La cassiera ha preso la banconota e mi ha guardato in modo strano: la signora anziana dietro di me, di certo una pensionata al minimo che aveva già messo le sue quattro cose sul nastro trasportatore, mi ha dato un'occhiataccia e poi si è voltata verso il trentenne, profilo smagrito, barba incolta e aspetto da disoccupato che veniva dopo di lei, facendo un cenno con la testa, indicandomi.
Mi sono sentito a disagio: il mio tentativo di spacciare una banconota da 500 euro al supermercato era stata notata!
La cassiera, una nuova: bionda, grassottella e impacciata, ha passato la banconota sotto lo scanner, si è convinta che era vera e ha cominciato a contare il resto, accumulando sul vassoietto le banconote con esasperante lentezza e ricontrollando ogni tanto lo scontrino e il display della sua cassa per paura di sbagliare.
La fila dietro di me intanto si stava allungando, sentivo un bisbigliare continuo, gli ultimi arrivati venivano via via informati da chi li precedeva del perché la coda avesse smesso di scorrere e di cosa stesse succedendo ("C'è uno che ha pagato con 500 euro!!"); gli sguardi puntati su di me si moltiplicavano.
Sudato e impacciato ho finalmente intascato, senza ricontarlo, il resto della mia spesa da 26 euro e mi sono avviato in fretta verso l'uscita.
Maledetto Monti e le sue norme valutarie contro i poveri: come diavolo farò a spacciare tutte le banconote da 500 euro che ho e che mi sono riuscite perfettamente nella stamperia clandestina che ho attrezzato in cantina?
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