Da qualche giorno ne eravamo tutti informati: venerdì 17, OGGI, sarebbe nevicato. Chi spostava una trasferta, chi si prendeva un giorno di ferie: il LAMMA era stato preciso al proposito e i TG locali avevano diffuso l'allarme. Bastava, stamani appena alzati, guardare il cielo e sentire il freddo che faceva per capire come si sarebbe sviluppato il resto della giornata.
Intorno alle dodici ha cominciato a nevischiare; mezz'ora dopo il traffico si è bloccato.
Gli autobus del TRAIN dalle 12:30 si sono dati alla latitanza (alla fermata di fronte a casa mia non ne transita uno da quattro ore e tutto il quartiere è, da questo punto di vista, isolato), i mezzi del Comune (uso il plurale, ma forse esagero) se sono entrati in funzione certamente qui non si sono visti.
Lo so, mi lamento come uno stupido, in tanti anni che abito a Siena lo dovrei sapere come vanno le cose; mi fermo sempre a riflettere che un concerto in piazza in meno, un mezzo spazzaneve e qualche ore di straordinario pagate in più renderebbero a molti queste ore meno difficili.
Ma, come sosteneva Hrabanus Maurus nella sua epistola n. 15, ai maiores i subditi devono obbedienza perché la divinità ha istituito i primi come autorità superiori.
Mia moglie, rientrata dopo quaranta minuti di tappe forzate in salita a piedi sotto la neve, mi ha raccontato di come un suo bisnonno ebbe a morire sotto una nevicata, rientrando a casa a piedi dal paese dove si era recato. Ma si trattava di un paese di montagna ed è roba di centoventi o centotrenta anni fa.
Sì, è Siena.
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