martedì 2 ottobre 2012

Siena: gli Statuti de lo Spedale

Fu Cesare Brandi il primo a parlare di un Museo da creare sull'Acropoli di Siena, ufficialmente nel lontano anno 76 del secolo scorso; l'idea si sparse, montò l'orgoglio, il medesimo che aveva spinto la città nel medioevo a pensare il progetto di un duomo gigantesco, di cui però rimane solo un monito all'incompiutezza. Lo stesso Brandi suggerì, dieci anni dopo la sua prima idea, di fare addirittura un 'Beaubourg' di questo voluminoso complesso che si stava cominciando a smantellare delle sue funzioni sanitarie.

Negli anni '70 ricordo di esser stato a visitare mia nonna nell'affollato salone femminile dove c'erano due o tre file di letti: un vero accampamento non molto dissimile, immagino, da come il Pellegrinaio si presentava nel Medioevo: tranquillità e vita privata inesistenti e un vero ammasso di povere malate.


Il Pellegrinaio come sala di degenza femminile (1973)
[Image credits: da D. Gallavotti Cavallero, A. Brogi - "Lo Spedale Grande di Siena", Firenze, La Casa Usher, 1987]

Nel 1986 Italo Calvino ci fece l'ultimo viaggio, anche lui dalle maremme.

Documentandomi sul passato dello Spedale, ché dell'attuale periodo mi par meglio tacere per pietà, mi sono imbattuto nella famosa pubblicazione
degli Statuti che regolavano le attività che si svolgevano nella pia e caritatevole istituzione, pubblicazione curata da Luciano Banchi, degnissimo studioso e sindaco lui sì veramente stimato.

Uso, da qualche anno, a digitalizzare libri fuori dai diritti d'autore per metterli nel pubblico dominio a disposizione di tutti [le immagini dei volumi realizzati sono nella GIF animata nella colonna qui a destra], ho pensato di riportare alla luce quel vecchio testo: "STATUTI VOLGARI DE LO SPEDALE DI SANTA MARIA VERGINE DI SIENA SCRITTI L’ANNO MCCCV, E ORA PER LA PRIMA VOLTA PUBBLICATI DA LUCIANO BANCHI", Siena, I. Gati Editore, 1864.

"[...] l’importanza storica da un canto, e dall’altro la soavità della scrittura appartenente all’esordire dell’aureo trecento tanto raccomandano di per sè questo volume, che il parlarne sarebbe soverchio", diceva l'Editore nel suo "Avvertimento" in apertura del libro.




Sono poche pagine e si leggono con facilità: dentro c'è la favella di Siena, antica e pur così simile all'attuale.
Il legislatore medioevale (siamo nel 1305) si preoccupava di stabilire regole e ordinamenti che ponessero freno alla disonestà diffusa dell'animale uomo che, evidentemente, si manifestava financo in un ambiente nato come somma espressione della solidarietà urbana verso i poveri, i malati e i figli di nessuno.
In tanti articoli dello Statuto si legge del doppio controllo di un frate sull'altro, di un incaricato del magazzino sul suo omologo, dell'obbligo di tenere doppie chiavi per evitare il potere discrezionale di uno solo, dei libri, in doppia copia, con tutte le scritture delle acquisizioni e delle spese dello Spedale (che dovevano essere di pubblico dominio!) da leggere periodicamente di fronte al Rettore e al Capitolo dei frati.

... e non si dovevano portare regali a nessuno, all'interno dell'Ospedale, e non si poteva starsene in cucina, e non era consentito mangiare alcunché fuori dai luoghi
deputati e dagli orari stabiliti...

E' una lettura interessante che può far nascere molte riflessioni; il testo si può liberamente scaricare da QUI, da Scrivolo, il sito che ospita periodicamente racconti miei e di alcuni amici. Il documento è presente nei formati pdf, epub e mobi: lo potrete dunque leggere anche sul telefonino o sul tablet, in treno o in autobus. Le conversioni nei formati epub e mobi sono state fatte automaticamente con Calibre e quindi non sono proprio perfette.

La qualità dell'edizione digitalizzata è abbastanza buona, ho cercato di emendarla da tutti gli errori dell'OCR e da quelli che qua e là ho introdotto io; c'è sicuramente da fare una seconda opera di revisione ma terminata la fatica di riportarla in vita mi premeva di metterla a disposizione di tutti ancora 'calda di stampa'.

Commenti e segnalazioni d'errori sono più che ben accetti.
 

Nota: Nessuna biblioteca della Città candidata a Capitale Europea della Cultura 2019 ospita una qualche edizione del libro del Banchi, come potete verificare facendo una ricerca su SBN.
---
Aggiornamento alla nota: Vedi  i commenti.

2 commenti:

  1. E’ sempre opera meritoria mettere a disposizione in rete e a consultazione libera copie digitali di libri introvabili e coi diritti d’autore decaduti, in particolare se riguardano la storia e le vicende della nostra città. Mi preme però ricordare che il catalogo della Biblioteca comunale degli Intronati (e delle altre biblioteche cittadine) non è su SBN, ma va invece cercato all'indirizzo relativo al Servizio bibliotecario senese: http://sbs3.unisi.it:8991/, raggiungibile anche dal sito della Biblioteca (http://www.bibliotecasiena.it/).
    Vi si trovano varie copie degli Statuti volgari de lo Spedale … curati dal Banchi. Ecco un elenco delle copie possedute dalla Biblioteca comunale: Bib. Pop. 2735; Miscellanea Romani 141 07; Bargagli Petrcci 1372; R IX 049; Bruchi 4696. Due copie si trovano pure nella Biblioteca del Circolo giuridico, collocate a: Ciampolini 1550; E4 84.

    Cordiali saluti

    Roberto Nencini

    RispondiElimina
  2. Grazie per il commento.
    La precisazione mi dà l'opportunità di sottolineare che non passa occasione perché Siena debba dimostrare di voler far parte per sé stessa: non ci sono motivi, credo, perché le biblioteche cittadine non siano inserite in SBN.
    E, d'altra parte, neppure tutte le biblioteche di Siena sono presenti su SBS...

    RispondiElimina