Quando ha saputo che vivo a Siena, ha confessato, a me e a un gruppetto di partecipanti all'incontro, che lei a Siena c'è nata.
Giovane, carina e laureata, lavora in una famosa e quotata multinazionale.
Il discorso è immancabilmente caduto sul Monte dei Paschi: l'informazione ne è piena e tutti volevano avere notizie dalla fonte, da chi a Siena ci vive.
Lei non ha usato mezzi termini: "A Siena si vive come in un paese di mafia - ha detto, volgendo intorno gli occhi celesti, seri e onesti - solo che il pizzo, sotto qualche forma, lo abbiamo incassato sempre tutti e quindi nessuno si è mai lamentato."
Terminata la frase, prima di proseguire col racconto delle tristi vicende cittadine, mi ha dato un'occhiata, in attesa di un cenno d'assenso.
"Ma no, che dice! - ho risposto, contraddicendola - E' solo un groviglio armonioso..." e ho nascosto un sorriso ironico nel bicchiere di plastica dell'ottimo caffè che stavo sorseggiando.
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