D. Nella scelta degli uomini destinati ai pubblici ufficj, che norma credereste voi di insinuare agli elettori?[Via: Libriaco]
R. Un uomo, che nulla posseda, e nulla abbia da perdere, non avrebbe il mio voto, baderei molto alla morale domestica del soggetto. Chi è cattivo padre di famiglia, o spensierato, o violento, o ingiusto in sua casa, non porterà facilmente la virtù nel pubblico ufficio. Colui, che più si smania per ottenere d’essere eletto, non sarebbe da me trascelto, ben sapendo che l'uomo di merito suole essere modesto, e non di rado poco socievole, io cercherei in quella classe di fare la scelta. Credo che non m’ingannerei facilmente.
P. Verri, Delle nozioni tendenti alla pubblica felicità [1791-92 ?], Roma, Salerno Editrice,1994
sabato 24 maggio 2014
Per chi votare?
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