Adolf Hitler in una foto del 1924 di Heinrich Hoffmann |
martedì 30 maggio 2017
lunedì 29 maggio 2017
domenica 28 maggio 2017
sabato 27 maggio 2017
Siena e le Scale Immobili
Venerdì 26 Maggio, ore 10:05 |
Non frequento spesso la zona della stazione ferroviaria di Siena, ma almeno un paio di volte al mese utilizzo le scale mobili della risalita tra la stazione e l'antiporto, nei due sensi di percorrenza.
Non mi è quindi sfuggito che, diciamo due volte su tre, una o più rampe (e sempre quelle al di sopra del piano del centro commerciale) siano bloccate o in un senso o nell'altro, con addetti al lavoro per ripristinarne il funzionamento.
Una scala mobile [è un'invenzione della fine dell'Ottocento] è un meccanismo così delicato? Forse perché le tratte sono lunghe? E quanto ci costa questa continua manutenzione?
Di fatto, pur non costituendo le mie visite poco frequenti oggetto di statistica, anche sul sito di Siena Parcheggi* una delle due foto che illustrano la risalita mostra (inavvertitamente) la presenza dello sbarramento che segnala una scala mobile in avaria!
Scala mobile bloccata, dal sito di Siena Parcheggi |
* Ultima visita effettuata il 27/05/17 alle 10:43
venerdì 26 maggio 2017
Siena e il Mangia d'Oro
Stamani, ore 10:35 in via della Sapienza, a Siena.
Davanti a me un camioncino di 6 Toscana avanza lento, tra gruppi di turisti che affollano la via, per il ritiro della raccolta differenziata; si ferma accanto al civico n. 39 e un addetto, afferrati alcuni sacchetti, li getta sul camion; un foglio però gli sfugge e ricade dalla sponda verso la strada; fa finta di nulla e il camioncino prosegue nel suo viaggio.
Davanti a me un anziano vede il fatto e, appena il foglio tocca terra, con alcuni calci sapientemente assestati, riesce a spingerlo in un angolo della via, poi piano piano si piega, lo raccoglie e lo getta in un cestino lì accanto.
È a persone così che andrebbe assegnato il Mangia d'Oro!
domenica 21 maggio 2017
martedì 16 maggio 2017
domenica 14 maggio 2017
venerdì 12 maggio 2017
Cara(!) USL Toscana Sud Est
Negli ultimi mesi alla mia famiglia è capitato di dover ricorrere più volte ai servizi del Pronto Soccorso dell'Ospedale (S. Maria)* delle Scotte: sarà per l'età, sarà forse per la sfortuna o saranno i naturali malanni che ormai ci piovono addosso senza riguardo; comunque sia, anche negli ultimi due casi gli interventi avrebbero dovuto essere gratuiti, come recitavano anche i fogli di dimissioni ricevuti all'uscita della struttura.
Invece in entrambi i casi ci siamo visti arrivare a casa delle ingiunzioni di pagamento.
La prima volta ho pagato e poi, visto che so leggere e scrivere, ho chiesto il rimborso di quanto versato perché non dovuto (giustificandone per scritto le motivazioni). Sono stato rimborsato, dopo essermi anche dovuto recare di persona all'ufficio URP per consegnare il mio ricorso e poi all'"Ufficio Rimborsi"**.
La seconda volta la trafila è stata più lunga; per cominciare, non abbiamo pagato (come mi aveva suggerito di fare una delle impiegate addetta ad effettuare i rimborsi); a seguito della nostra domanda di annullamento della richiesta di pagamento, la USL non voleva riconoscere i nostri diritti. Siamo stati insistenti e allora ci è stato chiesto di produrre (noi!) la documentazione sanitaria che attestasse certe condizioni che davano diritto all'esenzione. Dato che, visti i tempi di mesi e mesi che passano tra la richiesta di un esame e la sua effettuazione da parte della USL, nel frattempo ci eravamo rivolti ad una struttura sanitaria esterna ed eravamo perciò in possesso dell'idonea documentazione che abbiamo fornita in maniera più che abbondante. Dopo un fitto scambio di telefonate, lettere ed email, la USL ha riconosciuto, ancora una volta, i nostri diritti: non dovevamo assolutamente pagare quanto erroneamente richiesto.
Sono rimasti 10 euro che però hanno preteso per la voce 'digitalizzazione'; una struttura privata comprende, nel costo del servizio, anche un CD con le immagini degli esami strumentali e il CD lo consegna insieme al referto; nel nostro caso, invece, all'importo pagato non è corrisposto alcunché.
Ero pronto per partire di nuovo all'attacco, ma mia moglie mi ha bloccato, stanca di questa mia caparbia lotta contro i mulini a vento della burocrazia sanitaria.
Le domande che mi nascono da questi due casi personali, che non possono ovviamente avere la natura di una statistica, sono le seguenti:
Quanti pazienti sono in grado di capire e far valere i propri diritti?
Quanti pazientissimi pazienti (o è meglio dirla chiaramente: quanti clienti) pagano importi non dovuti?
Chi mi ripaga del tempo perso a fare i ricorsi?
Chi paga i dipendenti che hanno dovuto seguire le mie pratiche?
Non sarebbe più semplice, e con minor perdita di tempo (=costi) per tutti, fare il proprio lavoro con maggior attenzione?
-----
* A me, ateo praticante, che si associno ai nomi degli ospedali quelli di Santi (o in questo caso della "Santissima Madre di Dio", come appellano la Madonna i cattolici) ha sempre dato fastidio: trovo scoraggiante e anche un po' di malaugurio, per chi deve usufruirne dei servizi, trovarsi in qualche modo sotto la cappa 'celeste' di un sovrumano protettore, quasi a dire che, una volta arrivato nella struttura sanitaria, se non ti aiuta qualche santo...
** [sì, c'è un ufficio 'ad hoc' e questo non può che farci avere dei cattivi pensieri]
giovedì 11 maggio 2017
Siena e il giovane Beccafumi
Domenico Beccafumi, Madonna col Bambino e San Giovannino |
Il giovane Domenico Beccafumi e l’arte a Siena al tempo di Pandolfo Petrucci
Siena, 18-19 maggio 2017
Aula H, Palazzo di Fieravecchia
Giornate di studio
Organizzate dal Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali in collaborazione con il Dottorato interuniversitario “Pegaso” in Storia delle Arti e dello spettacolo.
QUI i dettagli.
martedì 9 maggio 2017
Siena: state sani (se potete!)
All'inizio del mese di Marzo il mio medico mi ha prescritto alcuni (4) esami di controllo; ho deciso, per evitare ulteriori spese sanitarie nelle strutture private che da qualche tempo siamo costretti a utilizzare, di usufruire dei servizi della USL Toscana Sud Est.
Basta fare una telefonata al CUP e prenotare, che ci vuole?
Intanto per la telefonata, da fare ovviamente col cellulare e durante l'orario di lavoro, ci vogliono dai quindici ai venti minuti di attesa (diciotto, nel caso specifico). Poi bisogna declinare le proprie generalità, dettare due o tre serie di numeri presenti sulla prescrizione del medico (attenti a non sbagliare!); alla fine viene assegnata la data e l'orario dell'esame e l'indicazione del luogo dove recarsi e si deve prender nota con cura anche nel numero di prenotazione che ci viene comunicato, da utilizzare in caso di problemi o di cancellazione della richiesta. (Ma anche le caselle spuntate andrebbero verificate e nel mio caso non è stato fatto).
Alla fine gli appuntamenti mi sono stati fissati a distanza di sei mesi! [Ad essere precisi: 179 giorni], intervallo di tempo più che sufficiente perché un paziente possa non averne, definitivamente, più bisogno.
La nostra USL funziona così, dunque? Tanti sorrisi a favore di telecamera quando si vanno a tagliare i nastri di inaugurazione per l'apertura di servizi di analisi (che si appoggiano non su stanziamenti statali, ma sulla raccolta delle elemosine che si fanno a enti di volontariato e i politici invece di sorridere dovrebbero arrossire di vergogna o avere il buon gusto di privarci del loro presenzialismo), e poi sei mesi di attesa?
Impotente contro la burocrazia di cui siamo servi e vittime, ho cominciato a fare qualche altra telefonata: chi meglio di me può occuparsi della mia salute? e ho scoperto che gli stessi esami li poteva effettuare l'Ospedale di Massa Marittima, a poco più di cinquanta giorni di distanza dalla richiesta di prenotazione.
Ho seguito questa strada: la settimana scorsa in due ore ho fatto tutto quanto dovevo, con la promessa che, di lì a dieci giorni, avrei avuto anche la risposta di un esame strumentale, esame a cui ero stato già sottoposto con urgenza tempo fa presso l'ospedale di Siena e per il cui risultato di giorni ne avevo dovuti attendere ventotto.
Poco più di un'ora dopo il mio rientro a Siena mi arriva una telefonata sul cellulare: preoccupata dai risultati, la dottoressa che aveva in carico l'interpretazione e l'analisi dei dati strumentali dell'apparecchiatura elettronica mi ha comunicato il suo referto (allarmandomi davvero oltre ogni misura) e lo ha messo immediatamente a disposizione per il ritiro (ritiro avvenuto poco dopo e refertazione che ho ricevuto a stretto giro, via email).
La mia salute è compromessa, un grosso rischio incombe sulla mia testa e sto cercando un qualche rimedio, se ne esiste. Se avessi dovuto attendere i sei mesi canonici dalla prenotazione del CUP presso l'ospedale di Siena e il mese di attesa per il referto dell'esame strumentale???
State sani, se potete!
Basta fare una telefonata al CUP e prenotare, che ci vuole?
Intanto per la telefonata, da fare ovviamente col cellulare e durante l'orario di lavoro, ci vogliono dai quindici ai venti minuti di attesa (diciotto, nel caso specifico). Poi bisogna declinare le proprie generalità, dettare due o tre serie di numeri presenti sulla prescrizione del medico (attenti a non sbagliare!); alla fine viene assegnata la data e l'orario dell'esame e l'indicazione del luogo dove recarsi e si deve prender nota con cura anche nel numero di prenotazione che ci viene comunicato, da utilizzare in caso di problemi o di cancellazione della richiesta. (Ma anche le caselle spuntate andrebbero verificate e nel mio caso non è stato fatto).
Alla fine gli appuntamenti mi sono stati fissati a distanza di sei mesi! [Ad essere precisi: 179 giorni], intervallo di tempo più che sufficiente perché un paziente possa non averne, definitivamente, più bisogno.
La nostra USL funziona così, dunque? Tanti sorrisi a favore di telecamera quando si vanno a tagliare i nastri di inaugurazione per l'apertura di servizi di analisi (che si appoggiano non su stanziamenti statali, ma sulla raccolta delle elemosine che si fanno a enti di volontariato e i politici invece di sorridere dovrebbero arrossire di vergogna o avere il buon gusto di privarci del loro presenzialismo), e poi sei mesi di attesa?
Impotente contro la burocrazia di cui siamo servi e vittime, ho cominciato a fare qualche altra telefonata: chi meglio di me può occuparsi della mia salute? e ho scoperto che gli stessi esami li poteva effettuare l'Ospedale di Massa Marittima, a poco più di cinquanta giorni di distanza dalla richiesta di prenotazione.
Ho seguito questa strada: la settimana scorsa in due ore ho fatto tutto quanto dovevo, con la promessa che, di lì a dieci giorni, avrei avuto anche la risposta di un esame strumentale, esame a cui ero stato già sottoposto con urgenza tempo fa presso l'ospedale di Siena e per il cui risultato di giorni ne avevo dovuti attendere ventotto.
Poco più di un'ora dopo il mio rientro a Siena mi arriva una telefonata sul cellulare: preoccupata dai risultati, la dottoressa che aveva in carico l'interpretazione e l'analisi dei dati strumentali dell'apparecchiatura elettronica mi ha comunicato il suo referto (allarmandomi davvero oltre ogni misura) e lo ha messo immediatamente a disposizione per il ritiro (ritiro avvenuto poco dopo e refertazione che ho ricevuto a stretto giro, via email).
La mia salute è compromessa, un grosso rischio incombe sulla mia testa e sto cercando un qualche rimedio, se ne esiste. Se avessi dovuto attendere i sei mesi canonici dalla prenotazione del CUP presso l'ospedale di Siena e il mese di attesa per il referto dell'esame strumentale???
State sani, se potete!
domenica 7 maggio 2017
lunedì 1 maggio 2017
Lutto del Primo Maggio
Prima tragica conseguenza del luttuoso risultato delle primarie del PD: mia moglie [uno dei tanti statali con contratto non rinnovato da otto anni!] si è rifiutata oggi di apparecchiare 'a festa' il tavolo da pranzo, scovando addirittura dei tovaglioli neri.
Il lutto comincia oggi, Festa dei lavoratori; poveri noi: aspettiamo, terrorizzati, quanto di terribile ci capiterà nei prossimi mesi.
Ah, una volta, lo ricordate?, c'erano i Sindacati e la Sinistra a darsi da fare...
DEM(ocrazia)
(Virgilio, Eneide, VI, 617) |
Converrebbe paradossalmente auspicare che su tutte le decisioni importanti si consultasse il popolo e, ottenuta la chiara manifestazione della sua volontà, si procedesse contrariamente alla medesima.[Via: Libriaco]
T. Landolfi, Rien va [1963], Milano, Adelphi, 2012
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