I libri hanno un buon odore: di carta e di inchiostro se appena stampati oppure, se più vecchi, di carta 'vissuta', con un vago sentore di cuoio, un accenno di rinchiuso, una vaga percezione di polvere.
Se sono stati mal tenuti, specie in ambiente umido, sviluppano invece un diffuso odore di muffa che rende particolarmente sgradevole il maneggiarli.
Dato che qualche vecchio libro abbandonato per anni in cantine umide non mi manca, sto facendo delle prove per vedere come rimediare al danno, fisico oltreché olfattivo, perpetrato dagli anni.
Ricerche effettuate sul web mi hanno portato a sperimentare le lettiere per gatti, sì, quella granaglia che si usa di solito per dare ai pelosi compagni di casa un 'bagno' che non invada, coi suoi odori, i nostri appartamenti.
La prima prova l'ho fatta con un vecchio manuale di informatica di oltre venti anni fa, la seconda con un economicissimo Sansoni del 1966, entrambi affetti da terribili odori di muffa e con le pagine vagamente umide al tatto.
La lettiera usata, molto economica, è un composto minerale di attapulgite e di calcite, ha un aspetto granulare allungato con una parte ridotta a polvere della consistenza del talco; per i test ho usato una semplice scatola da scarpe, in cui ho 'affogato' i libri lasciandoli da una parte per un paio di settimane.
Alla riemersione alla luce e dopo una spazzolatura delle particelle più piccole rimaste sulle copertine e sui bordi, il risultato è stato evidente; i libri avevano perso l'umidità originale e il forte sentore di muffe era quasi scomparso.
Il risultato è buono, non ottimo, e mi riservo di cambiare tipo di prodotto, per verificare se ne esiste uno 'ideale'.
E' un metodo, dicono, da usare anche per certe scarpe 'sportive', che vedo spesso allontanate sui terrazzini per evitare l'esalarsi di sgradite fragranze. Questa prova, però, la devo ancora fare...
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