa affermazione...)
E gli rammentavo come, al posto di uno Scià e della sua corte, in Iran ci fosse arrivato poi uno sciame di tonaconi neri, capeggiati da quel tal Khomeini che la rivista Time nominò uomo dell'anno per il 1979.
Il botta e risposta a un certo punto si è interrotto, non so più se per la mia stanchezza o per la sua, e stasera sono qui, a vedere i risultati, cercando di farmi venire in mente se da qualche parte, in cantina, ho ancora una di quelle vecchie sedie di legno che mio nonno, già più che ottantenne, impagliava per sedercisi poi al fresco ma non per parlare dello splendore dei tempi andati bensì per discorrere del futuro, leggendo di tanto in tanto qualche articolo dall'amato quotidiano politico del suo partito.
Ci mandiamo, insomma, messaggi a raffica fino a quando abbiamo qualcosa da dirci; se l'altro risponde rilanciamo da fondo campo e via così fino a che uno dei due si annoia o va a letto.
Il tema di ieri sera era, ovviamente, il ballottaggio per l'elezione del sindaco a Siena.
L'amico con cui 'parlavo' non ha partecipato alla votazione del secondo turno perché i due gruppi di sopravvissuti gli sembravano costituiti da un'accozzaglia di 'ribaldi', indegni, secondo lui, di esser appoggiati e votati da un onest'uomo. Io sostenevo invece che in politica solo la sinistra a cui appartiene lui crede ancora che ci siano dei duri e puri e che la banale logica de: "il nemico del mio nemico è mio amico" fosse una logica pagante qui, a Siena, ora, dove le macerie di ASL, Amministrazione Comunale, Università, Fondazione MPS e Banca MPS sono sotto gli occhi di tutti, anche se ci ostiniamo a camminarci sopra facendo finta di niente, tenendo sul naso un fazzolettone rosso aperto a proteggerci dalla polvere che ammorba l'aria.
Visto che entrambi abbiamo radici in paesetti delle colline fuor di provincia, gli paventavo il futuro di una Siena che si sarebbe ridotta, come al paesello, a un gruppetto di vecchi, seduti su sedioline impagliate tutt'intorno alla statua del Bandini, a raccontarsi le favole di com'era grande e bella Siena una volta, di che magnifica Banca avesse, di che eccellente Università, e via ciarlando.
Mi rispondeva, lui, amareggiato, che è impossibile dare il diritto di voto a tanti che neppure capiscono cosa siano la politica o la gestione della cosa pubblica e io, ripetendo un mio vecchio scherzo, mi compiacevo che finalmente anche lui, uomo di sinistra estrema, fosse d'accordo con quanto sosteneva lo Scià di Persia che affermava che avrebbe dato il diritto di voto ai suoi sudditi solo quando tutti loro avessero avuto una laurea. (Ma adesso, con la 'laurea breve' non me la sentirei più di condividere questa affermazione...)
E gli rammentavo come, al posto di uno Scià e della sua corte, in Iran ci fosse arrivato poi uno sciame di tonaconi neri, capeggiati da quel tal Khomeini che la rivista Time nominò uomo dell'anno per il 1979.
Il botta e risposta a un certo punto si è interrotto, non so più se per la mia stanchezza o per la sua, e stasera sono qui, a vedere i risultati, cercando di farmi venire in mente se da qualche parte, in cantina, ho ancora una di quelle vecchie sedie di legno che mio nonno, già più che ottantenne, impagliava per sedercisi poi al fresco ma non per parlare dello splendore dei tempi andati bensì per discorrere del futuro, leggendo di tanto in tanto qualche articolo dall'amato quotidiano politico del suo partito.
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domenica 9 giugno 2013
sabato 8 giugno 2013
mercoledì 5 giugno 2013
martedì 4 giugno 2013
L'alba degli e-book
La prima biblioteca digitale che ho avuto è stata quella fornita dal settimanale 'L'Espresso' che, nel 2000, ha allegato alla rivista, uno per settimana, sette CD contenenti "I Grandi Classici della Letteratura Straniera" editi da Garzanti.
L'opera è dotata di un software di lettura per consentire la visualizzazione dei testi, l'inserimento delle note, il salvataggio e la stampa del documento; io l'ho utilizzata veramente poco, vista la difficoltà di leggere sul video del PC con lo scorrimento continuo della pagina, sistema che ho sempre trovato difficile da usare.
I CD sono rimasti su uno scaffale, con i loro oltre 470 testi che spaziano nella letteratura classica (da Cicerone a Cechov, da Dostoevskij a Euripide, fino a Tacito e Zola), anche se ho fatto qualche tentativo di esportazione in formato leggibile con un programma di videoscrittura, per stampare degli estratti che servivano per delle ricerche.
Smanettando sui CD mi sono ben presto reso conto che la struttura dei dati era veramente semplice: in ogni CD un file contiene la lista degli autori, dei titoli dei libri e un codice numerico univoco collegato a ciascun titolo; una directory di dati raccoglie tutti i documenti, con il nome dei file numerico; i file sono in formato RTF anche se senza l'estensione.
Il giochino si è fermato lì sino a quando, cominciando ad usare gli e-book reader, mi sono ricordato del piccolo tesoro che possedevo: farsi una tabellina di corrispondenze (in Excel) ed estrarre tutta la biblioteca è stato un gioco da bambini. Spostare poi i testi sul reader è altrettanto semplice: o con Whispernet di Amazon o con ES File Manager o con Airdroid oppure con un cavetto USB.
Ieri notte, ad esempio, ho cominciato a leggere La follia di Almayer, la prima fatica letteraria di Conrad, che non avevo mai letto.
In queste settimane (sino a fine mese) i 'Grandi Classici Garzanti' sono venduti, in formato e-book, a 0,99 euro sulle principali catene in Rete; per quanto la considerazione sia venale, ho dunque una bibliotechina di oltre 450 euro di valore che, ad un lettore neofita che si impegni con costanza, potrebbe dare 10 anni di continue buone letture.
L'opera è dotata di un software di lettura per consentire la visualizzazione dei testi, l'inserimento delle note, il salvataggio e la stampa del documento; io l'ho utilizzata veramente poco, vista la difficoltà di leggere sul video del PC con lo scorrimento continuo della pagina, sistema che ho sempre trovato difficile da usare.
I CD sono rimasti su uno scaffale, con i loro oltre 470 testi che spaziano nella letteratura classica (da Cicerone a Cechov, da Dostoevskij a Euripide, fino a Tacito e Zola), anche se ho fatto qualche tentativo di esportazione in formato leggibile con un programma di videoscrittura, per stampare degli estratti che servivano per delle ricerche.
Smanettando sui CD mi sono ben presto reso conto che la struttura dei dati era veramente semplice: in ogni CD un file contiene la lista degli autori, dei titoli dei libri e un codice numerico univoco collegato a ciascun titolo; una directory di dati raccoglie tutti i documenti, con il nome dei file numerico; i file sono in formato RTF anche se senza l'estensione.
Il giochino si è fermato lì sino a quando, cominciando ad usare gli e-book reader, mi sono ricordato del piccolo tesoro che possedevo: farsi una tabellina di corrispondenze (in Excel) ed estrarre tutta la biblioteca è stato un gioco da bambini. Spostare poi i testi sul reader è altrettanto semplice: o con Whispernet di Amazon o con ES File Manager o con Airdroid oppure con un cavetto USB.
Ieri notte, ad esempio, ho cominciato a leggere La follia di Almayer, la prima fatica letteraria di Conrad, che non avevo mai letto.
In queste settimane (sino a fine mese) i 'Grandi Classici Garzanti' sono venduti, in formato e-book, a 0,99 euro sulle principali catene in Rete; per quanto la considerazione sia venale, ho dunque una bibliotechina di oltre 450 euro di valore che, ad un lettore neofita che si impegni con costanza, potrebbe dare 10 anni di continue buone letture.
Immagine dal sito di IBS
domenica 2 giugno 2013
sabato 1 giugno 2013
La palude del fumetto
"Ah, il coccodrillo Alberto!" esclama mia moglie, appena rientrata dal lavoro, vedendo sul tavolo del salone il volume arrivato fresco, fresco da Amazon.
"Alberto?" chiedo io, perché non mi ricordavo assolutamente il nome del personaggio.
"Come no, Alberto - mi risponde mentre sfoglia le pagine del librone - quello che va a lavorare in una fabbrica di borsette!"
Mi stupisce: io l'episodio non me lo ricordo; e dire che ho comprato la raccolta delle prime "strisce" di Walt Kelly proprio per nostalgia di un fumetto che leggevo da adolescente (beh, sì, sono stato anche stimolato da uno sconto portentoso...).
Poco o per niente politicizzato, gradevole per le storie semplici degli animaletti umanizzati che vivono nella palude di Okefenokee, Pogo (un opossum) è comparso in Italia sulle pagine di LINUS, prima che il mensile, accanto ai Peanuts di Charles Schulz, dedicasse spazi più ampi a disegnatori, italiani e non, più politicizzati o più moderni o più trendy [Lunari, Chiappori, Breccia, Penebarco, Feiffer, Crepax, Trudeau, Altan, Bretécher, Pericoli e chi sa quanti me ne dimentico].
Il volume è ben stampato, ottimamente rilegato ed ha una interessante introduzione; è un piacere sorseggiarne le storie e rimanere anche stupito dal fatto che adesso riesco a leggere quell'americano, un po' strampalato e slang, che caratterizza ulteriormente i personaggi e che si perdeva nella traduzione italiana dell'epoca.
==
Aggiornamento del 02/06/13
Lo ammetto, non me ne ero assolutamente accorto: il 2013 è il centenario della nascita di Walt Kelly e il quarantennale della sua morte.
"Alberto?" chiedo io, perché non mi ricordavo assolutamente il nome del personaggio.
"Come no, Alberto - mi risponde mentre sfoglia le pagine del librone - quello che va a lavorare in una fabbrica di borsette!"
Mi stupisce: io l'episodio non me lo ricordo; e dire che ho comprato la raccolta delle prime "strisce" di Walt Kelly proprio per nostalgia di un fumetto che leggevo da adolescente (beh, sì, sono stato anche stimolato da uno sconto portentoso...).
Poco o per niente politicizzato, gradevole per le storie semplici degli animaletti umanizzati che vivono nella palude di Okefenokee, Pogo (un opossum) è comparso in Italia sulle pagine di LINUS, prima che il mensile, accanto ai Peanuts di Charles Schulz, dedicasse spazi più ampi a disegnatori, italiani e non, più politicizzati o più moderni o più trendy [Lunari, Chiappori, Breccia, Penebarco, Feiffer, Crepax, Trudeau, Altan, Bretécher, Pericoli e chi sa quanti me ne dimentico].
Il volume è ben stampato, ottimamente rilegato ed ha una interessante introduzione; è un piacere sorseggiarne le storie e rimanere anche stupito dal fatto che adesso riesco a leggere quell'americano, un po' strampalato e slang, che caratterizza ulteriormente i personaggi e che si perdeva nella traduzione italiana dell'epoca.
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Aggiornamento del 02/06/13
Lo ammetto, non me ne ero assolutamente accorto: il 2013 è il centenario della nascita di Walt Kelly e il quarantennale della sua morte.
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